IL MONDO SOTTOSOPRA
Calcio globalizzato e piccole evolute Così le big stentano Arabia e Giappone, ma anche Tunisia e Canada Tutte le grandi del Mondiale sono ormai avvertite
Incredibile è una parola che nel calcio comincia a essere fuori luogo. Incredibile la Germania che crolla con il Giappone e l’Argentina atterrata dall’Arabia. Ma anche la Croazia fermata dal Marocco e la Danimarca messa alle corde dalla Tunisia dovrebbero essere poco credibili. Non parliamo dell’entusiasmante Canada che sembra travolgere il Belgio e perde ingiustamente. Eppure succede. Sempre più spesso. Soprattutto all’inizio dei tornei. Poi la storia riprende il controllo delle sue pedine e la statistica dice che, dal 1974, inizio dell’era moderna, ci sono state 36 semifinaliste europee, 11 sudamericane (sempre Brasile, Argentina e Uruguay) e un’asiatica, la Corea del Sud, ma soltanto perché la Fifa di Blatter aveva deciso che un’asiatica dovesse rompere quel muro. Zero africane, ferme ai quarti (Ghana, Senegal, Camerun). Zero nordamericane. Zero tagliato, naturalmente, dall’Oceania. Come nel campionato: le prime giornate sono quelle più a rischio per le grandi, poi le piccole si tranquillizzano e vincono Juve, Milan, Inter, Bayern, Psg, Real, Barça. Ma forse qualcosa sta cambiando.
Chiavi giuste L’Argentina ha perso perché ha mostrato un alla lunga monotono, con giocatori chiave in difficoltà e sopravvalutati, e Messi che non può fare sempre Messi. La Germania è caduta sprecando, scusate, l’incredibile, ma a Berlino e dintorni non erano all’oscuro della situazione. I tedeschi hanno perso di recente due volte con la Macedonia del Nord e anche con l’Ungheria che noi abbiamo strapazzato. Alle loro debolezze ha fatto da contraltare un gioco coraggioso, interessante e vario delle rivali. L’Arabia Saudita ha corso, storicamente sa farlo bene. Ma anche tatticamente ha trovato le chiavi giuste per non dare punti di riferimento. Non si capiva bene se il sistema fosse a quattro o a cinque. A un certo punto la fascia destra era diventata devastante. Anche tecnicamente alcuni sauditi non erano male. E il Giappone? A due facce, ma la seconda mette paura. In passato li descrivevamo come soldati disciplinatissimi ma senza fantasia, ora oltre ai capelli biondi ci sono cambi di fascia, sovrapposizioni, incursioni veloci. Non ci sono più giocatori improbabili.
Conoscenze Vista la Tunisia? Per un’ora ha fatto impazzire la Danimarca che, come la Germania, gestiva in orizzontale cercando di trovare lo spiraglio che non c’era. La Tunisia, chiusa, però aggrediva e puntava in verticale. Il Canada è stato un’aggressione continua e sengioco za il rigore parato da Courtois chissà... Arabia, Tunisia e Canada non sanno cosa sia la gestione. Neanche il Marocco ieri ha pensato a proteggersi, la profondità veniva cercata sempre e comunque. È il calcio globalizzato, bellezza. Le distanze sul breve si stanno riducendo, alla lunga è più difficile pareggiare i conti. Prima di vedere Giappone e Tunisia in semifinale ci vorrà tempo, ma le informazioni, il supporto digitale, le conoscenze dei tecnici stanno seminando cultura. La Macedonia s’è difesa strenuamente contro di noi, ha rinunciato a giocare, ma dopo mezzora ha capito la nostra debolezza, l’insistenza sullo stesso schema sbagliato – lanci alti in area per un attacco “mini” –, e s’è organizzata in tal senso.
La prima giornata?
Ora però calma. Questa è sempre la prima giornata. Alla prima, nel 1982, la Germania Ovest perse con l’Algeria e passò solo accordandosi con l’Austria. Quattro anni fa, alla prima, Germania ko con il Messico e Argentina fermata dall’Islanda. La storia si ripete, si sa. C’è soltanto da capire se lo fa più spesso di prima. Se fossimo Portogallo e Uruguay, comunque, oggi non saremmo tranquillissimi.