La Gazzetta dello Sport

CHARLES VUOLE ESSERE IL LEADER TITOLO IN DUE ANNI O PER IL FUTURO...

Tre vittorie nel 2022 ma anche tante gare in cui ha pagato caro gli errori Ferrari Dopo il 2024? La Mercedes lo corteggia

- Di Luigi Perna

L’ultima gara della stagione gli ha restituito il sorriso che mancava da un po’. È come se Charles Leclerc si fosse tolto un peso, portando al termine la missione di conquistar­e almeno il secondo posto in campionato, strappato a Sergio Perez con la volata da batticuore di Abu Dhabi. Per il ferrarista era una questione di orgoglio. Fino all’estate aveva lottato per il titolo contro Max Verstappen, prima che la Red Bull prendesse il largo, quindi la piazza d’onore del Mondiale sentiva di meritarsel­a. Il finale dolce non ha però cancellato le tante amarezze del monegasco, che ha definito il 2022 un’annata di «alti e bassi come sulle montagne russe», nonostante tre vittorie e nove pole position.

Scelte a sfavore

«Ci è mancata l’affidabili­tà della power unit, abbiamo fatto troppi errori di strategia e siamo stati incostanti nella gestione delle gomme. In quanto a me — ha spiegato Leclerc — avrei dovuto evitare incidenti come quelli di Imola e soprattutt­o della Francia». Il monegasco è uno abituato ad autocritic­arsi fino all’eccesso. Ma non sono stati certo il terzo posto perso a Imola e il successo sfumato a Le Castellet ad aver fatto la differenza in un bilancio che lo ha visto indietro di 146 punti rispetto a Verstappen. Hanno pesato certamente di più la confusione a tratti imbarazzan­te del muretto della Ferrari e la parabola discendent­e nelle prestazion­i, imputabile a un ritardo nel ritmo di sviluppo della macchina rispetto a Red Bull e Mercedes. Inoltre ci sono stati episodi che Leclerc non ha mandato giù. Due su tutti: il modo in cui sono state gestite le scelte tattiche a Montecarlo, privandolo del trionfo nella gara di casa fosse al comando, e il fatto che la sua strategia sia stata sacrificat­a a Silverston­e in favore del compagno di squadra Carlos Sainz. Il ferrarista ne ha parlato in una intervista al quotidiano francese L’Equipe, ammettendo che sono stati momenti «difficili da vivere, fra cui Montecarlo il più doloroso».

Ruolo È evidente che qualcosa va cambiato nella catena di comando della Ferrari, per arrivare a decisioni più rapide ed efficaci, un altro concetto espresso da Leclerc. Ma il vero, grande tema in questione è il suo ruolo di leader all’interno della squadra. Una posizione che Charles si era guadagnato nel 2019, emergendo vincitore dal confronto interno con Sebastian Vettel, e che invece è stata rimessa spesso in discussion­e quest’anno. Il duro faccia a faccia con Mattia Binotto nel dopogara di Silverston­e, poi “medicato” dalla visita riparatric­e del team principal a Montecarlo con tanto di cena nel ristorante più visibile dai paparazzi, è stato il momento di massima tensione. Il malumore di Leclerc però è andato avanti, venendo fuori a intervalli regolari, perché il monegasco non si sentiva abbastanza ascoltato o supportato dalla squadra. È successo anche in Brasile, alla penultima gara, quando il box gli ha detto “no” alla richiesta di scambio di posizioni con Sainz per rafforzare il secondo posto nel Mondiale. «È qualcosa che non dipende da me, quindi preferisco concentrar­mi su quello che posso gestire e sulla mia guida. Il mio lavoro — ha detnonosta­nte to ancora Leclerc all’Equipe — è fare il meglio possibile e allora il team deve spingere nella mia direzione». Un messaggio piuttosto chiaro. Non si tratta di pretese capriccios­e. È giusto che un pilota del calibro di Leclerc debba sentirsi al centro del progetto, come lo è Verstappen alla Red Bull e come lo è stato Lewis Hamilton negli anni dello strapotere Mercedes, altrimenti quale fiducia può avere nel team?

Contratto

È evidente che, al di là delle smentite di facciata, qualcosa si sia incrinato nel rapporto fra Binotto e Leclerc. Mentre resta salda l’intesa con Sainz. Tuttavia è impensabil­e che le scelte del presidente John Elkann in merito al futuro del team principal della Ferrari possano dipendere dai “desiderata” del pilota. Le valutazion­i saranno basate su altri elementi. Charles ha lavorato molto bene nel 2018 con Frederic Vasseur, il team principal dell’Alfa Romeo che lo fece debuttare in

F.1, favorito per prendere il posto di Binotto nel caso di un cambio al vertice. Ma questo è relativo. Tanto più che l’entourage di Leclerc, rappresent­ato dal manager Nicolas Todt, non sta spingendo per questa soluzione. Il contratto di Leclerc con la Ferrari scadrà alla fine del 2024, e sino ad allora c’è da ritenere che il monegasco resterà a Maranello, anche perché il suo obiettivo dichiarato è provare a conquistar­e il Mondiale con la rossa, la squadra per cui gli batte il cuore da sempre. Però il Predestina­to vuole vincere il prima possibile, mentre Elkann ha dichiarato che si aspetta un Mondiale dalla Ferrari entro il 2026. Non è da escludere che, se il piano fallisse nei prossimi due anni, il monegasco potrebbe guardarsi attorno e valutare alternativ­e, con la Mercedes di Toto Wolff già pronta a fargli ponti d’oro.

Non c’è soltanto l’obiettivo del Mondiale: il pilota vorrebbe sentirsi al centro del progetto

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