RE SENZA CORONA CRUIJFF,
PLATINI MALDINI, BAGGIO, ZICO CHI HA VINTO TANTO MA IL MONDIALE... Uno tra Messi e Ronaldo resterà senza titoli Quanti assi non hanno mai alzato la Coppa
eri qui a Doha hanno parlato Leo Messi e Cristiano Ronaldo, che stanno per iniziare la loro “last dance” mondiale. Uno dei due resterà senza la corona più preziosa del calcio. Magari entrambi. Nel caso si andrebbero ad aggiungere a una lista prestigiosa che andando indietro nel tempo segna la storia del calcio. Monumenti della pedata che al Mondiale non hanno addirittura nemmeno mai giocato, altri che hanno perso una o anche due finali, Palloni d’oro, campioni d’Europa. Il Mondiale non fa prigionieri.
Il caso Di Stefano Alfredo Di Stefano ha vestito le maglie di due nazionali, quelle di Argentina e Spagna. Due squadre che il Mondiale l’hanno vinto, mentre al mito del Real Madrid la Coppa del Mondo ha sempre voltato le spalle. Nel 1950 l’Argentina per un disaccordo con la federcalcio brasiliana decise di non partecipare. Don Alfredo giurò fedeltà alla bandiera spagnola, ma le Furie Rosse nel 1958 non riuscirono a qualificarsi per il torneo in Svezia. E nel 1962 il re della Coppa dei Campioni fu fermato da un 1 infortunio a un passo dal Mondiale cileno (così come Kubala, altro grande dell’epoca che nonostante abbia vestito addirittura 3 maglie diverse non è mai stato al Mondiale): Di Stefano andò in Cile con la squadra diretta da Helenio Herrera e appare nei referti Fifa, però non poté giocare nemmeno un minuto.
Incubo tedesco Il suo compagno nel Madrid Ferenc Puskas invece è uno dei grandi sconfitti: con un’Ungheria memorabile e rimasta nella storia a Berna nel 1954 perse contro ogni pronostico la finale contro la Germania Ovest, una squadra che l’Ungheria nel girone aveva battuto addirittura 8-3. Vent’anni dopo la Germania Ovest ha lasciato senza Mondiale anche Johann Cruijff, simbolo, guida, ispiratore, totem dell’Arancia Meccanica, la meravigliosa Olanda di Rinus Michels. Le squadre olandesi con Feyenoord (una) e Ajax (tre consecutive) avevano vinto 4 Coppe dei Campioni tra il 1970 e il 1974 e la nazionale di Cruijff stava riscrivendo la storia del calcio: non completò l’opera solo perché a Monaco di Baviera gli inventori del calcio totale furono schiacciati dalla praticità teutonica.
Europeo di consolazione
I tedeschi sono specialisti nell’infrangere sogni, ma ditelo a KarlHeinz Rummenigge. L’ex interista ha perso due finali, nel 1982 a Madrid contro di noi e nel 1986 in Messico contro Maradona in quella che fu la sua ultima partita con la nazionale. Rummenigge ha vinto l’Europeo del 1980, Gianni Rivera quello del 1968, Michel Platini quello del 1984, Marco Van Basten quello del 1988. Tutti e quattro hanno anche ricevuto il Pallone d’oro, una (Rivera), due (Rummenigge) o tre volte (Platini e Van Basten). Ma sono rimasti senza Mondiali. Rivera sballottato dalla staffetta con Mazzola e travolto dall’ultimo Pelé, Michel e Marco caduti senza nemmeno arrivare alla finale.
Olanda e Brasile Van Basten ha incredibilmente fatto un solo Mondiale, quello del 1990, senza segnare: la cosa sembra un’eresia. L’ex centravanti del Milan rappresenta una generazione spettacolare esattamente come Zico, che di Mondiali ne ha giocati tre e nel primo, nel 1978, è rimasto senza finale perché i padroni di casa argentini rifilarono 6 gol al Perù in una partita assai chiacchierata. Quattro anni dopo ci pensammo noi a mandarlo a casa nel magico pomeriggio del Sarriá di Barcellona e nel 1986 un suo rigore sbagliato contro la Francia fu fatale al Brasile.
Il record di Paolo Tra gli italiani, oltre che di Rivera, bisogna parlare di Paolo Maldini, il giocatore con più minuti giocati al Mondiale, più di Matthäus, che ha più presenze di lui. Per Paolo quattro partecipazioni e la grande pena vissuta al torneo americano, che ci porta a ricordare le lacrime di Franco Baresi e soprattutto Roberto Baggio, un altro dei nostri Palloni d’oro, italiano amatissimo nel calcio di tutto il mondo e sfortunato protagonista di quella finale persa ai rigori col Brasile.
L’ex capitano del Milan ha il record di minuti giocati, eppure anche lui è rimasto a secco
Sogno svanito Questa storia dei re senza corona è partita da Di Stefano che al Mondiale non c’è mai stato e si chiude con un caso analogo: George Best ha fatto di tutto nella vita, dentro e fuori dal campo, però non è mai riuscito a portare la sua piccola Irlanda del Nord al Mondiale. Ci ha provato quattro volte, e la prima delusione è stata la peggiore: nel 1965 l’Irlanda del Nord all’ultimo ostacolo pareggiò a Tirana con l’Albania e si fece superare dalla Svizzera, che segnò la rete decisiva all’Olanda all’87’. Best perse così in maniera crudele il Mondiale nella sua Inghilterra, un torneo che consacrò due fenomeni, senza coronarli: il portoghese Eusebio e il russo Lev Jascin, terzo e quarto nel torneo dell’Inghilterra. Nel 1982 quando l’Irlanda riuscì a conquistare il Mondiale spagnolo il 35enne Best, ormai divorato dall’alcol, fu brevemente considerato dal c.t. Billy Bingham: la sbronza passò e il sogno svanì.