BERRETTINI ANIMA AZZURRA PARTE DA TIFOSO MA C’È IL SOGNO DEL DOPPIO
Il finalista di Wimbledon 2021, infatti, è a tutti gli effetti parte della squadra nonostante abbia dichiarato di non essere in grado di giocare, e se dovesse accadere il miracolo della guarigione totale, come un Lazzaro tennistico, allora Volandri potrebbe tranquillamente schierarlo.
La giornata Berrettini è arrivato di prima mattina a Malaga ed è corso al palazzetto per fare fisioterapia e lavoro in palestra. Primo incontro: alcune signore in giallorosso (Spagna, non Roma) ad aspettarlo per un selfie, rito a cui lui, ancora abbastanza addormentato, si è prestato con pazienza.Una lunga seduta di stretching accompagnato dal preparatore atletico, e poi subito ai campi dove Musetti, Sonego, Fognini e Bolelli avevano appena terminato la sessione mattutina. Per Berrettini un’ora intensa insieme a uno sparring partner d’eccezione come Filippo Volandri. Sembrava quasi un esame di idoneità sotto gli occhi attenti di Umberto Rianna, il tecnico azzurro che da tanti anni segue Berretto insieme a Vincenzo Santopadre. Un po’ di scambi anche ad alta intensità, rovesci lungolinea, rovesci incrociati, smash, il tutto senza forzare troppo il piede che sembra si stia finalmente riprendendo dall’infezione che lo aveva fermato subito dopo Napoli. Rimanere in gruppo, non essere sostituito è un gesto che Matteo Berrettini ha molto apprezzato. Perché oltre alla guarigione del piede, il romano deve anche curare le ferite dell’anima, in una stagione che lo ha visto molto più fuori che dentro al campo: «Essere stato chiamato anche con la quasi certezza di non poter scendere in campo è il riconoscimento di una parte molto importante per Matteo, ovvero l’aspetto umano e caratteriale - spiega Stefano Massari, il suo mental coach -. Volandri ha pensato sicuramente che lui possa costituire un elemento di differenza e di valore anche se non può scendere in campo e questo, per l’uomo e per il giocatore Berrettini, ha grande importanza, perché ha lavorato su questo aspetto per tutta la sua vita da atleta».
Pensiero stupendo Vedendolo in campo, un pensierino (stupendo) si potrebbe anche fare. Magari, se continuasse a migliorare e l’Italia passasse il turno potremmo anche vederlo in dop
Matteo porta valore anche se non può scendere in campo
Stefano Massari Mental coach di Berrettini
Sincerità Il c.t. americano Fish: «Senza Sinner e Berrettini, il mio collega Volandri ci perde»
Alle 10 la sfida contro gli Usa, con Matteo infortunato nel box. Se l’Italia dovesse passare il turno si spera nel miracolo, magari in coppia
pio, ma per il momento la formazione titolare Bolelli-Fognini è confermatissima. Così come Lorenzo Musetti e Lorenzo Sonego come numero 1 e numero 2 in singolare. Il capitano oggi annuncerà la formazione ufficiale un’ora prima dell’inizio della sfida. Ieri, intanto, si è visto un Musetti in grande forma. Rapidità, classe peso di palla. Dall’altra parte della rete, Taylor Fritz (se verrà confermato) avrà il suo bel da fare, soprattutto perché arriva da una settimana intensa alle Finals, dove si è arreso in semifinale a un Novak Djokovic tirato a lucido: «I campi sono un po’ più veloci rispetto a Bologna ma si sono allenati tutti bene e vedo un'ottima atmosfera - ha spiegato coach Tartarini -. Lorenzo ha raccolto negli ultimi mesi quanto di buono ha fatto, e ha dimostrato di essere competitivo su tutte le superfici. Una bella rivincita rispetto a quanti non lo ritenevano adatto al veloce. A Parigi Bercy ha battuto Casper Ruud, e se gioca il suo tennis, Musetti, può battere chiunque». Anche Gipo Arbino, il tecnico di Lorenzo Sonego è fiducioso nelle condizioni del suo pupillo, tornato dalle vacanze pochi giorni fa come del resto ha fatto anche l’omologo americano, Frances Tiafoe: «Lorenzo tiene moltissimo alla nazionale e si è allenato per essere il più in forma possibile. Con Tiafoe non sarà facile su questa superficie, a Bercy Lorenzo ci ha perso ma davvero per poco». Lo ha riconosciuto anche Mardy Fish, il capitano Usa: «Lo scorso anno Sonego fece una grande partita battendo Opelka. Certo, senza poter contare su Berrettini e Sinner, l’Italia risulta inevitabilmente diversa. È una bella perdita per il mio collega non averli». Intanto, Matteo c'è.