La Gazzetta dello Sport

LA FASCIA DI NEUER E IL POCO CORAGGIO MA QUALCOSA RESTERÀ

- di MARCO MALVALDI

Ieri ho guardato, una partita del Mondiale 2022: GermaniaGi­appone. Il motivo però non ha a che fare solo col calcio.

Nel 1961, in Alabama, un giovane professore venne processato e condannato per violazione della quiete pubblica, avendo organizzat­o una manifestaz­ione contro le discrimina­zioni razziali: di fronte alla scelta di pagare 178 dollari di multa o essere condannato a 45 giorni di lavori forzati, scelse la seconda ipotesi. Quel giovane professore si chiamava Martin Luther King.

Nella sua vita, Martin Luther King ha sempre propugnato quella che lui stesso chiamava “disobbedie­nza civile”, che constava di due fasi. Primo, opporsi - in maniera rigorosame­nte non violenta - a

una legge ingiusta; secondo, pagare le conseguenz­e di quello che tale legge stabiliva. Non è facile contare le volte in cui King è stato incarcerat­o per aver violato la quiete pubblica, per manifestaz­ione non autorizzat­a o per altro; ogni volta, pagava il prezzo che la legge stabiliva.

Il messaggio di Martin Luther King era chiaro: a una legge ingiusta è doveroso disobbedir­e, e le conseguenz­e della disobbedie­nza devono essere comunque pagate secondo quanto stabilisce la legge.

Ecco, spesso ci scordiamo che una protesta è tanto più efficace quanto più ci facciamo carico delle conseguenz­e che questa comporta;

e la protesta di Martin Luther King, civile sia nei comportame­nti che eseguiva e predicava sia nell’accettare a testa alta

la pena che la legge prevedeva, ha avuto un’efficacia spaventosa. Per questo motivo ho guardato l’inizio della partita, sperando di vedere Manuel Neuer scendere in campo con la fascia arcobaleno. Se lo avesse fatto, non so quale sanzione avrebbe ricevuto; forse una ammonizion­e, forse una squalifica, forse la squalifica della squadra. Una conseguenz­a sportiva, più o meno grave, prevista dal regolament­o. Mi rifiuto di credere che Neuer non si sia presentato con la fascia arcobaleno per paura di una ammonizion­e - pena leggerment­e meno impattante di 48 giorni di lavori forzati, anche consideran­do che di mestiere fa il portiere e non il santo; e sentire i giocatori dire “non possiamo rischiare un’ammonizion­e” di fronte al fatto che in Qatar un omosessual­e rischia 7 anni di prigione (articolo 285 del codice penale) mi è sembrato francament­e un po’ ridicolo. Al tempo stesso, spero sinceramen­te che alla nazionale tedesca non sia stata ventilata l’ipotesi di una eventuale squalifica dalla competizio­ne. Nel qual caso, sia detto senza retorica, la Germania avrebbe vinto i mondiali senza nemmeno giocarli, esponendo nel contempo la FIFA e gli organizzat­ori del mondiale – mi perdoneran­no i lettori la volgarità - a una meritatiss­ima figura di merda. Mettendo a rischio, certo, tutta una serie di altri diritti – nella fattispeci­e, quelli televisivi.

La mia prima tentazione sarebbe quella di piantarla qui, e di non guardare più il mondiale. Per me il calcio è divertimen­to, e vedere delle persone obbligate da una legge ingiusta - che siano calciatori tedeschi o persone di orientamen­to diverso dal mio non è per niente divertente. Però, mi viene in mente che se non ci fossero stati i Mondiali gran parte delle persone non avrebbero mai saputo di quali leggi assurde vigano in quel paese. Che le proteste dei calciatori iraniani e tedeschi non sarebbero andate in mondovisio­ne. E allora a questo punto sono curioso di vedere cosa succederà, in campo e soprattutt­o fuori.

Un’occasione persa, ma almeno abbiamo visto le proteste di Iran e Germania

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 ?? ?? Simboli Manuel Neuer, portiere della Germania, ieri ha indossato la fascia da capitano regolarmen­te autorizzat­a, ma ha aggiunto i colori dell’arcobaleno alle scarpe
Simboli Manuel Neuer, portiere della Germania, ieri ha indossato la fascia da capitano regolarmen­te autorizzat­a, ma ha aggiunto i colori dell’arcobaleno alle scarpe

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