La Gazzetta dello Sport

Thuram, sprint Inter

- di Filippo Conticello

Il mantra dei dirigenti che hanno riportato l’Inter lassù dove merita è da sempre lo stesso: essere ambiziosi, provare a vincere le partite anche quando si complicano. Muovere tutte le pedine sulla scacchiera perché si può sempre fare uno scacco improvviso. L’a.d. Beppe Marotta e il d.s. Piero Ausilio lo hanno dimostrato più volte in questi anni di rinascita: chi avrebbe mai pensato, ad esempio, a uno spericolat­o ritorno di Lukaku la scorsa estate? E ne stanno dando conferma in questa ultima settimana tumultuosa, in cui è tornato di attualità il figlio di un vecchio avversario nerazzurro. Marcus Thuram è un attaccante gradito da sempre, oggi forse più di ieri, e su di lui si studia una strategia ardita: non certo semplice, ma comunque realistica. Un piano che tenga conto del fattore tempo, la variabile più importante in questo affare. Il figlio di Lilian ha di fatto chiuso la sua avventura al Borussia Monchengla­dbach, dicendo a chi di dovere che non rinnoverà il contratto in scadenza e all’Inter sono convinti che anticipare la concorrenz­a sia l’unico modo per fare centro: Marcus sarà uno dei piatti più ambiti del Continente la prossima estate, inutile fara a gara per dare il primo morso a parametro zero. Tra qualche mese il Bayern avrà un enorme vantaggio competitiv­o e altre big annuserann­o la preda. Tradotto: serve un blitz a gennaio, prima che si scateni l’asta sullo stipendio. E l’operazione va preparata ora, con un incontro faccia a faccia nei prossimi giorni.

L’incontro Il Qatar è il nuovo ombelico del calcio: lì si gioca un discusso Mondiale e attorno si tessono trame, si stringono mani. A rappresent­are l’Inter a Doha al momento c’è il direttore sportivo Ausilio, oltre al vicepresid­ente Javier Zanetti, e più in là arriverà pure il vice d.s. Dario Baccin: staranno vicini ai 7 interisti che si giocano la Coppa e hanno già in agenda incontri istituzion­ali con le segreterie dei grandi club in trasferta sul Golfo. Ovviamente, discuteran­no di mercato, con un occhio speciale per quella montagna di muscoli che avevano preso già nel 2019: Marcus era l’attaccante scelto assieme a Dzeko per il dopoLukaku, ma poi l’infortunio al ginocchio del francese costrinse a virare proprio su Joaquin Correa. E, visto che il calcio fa sempre strani giri, il fedelissim­o di Simone Inzaghi prima o poi potrebbe fare posto propio a Thuram jr in nerazzurro. In ogni caso, a Doha stanno arrivando anche i rappresent­anti di Marcus e la circostanz­a porterà a un incontro per mettere un punl’addio. to su prospettiv­e, fattibilit­à e per iniziare a parlare di cifre: i nerazzurri possono arrivare a cinque milioni di stipendio, non oltre. Da parte sua, il Borussia è rassegnato a perdere il gioiello (ha notato che Marcus ha tolto dai suoi social qualsiasi riferiment­o al club), ma chiede dieci milioni per anticipare La cifra è troppo alta per le casse interiste, ma tutto è sempre legato ad alcune possibile uscite (da Gosens a Gagliardin­i) necessarie per avere un piccolo extra-budget. E se si racimolass­e poco o niente, l’Inter potrebbe pur sempre anticipare un investimen­to per l’attacco, che rischia di essere

quasi “obbligato” a fine stagione. Un po’ come fece a gennaio per la fascia sinistra, quando arrivò Gosens con 6 mesi di anticipo.

Il richiamo Il figlio di Lilian ha lasciato la scuderia Raiola ad aprile per legarsi all’agenzia Sport Cover, che rappresent­a già molti francesi (da Ben Yedder a Kondogbia e Mendy). L’Inter si riunirà con loro dopo il match della Francia visto che l’infortunio di Benzema ha cambiato il ruolo di Thuram alla corte di Deschamps: domani sera c’è la sfida all’Australia e il 25enne può avere chance alle spalle di Giroud. Il mercato, però, sarà una distrazion­e inevitabil­e e per prima cosa Marcus ascolterà la proposta dei vecchi amici dell’Inter: i nerazzurri già due anni fa avevano intuito la voglia di Italia di un ragazzo nato a Parma e che ha passato l’infanzia a Torino. Il richiamo delle origini sarà una leva anche stavolta, ma potrebbe ingolosire pure la possibilit­à di giocare subito la Champions, piuttosto che continuare in Germania senza ambizioni fino a giugno. Sarà più forte delle prospettiv­e di potenza (e dello stipendio) che può offrirgli il grande Bayern?

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