La Gazzetta dello Sport

«A prova di proiettile»

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la stampa italiana che aveva osato criticarlo: «Non avete le p…». Questo è Ronaldo: «Parlo quando ne ho voglia: la gente mi conosce e sa cosa penso. Non mi preoccupo di ciò che verrà detto e scritto su di me: a volte sono state dette cose giuste, altre volte falsità».

Naturalmen­te sono tutte falsità le storie sui problemi con i compagni, il video in cui sembra che Bruno Fernandes lo saluti con freddezza. «Il suo aereo era in ritardo, gli ho chiesto se fosse arrivato in Qatar a bordo di una barca, in quel momento stavamo scherzando. Ci sono sempre dibattiti, spazio per le voci, lo so... Ma l’atmosfera è davvero eccellente. Vi chiedo di non parlare di me con gli altri giocatori. Io ho un giubbotto antiproiet­tile, ma è pur sempre un Mondiale e parlare di questo, più che di Cristiano Ronaldo, sarebbe fantastico».

Mondiale? Sì Ronaldo ci tiene a spiegare soprattutt­o una cosa: le sue questioni non impatteran­no sulla nazionale. «È certo che la mia situazione non peserà sul Portogallo. Io non devo preoccupar­mi di quello che pensano gli altri e parlo quando voglio. Tutti sanno chi sono, come sono cresciuto e in cosa credo. La pressione è più o meno la stessa di sempre. Ci ho avuto a che fare fin da quando ero molto giovane. A volte faccio bene, a volte no. Dipende dalla situazione, dal momento e dal calore. Non sono perfetto, ma mi sento pronto ad affrontare la pressione quando devo». Da qui a vincere, però… «Sarebbe pazzesco, davanti a noi ci sono squadre come Brasile, Argentina, Francia, Inghilterr­a, Spagna, Germania... Però, già nel 2016, abbiamo dimostrato di poter sorprender­e tutti e quest’anno il Portogallo ha un bel mix tra giocatori giovani ed esperti».

Lui e Messi Non poteva mancare il riferiment­o a Messi. «La nostra rivalità? Ad alcuni uomini piacciono le bionde, ad altri invece quelle scure. Tutto qua. Sono ambizioso ma, se a questo punto della carriera mi venisse detto che non vincerò più alcun trofeo, sarei felice ugualmente. Devo solo essere orgoglioso di me stesso e di quello che ho fatto. Se dovessi dimostrare ancora qualcosa a 37 anni e 8 mesi, di certo, sarei preoccupat­o. Però, a essere onesto, vorrei essere io a dare scacco matto contro di lui. Vediamo. Sarebbe bellissimo». E la fine di un’ossessione, forse.

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