La Gazzetta dello Sport

«Cresce lo spettacolo? No, nel finale si pensa solo a non sbagliare...»

Il tecnico del Sassuolo perplesso: «Cambierà tanto per noi in panchina, soprattutt­o con le sostituzio­ni»

- Di G.B. Olivero Guida Alessio Dionisi, 42, dopo aver portato l’Empoli in A, nel 2021 è passato al Sassuolo

aramente chi cambia le regole o le abitudini del calcio si confronta, prima di farlo, con i giocatori e gli allenatori. Probabilme­nte sarebbe utile avere anche quel parere, visto che poi in campo e in panchina ci vanno loro. Da gennaio pure la Serie A potrebbe vedere allungarsi le partite: la direttiva data da Collina agli arbitri del Mondiale non resterà confinata al Qatar. Vale la pena parlarne con un allenatore moderno e solitament­e aperto alle novità.

3Alessio Dionisi, la convince il recupero extralarge?

«Non tanto. Ormai da tempo quella tra l’85’ e il 95’ è una partita nella partita. Adesso ne avremo un’altra tra il 95’ e il 105’ e non credo che sarà spettacola­re o ad alta intensità. Ma la cosa che mi preoccupa di più è l’eventuale mancanza di chiarezza. Servono dei paletti e dei parametri certi, perché si passa da un recupero soggettivo a uno quasi oggettivo. Già adesso ci sono differenze nella valutazion­e degli episodi che dovrebbero determinar­e il recupero. Se si allarga il recupero, si allarga anche il rischio di avere interpreta­zioni diverse e durate troppo differenti delle partite. Quindi sarà fondamenta­le la chiarezza. E anche la comunicazi­one».

3In che senso?

«Al Mondiale è capitato che un recupero già indicato sia stato poi allungato di alcuni minuti. In questo caso credo che sia giusta una comunicazi­one ulteriore, anche per evitare polemiche che in Italia non mancano mai. Quindi le linee guida dovranno essere chiare per tutti, così come l’informazio­ne sull’eventuale incremento del recupero».

3 Cosa cambierà per gli allenatori?

«Se davvero i secondi tempi dureranno 10 minuti in più, allora magari l’ultimo slot sarà ritardato. Però c’è l’altro lato della medaglia: se verso il 40’ del primo tempo hai un giocatore con un problemino fisico, adesso cerchi di arrivare all’intervallo senza sostituirl­o per vedere se recupera e per non bruciarti uno slot. Ma se il primo tempo dura 50’ o di più, mica puoi permettert­i di tenere in campo un calciatore in difficoltà così a lungo. Sono tante le consideraz­ioni da fare».

3 Però forse sarà un po’ più semplice mandare un calciatore in

panchina: se viene inserito al 60’, gioca quasi un tempo intero.

«È vero, chi va in panchina avrebbe la speranza di disporre di un minutaggio più ampio per incidere. La realtà è che si rischia quasi di giocare un terzo tempo. Spesso il Mondiale diventa un banco di prova importante per qualche cambiament­o epocale e potrebbe essere così anche stavolta. Però non pensiamo che il recupero lungo porti spettacolo: negli ultimi minuti la componente psicologic­a è fondamenta­le e si cerca soprattutt­o di evitare gli errori».

3Finora

l’unico arbitro che è rimasto più o meno nella media, pur alzando il tiro rispetto alle abitudini, è stato Orsato.

«In Italia siamo più conservato­ri e poi quella di Orsato era la prima partita. Ma già dal giorno dopo abbiamo visto i 27 minuti di recupero complessiv­i di Inghilterr­aIran, parzialmen­te dovuti a un infortunio, e l’andazzo è quello».

3Insomma, lei è perplesso.

«Un po’ sì, però sono anche curioso e voglio pensare positivo come sempre. E allora mi auguro che questa sia una strada per combattere le perdite di tempo e che presto si possa tornare al recupero “tradiziona­le”. Significhe­rebbe che è aumentato il tempo effettivo, cioè la cosa più importante».

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