La Gazzetta dello Sport

«Secondo tempo non da buttare Certo, c’è tanto da lavorare»

E capitan Bonucci: «Vedere l’inizio del Mondiale in tv ci ha fatto male»

- Di Iacopo Iandiorio

Non perdevamo contro l’Austria dal dicembre 1960, oltre sessant’anni, a Napoli, anche allora in amichevole. E a Vienna dal 1958. Non si aspettava certo questa Italia, il Mancio. Un po’ Italietta. Fragile, piena di errori, poco combattiva, specie nel primo tempo. Di fronte a un’Austria invece partita a razzo, con giovani interessan­ti e vecchi mattatori alla Alaba o come il bolognese Marko Arnautovic, pieni di grinta e di voglia di fare bella figura contro i campioni d’Europa. Il c.t. Mancini è ben conscio della cattiva serata: «Nel secondo tempo, sì, siamo andati meglio, ma nel primo invece loro ci hanno messo in difficoltà, abbiamo sofferto. Ci sono stati molti errori tecnici, ci aggredivan­o, recuperava­no palla e avevano subito campo aperto. Ci sono state cose che non abbiamo fatte bene, sapendo di prendere dei rischi. Ma abbiamo perso dei possessi che di solito non facciamo. Non sono comunque arrabbiato e deluso, solo dispiaciut­o. A volte servono queste esperienze, a nessuno piace perdere ma le amichevoli servono a questo, a sperimenta­re».

Squadra lunga Insomma, se non ora quando? «Il 3-4-3? Non è andato benissimo, il pressing degli attaccanti è stato quasi nullo, la squadra lunga e troppi spazi. Nel secondo tempo ho visto un’ottima squadra, ha giocato bene, non ha fatto gol anche per sfortuna e poca precisione. Certo il 4-3-3 è il modulo che ci ha dato i risultati, anche ieri pensavo di usarlo, poi volevo provare, nelle amichevoli vanno provate queste cose. La pressione degli attaccanti non c’è stata, loro venivano fuori bene, ci è mancata la pressione della prima linea e quindi i centrocamp­isti si sono trovati in difficoltà. Ma alcuni giocatori non giocano da tanto, ci vuole tempo. Peccato aver chiuso il 2022 con una sconfitta».

La lezione Quindi una conclusion­e più generale: «La lezione di questa gara? Nello sport non si può sempre vincere, né prendere nessuno sottogamba. Anno nero? Certo, ma abbiamo perso la qualificaz­ione mondiale per errori minimi, e non solo a marzo contro la Macedonia ma già a novembre, dopo tutto quello che avevamo fatto... A questo livello bisogna chiudere le partite e non prendere più rischi, di scontato non c’è mai nulla». Infine un commento su due suoi ragazzi: «Zaniolo è stato con noi così poco tempo che non abbiamo potuto lavorarci tanto. Chiesa? Giocare gli serve, piano piano si sta riprendend­o». Come la sua Italia dopo la tremenda botta chiamata Qatar. E come Gigio Donnarumma, ieri alla gara n. 50 con l’Italia: «Essere qui e vedere gli altri al Mondiale è molto dura, ma non dobbiamo piangerci addosso, dobbiamo rimboccarc­i le maniche e tornare a marzo con la voglia di fare bene». Quel che si augura anche capitan Bonucci: «Alcuni di noi hanno visto la cerimonia di apertura del Mondiale ed è una ferita che ci porteremo dietro per del tempo».

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EPA Perplesso Il ct Roberto Mancini, 57 anni, ieri durante la partita di Vienna

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