Nicchi a Trentalange: «D’Onofrio nel 2009 lo hai voluto tu»
In una dura lettera l’ex presidente Aia chiede trasparenza: «Nessuno di noi lo conosceva, ci furono perplessità»
Il caso D’Onofrio continua a far discutere. Si cerca di capire come sia avvenuta la nomina a procuratore capo dell’Aia nel marzo 2021 che da regolamento avviene su proposta del presidente, quindi di Alfredo Trentalange - ma si parla molto anche dell’ingresso nella Disciplinare dell’ex ufficiale dell’Esercito arrestato giovedì 10 novembre per traffico internazionale di droga. Adesso è l’ex presidente dell’Aia Marcello Nicchi a farsi sentire con una lettera, dura quanto chiara, rivolta a Trentalange e al Comitato nazionale. Lo spunto sono le dichiarazioni che l’attuale numero uno dell’Associazione italiana arbitri ha fatto in una recente riunione con i presidenti dei comitati regionali e sezionali, in particolare il passaggio in cui Trentalange sottolinea che D’Onofrio è stato nominato componente della Commissione disciplina nazionale nel 2009 sotto la gestione del presidente Nicchi. Lui, Nicchi, parla ora di una «verità parziale» rivendicando la necessità di «trasparenza» e nella lettera firmata anche dai presenti nel Comitato di allora, precisa rivolgendosi a Trentalange: «Che nella riunione del marzo 2009 (...), il nominativo di Rosario D’Onofrio, presentato come ufficiale dell’Esercito, fu da te proposto» e «che prima della tua segnalazione nessuno di noi, tranne il componente Iori, lo conosceva, ma neppure l’aveva sentito nominare per pregresse attività nell’Associazione», «che Iori espresse riserve sulla tua proposta», «che fu decisa la nomina dell’associato D’Onofrio in posizioni non apicali» e «che tale decisione fu deliberata all’unanimità e quindi anche con il tuo voto». Insomma, Nicchi non ci sta e vuole che sia fatta chiarezza su tutto. Elementi che la Figc terrà certamente presenti quando deciderà come muoversi rispetto agli attuali vertici arbitrali. Al momento ha ricevuto un fascicolo dall’Aia con la propria versione dei fatti, ma il procuratore federale Chinè sta studiando pure le carte arrivate dalla Procura di Milano con l’idea che possano rivelare qualcosa di importante anche sul fronte sportivo. In una decina di giorni il quadro dovrebbe essere chiaro.
Premio revocato In un insolito incontro domenicale, ieri il Comitato nazionale ha revocato a
D’Onofrio la qualifica di Arbitro Benemerito, così come il premio Lo Bello consegnato all’ex ufficiale lo scorso luglio. Deliberata anche la revoca del ruolo di procuratore arbitrale (le dimissioni annunciate più di una settimana fa pare siano “in attesa di perfezionamento”), le cui funzioni pro-tempore sono state assegnate al viceprocuratore Albergotti. Mentre sembra non venga più commissariata la sezione di Cinisello Balsamo, quella di D’Onofrio, ma solo deferito il presidente. Mosse utili ma che difficilmente cancelleranno la macchia.