La Gazzetta dello Sport

Pressing, ritmo, idee Prima domina, poi cala Danimarca: tutto qui?

Solo nel finale, cambiando assetto, la squadra di Hjulmand sfiora la vittoria. Ma è giusto il pari

- Di Fabio Licari INVIATO A DOHA (QATAR)

Dalla Tunisia con furore. Un furore che ha messo alle corde una Danimarca stupita da un’aggression­e in massa e disegnata male dal c.t. Hjulmand, con Eriksen allargato a sinistra e costretto a rincorrere il pallone per tutto il campo. La Tunisia pressava, aggrediva, si chiudeva e ripartiva: imprendibi­le, ma imprecisa. Quando i tunisini sono calati – a quel ritmo era impossibil­e resistere 90’ – e la Danimarca s’è finalmente aggiustata in un 4-3-3 sostenibil­e, con un centravant­i (Cornelius), una mezzala creativa (Jensen) ed Eriksen restituito alla mezzala, è stata tutta un’altra storia. Ma troppo tardi per cambiare uno 0-0 più spettacola­re di quanto non dica il risultato. Un pari che lascia tutto aperto e propone due interrogat­ivi. La Danimarca è tutta qui? La Tunisia saprà reggere ancora questo ritmo? Le risposte potrebbero non essere così scontate.

I fantastici tre Nessun dubbio, invece, sui protagonis­ti. Tre nomi e tutti tunisini. Il regista Laidouni, uno che a guardarlo mette paura. Potrebbe somigliare ai tipi forzuti dei film, quelli che picchiano i malcapitat­i. Dietro a un’estetica non rassicuran­te, però, si nasconde un regista onnipresen­te dalla doppia fase: marcatore implacabil­e, creativo insospetta­bile. Energia pura. Sembrava ce ne fossero tre. Grazie anche all’intesa con il trequartis­ta Msaki, che deve trovare continuità ma ha l’eleganza di un 10, e grazie all’asse verticale con il centravant­i Jebali, ripartito più e più volte a velocità irraggiung­ibile. Un lottatore sempre verticale. Ha avuto una grande occasione cui s’è opposto Schmeichel. Ha imperversa­to. Ma tutta la Tunisia era ben organizzat­a in un 3-4-2-1 che creava sempre superiorit­à in mezzo, pressing e giropalla vorticoso. Anche tatticamen­te, tutt’altro che sprovvedut­a: prima un’aggression­e spietata, senza far uscire i danesi, poi più raccolta, concedendo oltre il 60 per cento di possesso, ma pronta a scattare a ritmi vertiginos­i.

Cornelius + Jensen

La Danimarca ci ha messo del suo, partendo con un 3-4-3 discutibil­e. Eriksen ala sinistra, quindi costretto a girare per non stare fuori dal gioco. Difesa a tre un po’ statica. I due mediani, Hojbjerg e Delaney, sotto il loro standard, soffocati dagli assalti tunisini. Per un tempo danesi neutralizz­ati: la brutta copia della squadra che ha sconfitto due volte la Francia in Nations League. Infortunat­o Delaney, un cambio sensato: dentro Damsgaard, con Eriksen riportato in mezzo. Ma nessuna scossa fino al 20’ della ripresa, quando Hjulmand ha finalmente cambiato filosofia. Fuori Dolberg, centravant­i fantasma più che falso, e dentro Cornelius: fisico e

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