TUTTE LE COREE DELLA STORIA DAL CAMERUN ’90 AL SENEGAL
Inghilterra, Italia, Spagna, Francia... e ora Argentina e Germania Anche le big ai Mondiali hanno perso delle partite impensabili
I
l Giappone non è la Corea. Nel senso che non ci ha ancora abituati alle sorprese dei rivali asiatici. Quella di ieri, infatti, è solo la sesta vittoria in 22 gare mondiali dei nipponici, che finora non vantavano “scalpi” clamorosi, solo Russia e Danimarca. L’Arabia Saudita, invece, che martedì ha demolito l’Argentina, ha nel passato una sorprendente vittoria nel 1994 a Washington sul Belgio di Scifo e Wilmots, gol-qualificazione agli ottavi di Al Owairan. Giappone e sauditi ora sono stati per tedeschi e argentini come la Corea, per noi italiani.
Quella del Nord Il falso dentista che mandò via Fabbri
Sì, ma quella del 1966 era però la Corea del Nord, quella del falso dentista Pak Doo-ik che bucò Albertosi e rimandò a casa gli azzurri di Mondino Fabbri. E che fece tremare anche il Portogallo nei quarti: 3-0 dopo 25 minuti, si fece rimontare 3-5 con un poker di Eusebio. Ma andando indietro nel tempo, la prima meraviglia della Coppa del Mondo è una chicca: Cuba 1938. Unica partecipazione dei caraibici nella storia grazie alla rinuncia in serie di Argentina, Colombia, Costarica e Salvador – che affrontarono agli ottavi in gara secca a Tolosa la Romania: dopo un primo 3-3 ai supplementari si disputò il replay match 4 giorni dopo e i cubani passarono 2-1 in rimonta grazie a Socorro, “aiuto” in spagnolo, autore di una doppietta nel primo match. Peccato che ai quarti con la Svezia franarono rovinosamente 8-0…
Il ko dei Maestri Gli Usa di Gaetjens e la prima Africa nel 1978
Nel 1950, primo Mondiale del dopoguerra, gli inventori del football si degnano di “scendere fra i mortali” e per la prima volta partecipano al torneo, in Brasile. Dopo aver schiacciato il Cile 2-0 al Maracanà con Mortensen (quello del gol “impossibile” con l’Italia del 1948) e Mannion, gli inglesi affrontano gli Usa, una squadra di universitari e membri dell’Asl, American Soccer League, torneo semi-dilettantistico. All’Estadio
Mineiro di Belo Horizonte il 29 giugno 1950, arbitro l’italiano Dattilo, circa 10 mila spettatori assistono alla vittoria americana firmata da Joe Gaetjens, studente di Port-au-Prince, Haiti, da tre anni borsista alla Columbia University e a tempo libero capo cannoniere della Asl, con i Brookhattan, club di New York. La ex Coppa Rimet non offre sorprese a lungo, a parte la “nostra” Corea 1966, come detto. Il 2 giugno 1978 a Rosario, in Argentina, arriva la prima vittoria di una nazionale africana: la Tunisia del c.t. Chetali, solo 38 anni, supera il Messico di Hugo Sanchez 3-1 in rimonta, e poi impone il pari (0-0) alla Germania Ovest dei Muller e di Rummenigge.
Europa, che botte L’Algeria di Madjer Marocco e Camerun
Per i tedeschi la prima grande “botta” è rimandata di 4 anni: il 16 giugno 1982 a Gijon, al Molinón, la Germania debutta con l’Algeria e soccombe (2-1) alle reti di Madjer, il tacco di Allah (poi vincitore della Coppa Campioni col Porto), e Belloumi. Quella Germania poi arriva in finale dopo l’1-0 che “salva” l’Austria nel girone e fa fuori proprio gli algerini. È un’altra maghrebina, nel 1986, a fare il colpaccio: il Marocco del c.t. brasiliano Faria, convertito all’Islam, l’11 giugno a Guadalajara in Messico supera il Portogallo di Futre per 3-1, con doppietta di Khairi, e chiude in testa il girone F con Inghilterra e Polonia (due 0-0). Agli ottavi è la Germania con Matthäus a eliminarli. Ma la più grande impresa di una africana è quella dei Leoni Indomabili nel match inaugurale di Italia 90, con l’Argentina campione in carica di Maradona. A
San Siro il colpo di testa di Omam Biyik, che gioca a Laval, B francese, e passerà dalla Samp nel 1997, trafigge un colpevole Pumpido. Il Camerun batte anche la Romania, vince il gruppo, supera la Colombia di Higuita e Valderrama agli ottavi grazie alla leggenda Roger Milla e viene eliminato ai quarti dall’Inghilterra nei supplementari.
2002, quanti exploit Il Senegal di Metsu La Corea di Hiddink
Dopo l’exploit dei sauditi sul Belgio nel 1994 – citato prima -, 4 anni dopo a Nantes la Spagna del c.t. Clemente e dei Raul, Hierro e Luis Enrique è umiliata e di fatto eliminata dalla Nigeria di Okocha e di Oliseh che vince 3-2, è prima nel girone e poi cade con la Danimarca dei Laudrup agli ottavi. Nel 2002 in Asia il debuttante Senegal del c.t. francese Metsu castiga 1-0 i campioni del Mondo, con Henry e Trezeguet, Thuram e Desailly, Vieira e Djorkaeff. Decide Papa Bouba Diop, 24enne del Grasshoppers, e il Senegal raggiunge i quarti, fatto fuori dall’altra sorpresa, la Turchia. Ma questo è il Mondiale della Corea del Sud di Hiddink, padrona di casa, che con l’aiuto anche degli arbitri supera il Portogallo di Figo, l’Italia del Trap e la Spagna. La ferma Ballack in semifinale. In Brasile nel 2014 la Costarica elimina gli azzurri di Prandelli con gol di Bryan Ruiz, ieri ancora in campo contro la Spagna. Infine in Russia ancora la Germania subisce due ko che per la prima volta nella storia la lasciano fuori ai gironi. Il Messico la batte 1-0 col futuro napoletano Lozano e a Kazan il 27 giugno 2018 ecco… l’ennesima Corea, del Sud per loro, 2-0 per gli asiatici guidati da Son del Tottenham. Perché c’è una Corea per ogni grande.