Pressing, ritmo, idee Prima domina, poi cala Danimarca: tutto qui?
Solo nel finale, cambiando assetto, la squadra di Hjulmand sfiora la vittoria. Ma è giusto il pari
Dalla Tunisia con furore. Un furore che ha messo alle corde una Danimarca stupita da un’aggressione in massa e disegnata male dal c.t. Hjulmand, con Eriksen allargato a sinistra e costretto a rincorrere il pallone per tutto il campo. La Tunisia pressava, aggrediva, si chiudeva e ripartiva: imprendibile, ma imprecisa. Quando i tunisini sono calati – a quel ritmo era impossibile resistere 90’ – e la Danimarca s’è finalmente aggiustata in un 4-3-3 sostenibile, con un centravanti (Cornelius), una mezzala creativa (Jensen) ed Eriksen restituito alla mezzala, è stata tutta un’altra storia. Ma troppo tardi per cambiare uno 0-0 più spettacolare di quanto non dica il risultato. Un pari che lascia tutto aperto e propone due interrogativi. La Danimarca è tutta qui? La Tunisia saprà reggere ancora questo ritmo? Le risposte potrebbero non essere così scontate.
I fantastici tre Nessun dubbio, invece, sui protagonisti. Tre nomi e tutti tunisini. Il regista Laidouni, uno che a guardarlo mette paura. Potrebbe somigliare ai tipi forzuti dei film, quelli che picchiano i malcapitati. Dietro a un’estetica non rassicurante, però, si nasconde un regista onnipresente dalla doppia fase: marcatore implacabile, creativo insospettabile. Energia pura. Sembrava ce ne fossero tre. Grazie anche all’intesa con il trequartista Msaki, che deve trovare continuità ma ha l’eleganza di un 10, e grazie all’asse verticale con il centravanti Jebali, ripartito più e più volte a velocità irraggiungibile. Un lottatore sempre verticale. Ha avuto una grande occasione cui s’è opposto Schmeichel. Ha imperversato. Ma tutta la Tunisia era ben organizzata in un 3-4-2-1 che creava sempre superiorità in mezzo, pressing e giropalla vorticoso. Anche tatticamente, tutt’altro che sprovveduta: prima un’aggressione spietata, senza far uscire i danesi, poi più raccolta, concedendo oltre il 60 per cento di possesso, ma pronta a scattare a ritmi vertiginosi.
Cornelius + Jensen
La Danimarca ci ha messo del suo, partendo con un 3-4-3 discutibile. Eriksen ala sinistra, quindi costretto a girare per non stare fuori dal gioco. Difesa a tre un po’ statica. I due mediani, Hojbjerg e Delaney, sotto il loro standard, soffocati dagli assalti tunisini. Per un tempo danesi neutralizzati: la brutta copia della squadra che ha sconfitto due volte la Francia in Nations League. Infortunato Delaney, un cambio sensato: dentro Damsgaard, con Eriksen riportato in mezzo. Ma nessuna scossa fino al 20’ della ripresa, quando Hjulmand ha finalmente cambiato filosofia. Fuori Dolberg, centravanti fantasma più che falso, e dentro Cornelius: fisico e