ULTIMA CHIAMATA Paredes
Il Mondiale come punto di svolta. Lo è stato per tanti calciatori nella storia, ora potrebbe essere arrivato il turno di Leandro Paredes. Il centrocampista argentino si è presentato in Qatar dopo mesi un po’ così alla Juventus, che hanno messo in serio dubbio la sua permanenza a fine stagione. Paredes è in prestito dal Psg con un diritto di riscatto, che poteva trasformarsi in obbligo solo ad alcune condizioni, tra cui l’avanzamento in Champions. Con l’eliminazione alla fase a gironi, è caduta anche l’eventualità dell’obbligo di riscatto. Così a fine stagione i bianconeri possono anche decidere di “rispedire” Leandro al mittente. A Torino Paredes era sbarcato con l’ aspettativa di replicare quello che era stato Pjanic per Massimiliano Allegri. E cioè il faro in grado di illuminare la mediana bianconera. Tentativo sinora vano. Con lui in campo, la ha vissuto il momento più buio della stagione. Un dato fotografa più degli altri il mancato impatto del regista: delle sei partite in cui è partito titolare, solo una si è conclusa con una vittoria della Signora (Juve-Maccabi Haifa). E nella serie di sei successi consecutivi in campionato della banda Allegri, Paredes ha collezionato appena 59’ in campo. L’equazione “con Leandro non si vince, senza sì” sarebbe non solo semplicistica, ma anche ingiusta. Ma è innegabile che il rendimento dell’ex Roma sia stato sin qui deficitario.
Concorrenza A complicare i piani di Paredes ci si è messo anche l’infortunio al bicipite femorale che l’ha tenuto ai box per una decina di giorni, proprio mentre la Juve stava svoltando. Le tante assenze hanno convinto (costretto?) Allegri a gettare nella miJuve schia giovani come Fagioli e rilanciare Locatelli nella posizione di play. I risultati sono stati positivi e il tecnico livornese non ha avuto motivo di cambiare. Così Paredes è scivolato in panchina e, con il ritorno di Pogba, è probabile che ricomincerà da lì nel 2023. Il paradosso è che, quando arrivò da Parigi, dove era non al massimo della condizione perché non giocava praticamente mai, l’argentino fu subito impiegato massicciamente. La Juve era in difficoltà, anche a causa dei tanti infortuni, e Allegri cercava così un modo per raddrizzare la situazione, affidandosi alla tecnica e alla visione di gioco di Leandro.
Fagioli e Locatelli l’hanno scavalcato nelle gerarchie, così l’argentino dovrà riprendersi il posto
Molla Adesso Paredes può mandare in archivio la prima, deludente parte della stagione e concentrarsi sull’Argentina. La missione è vincere il primo Mondiale con e per Messi. Dopo, dovrà pensare a riconquistarsi il posto alla Juve. È l’unica via per sperare di guadagnarsi la riconferma. Senza più l’obbligo, nel caso Leandro svolti da gennaio in poi, la dirigenza bianconera e quella del Psg potrebbero incontrarsi per rinegoziare la cifra del riscatto. Nell’accordo di agosto era 22,6 milioni di euro, più oneri accessori e bonus per arrivare al massimo a 27,8. Difficile che la Juve ritenga questi numeri congrui a giugno, al di là di come andrà il resto dell’annata. L’esplosione di Fagioli, la crescita di Miretti e il rilancio di Locatelli rendono comunque complicata la permanenza di Paredes, senza contare il maxi stipendio da 7,5 milioni a stagione. Insomma, al momento l’opzione più logica è quella di un ritorno a Parigi a luglio. A Leandro l’onere e l’onore di smentire la previsione.