La Gazzetta dello Sport

Inaki Williams «Ho scelto il Ghana per mio nonno»

Il fratello Nico gioca nella Spagna, lui ha cambiato idea dopo un viaggio in Africa: «Adesso mi sento ghanese»

- Ghanese di lui. di Filippo Maria Ricci

Ieri Nico Williams ha debuttato al Mondiale con la Spagna, oggi suo fratello Iñaki lo fa col Ghana. Sono figli di genitori ghanesi, entrati in Spagna come clandestin­i e poi stabilitis­i a Bilbao. Quindici mesi fa avevamo intervista­to Iñaki e ci aveva detto che non avrebbe mai giocato col Ghana perché riteneva di togliere il posto a una persona che si sentiva più

3Cos’è cambiato?

«A marzo il presidente federale è venuto a Bilbao per cercare di convincerm­i a giocare con le Black Stars. Gli ho detto di no, ripetendo ciò che avevo detto a lei. Poi ne ho parlato con i miei genitori, e anche loro spingevano perché accettassi. Il Ghana ha conquistat­o i Mondiali, uno stimolo in più, e il ct Otto Addo mi ha chiamato un sacco di volte. Ma io non ero convinto. Quest’estate avevamo programmat­o un viaggio famigliare in Ghana. Siamo andati a trovare mio nonno Richard, ultranovan­tenne: mi ha abbracciat­o, ci siamo seduti a parlare e quando è venuto fuori il tema della nazionale i suoi occhi si sono accesi. “Il mio sogno è sempre stato che uno dei miei nipoti potesse giocare nel Ghana”. E da Iñaki sono tornato ad essere Kweku, il mio nome ghanese».

3Questo Mondiale per lei sembra un cambio di vita.

«In parte è vero, ma ci sono cose che erano già parte di me. Il cibo per esempio: io e Nico adoriamo la cucina di nostra madre e qui l’ho ritrovata, con grande gusto. La lingua, il ‘twi’ che parlo con mia madre. E i canti: nella quotidiani­tà e nel rituale della squadra la musica è fondamenta­le, e molte canzoni le conoscevo perché sono temi religiosi che mia mamma mi cantava quando ero piccolo. I primi giorni non smettevo di fare video per mandarli alla chat di whatsapp dell’Athletic: sono impazziti!».

3Sta incontrand­o sé stesso?

«Io sono abituato a stare in uno spogliatoi­o dove a parte mio fratello, sono tutti bianchi. Qui sono tutti neri, ma ovviamente non è una questione di pelle: mi riferisco al vissuto di questi nuovi compagni. Senti, vedi, sai che hanno un vissuto simile al tuo: storie di emigrazion­e, di povertà, di difficoltà, di ostacoli da superare. C’è una sensazione di condivisio­ne molto forte».

3E a Nico cosa dici?

«Siamo profession­isti e so cosa significa giocare con la Spagna, per lui e per la sua carriera. Diciamo che sono due mondi separati, quello famigliare e quello sportivo. Spero di poterlo incontrare più avanti nel torneo e mandarlo a casa, con mio nonno che guarda la partita e tifa per me!».

Spero di incontrare mio fratello e di mandarlo a casa Inaki Williams Sull’eventuale derby in famiglia

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