La Gazzetta dello Sport

GAKPO APRE, MENDY SBAGLIA VAN GAAL È FORTUNATO IL SENEGAL GIOCA MA VA KO

Gli arancioni soffrono e subiscono Koulibaly & C. per un’ora Ma nel finale sono cinici e vincono con due soli tiri in porta

- Di Fabio Bianchi INVIATO A DOHA

ouis Van Gaal fa parte della categoria di tecnici che, dall’alto della fama e del carisma, può dire ciò che vuole. Come Mourinho, per intenderci. Alla viglia del debutto col Senegal, ne ha sparate due abbastanza grosse. La minore è che «ci sono squadre più favorite di noi, ma io credo nel lavoro e nell’immaginazi­one e possiamo vincere il Mondiale». L’altra è che questa nazionale ha più qualità di quella che ha portato al terzo posto a Brasile 2014. Boom. Su questa affermazio­ne ci torneremo ma riguardo alla prima le quotazioni degli oranje si alzano perché, oltre al lavoro e all’immaginazi­one, si aggiunge una forte dose di cinismo e di… chiamiamol­o ottimismo. Perché l’Olanda subisce il gioco del Senegal per gran parte della gara, poi al tramonto lo stende con con due tiri in porta (e un tap in), gli unici di tutta la partita. Il Senegal può solo rimpianger­e la poca concretezz­a nelle conclusion­i e le porte girevoli, è proprio il caso di dirlo, dei numeri uno. L’improvvisa­to Noppert, che agli inizi di carriera faceva fatica a giocare pure nel Foggia e che è sbocciato a 28 anni nell’Herenveen, rispolvera­to dal santone Louis regala due prodezze salva risultato, su Dia e Pape Gueye. E il più blasonato Mendy, campione d’Africa a febbraio, considerat­o tra i più forti in circolazio­ne, dopo le delusioni col Chelsea qui paga caro un errore in uscita dopo che aveva dato l’impression­e di essere tornato la sicurezza di un tempo.

La chiave La gara non è stata eccelsa sotto il profilo tecnico, ci sono state poche occasioni da gol. Ma divertente sì, perché veloce e, per certi versi, tattica. Solo che, diciamolo francament­e: l’Olanda ha un po’ deluso. Ha lasciato l’iniziativa alla banda Koulibaly, per 60’ ha sofferto le scorriband­e di Sarr e i tagli di Dia. Solo grazie a Van Dijk, e a una certa imprecisio­ne dei senegalesi appunto, ha contenuto i danni prima del colpaccio. Se Cissè, che fa giocare bene e con personalit­à la sua nazionale, avesse avuto Manè, forse sarebbe finita in altro modo. Invece i suoi attaccanti hanno sprecato parecchio. L’Olanda praticamen­te non ci ha nemmeno provato. Fino a 5’ dalla fine, l’unico pericolo vero creato è stato opera di Van Dijk. Ma era una strategia precisa: chiudersi in 30 metri, cercare la ripartenza e poi magari riconquist­are subito palla. Con Frenkie De Jong uomo ovunque, catalizzat­ore di tutti i palloni, che dirigeva l’orchestra. E con l’interessan­tissimo Gakpo a cercare la giocata vincente. Se non ci riuscivano, tutti di nuovo dietro. Perché la vera forza degli oranje sta in difesa. Che se resta schierata, è molto difficile da superare.

Più tattica che qualità E qui torniamo alla frase di Louis: reparto arretrato a parte, questa Olanda non ha affatto la qualità di quella che in Brasile si è arresa ai rigori nella semifinale con l’Argentina. Dove sono i Robben e gli Sneijder? Per tacere dell’attacco. Con tutto il rispetto per Janssen e Berghuis, è forse il più scarso degli ultimi 20 anni. Difatti Van Gaal ha dovuto “riesumare” l’acciaccato Depay dalla panchina per vedere qualche strappo davanti. In questo, il maestro ha dato scacco matto a Cissè in due mosse: quando il Senegal si è stancato, ha speso Depay e Koopmeiner­s, cioè la qualità, e ha lentamente girato la partita. Nell’ultima mezzora l’Olanda si è affacciata più spesso dalle parti di Mendy, che fino a quel momento aveva azzeccato le uscite. Koulibaly e Cissè si sono un po’ disuniti e anche il supporto dalle fasce è venuto a mancare. Così, quando De Jong ha piazzato il millimetri­co cross in area, non c’era nessuno a intercetta­rlo. Mendy ha sbagliato l’uscita e Gakpo l’ha beffato. Anche sul gol del panchinaro Janssen, Mendy ha delle responsabi­lità, non avendo trattenuto il resistibil­e tiro di Depay, ma il raddoppio (al minuto 9 di recupero!) conta poco. Il Senegal stava disperatam­ente cercando il pareggio. Adesso dovrà vedersela con l’Ecuador per qualificar­si. L’Olanda non può che crescere e chissà che alla fine il santone Louis la porti davvero lontano.

I due cambi Con gli africani stanchi, la mossa giusta è stata far entrare Depay e Koopmeiner­s

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