GOSENS CERCA CASA SPUNTA L’IDEA SCHALKE E CORREA È UN REBUS
Gagliardini può lasciare con 6 mesi di anticipo Il Tucu è sacrificabile per arrivare a Thuram
è quello a cui il Mondiale è andato di traverso: ha fatto in tempo ad annusare l’aria del Golfo, poi ha preso l’aereo di ritorno. C’è quell’altro che guardava al Qatar come un’oasi in cui rigenerarsi e che, invece, è stato colpito da una tegola in testa già al momento della mancata convocazione. Joaquin Correa e Robin Gosens, un argentino e un tedesco, speravano di trarre nuova luce dalla Coppa del Mondo, ma – chi prima, chi dopo – sono rimasti entrambi al buio. Non bastasse, il loro futuro si è fatto più cupo anche nella loro squadra di club, l’Inter intenzionata a usare le forbici nel mercato di gennaio.
Grandi manovre Correa ha confermato all’Argentina e ai nerazzurri un’inaffidabilità fisica diventata quasi endemica: una tendinite al ginocchio destro, neanche tanto grave ma sufficiente per salutare Messi, è solo l’ultimo di una lunghissima serie di guai fisici. Quest’anno era toccato a un tendine rotuleo, nella scorsa stagione a un’anca, a una coscia e a un bicipite femorale. I nerazzurri speravano poi che un Gosens di nuovo arrembante con la Germania avrebbe prodotto un doppio effetto: da un lato sarebbe cresciuto l’entusiasmo dell’esterno depresso dal vedere davanti a sé Dimarco; dall’altro avrebbe offerto a Robin una vetrina utile per solleticare eventuali compratori. Nessuna delle due possibilità si è realizzata, ma non è cambiata una cosa in casa Gosens: la voglia di avere più minuti in campo. I 548’ che gli ha concesso finora Inzaghi non bastano e Robin reclama spazio, anfosse solo in prestito. Su questo terreno negli ultimi giorni si è fatto avanti il suo Schalke, la squadra per cui faceva il tifo da bambino e a cui serve riempire una casella a sinistra. A Tucu, invece, basterebbe solo un po’ di continuità per aggiungersi alle tante armi di Inzaghi: il 2 dicembre sarà regolarmente ad Appiano, ma il suo ultimo guaio con la Selección non aiuta ad avere ottimismo su una permanenza duratura alla corte del maestro Simone. Anche nel suo caso, le porte del mercato sono aperte come mai, soprattutto ora che i nerazzurri stanno pensano di anticipare un investimento sull’attacco, che tra qualche mese potrebbe essere perfino necessario: i segnali di fumo a Marcus Thuram vanno letti proprio in questa ottica. Il dossier sulle possibili uscite del tedesco e dell’argentino sono, quindi, sul tavolo dei dirigenti nerazzurri, sia dell’a.d. Beppe Marotta che governa questa pausa da Milano, sia dell’a.d. Piero Ausilio, in aggiornamento professionale in Qatar. Ieri ha visto la partita di Dumfries e presto dovrebbe incontrare gli agenti di Thuram: cercherà di lasciare una breccia nel cuore di Marcus, impresa non facile mentre il potentissimo Bayern pregusta il colpo a zero nella sessione della prossima estate.
Mini-budget Queste manovre in uscita nascono proprio per fare posto al figlio di Lilian, ma pure per raggranellare almeno una parte di un mini-budget da 10 milioni a gennaio. Attorno a Correa il mercato non è, comunque, ancora germogliato: mancano offerte vere, oltre certe vaghe manifestazioni di interesse e i 31 milioni spesi appena due anni fa non sono facili da recuperare. Capitolo Gosens: se lo Schalke è pronto a pagare lo stipendio da 2,5 milioni, con il Bayer Leverkusen si sta discutendo in via preliminare di uno scambio con l’olandese Mitchel Bakker, sempre per il ruolo di vice Dimarco. Un altro che, dopo una vita passata alle spalle di titolari, potrebbe lasciare l’Inter è Roberto Gagliardini, uno dei nove nerazzurri il cui contratto scadrà a giugno. L’ex atalantino potrebbe anche lui scegliersi la prossima squadra comodamente da parametro zero estivo, a meno che il Monza decida di imbarcarlo appena si riaprirà il mercato, senza sottovalutare alcune offerte arrivate dall’estero. “Gaglia” ha sette presenze in Nazionale e non veste l’azzurro da due anni ormai: per questo il mancato Mondiale brucia sulla sua pelle un po’ meno di quanto sta accadendo ai compagni Gosens e Correa. In un’Inter decisa a usare le forbici, però, potrebbe essere tagliato pure lui.