TEMPO EFFETTIVO URGE LA RIFORMA L’ARBITRO È SOLO
empo effettivo: ma è tanto difficile metterlo in atto nel calcio? I megarecuperi che vediamo a sorpresa nel Mondiale mi sembrano il trionfo della discrezionalità.
Giuseppe Altrini
La Gazzetta si è occupata del tema, in particolare con i servizi e le riflessioni di Matteo Dalla Vite e Luigi Garlando. La rimando a quelle opinioni per un quadro d’insieme. A mio avviso il calcio deve approdare al più presto al tempo effettivo, azzerando questa «terra di mezzo» che farà nascere infinite e inutili discussioni. Si gioca troppo poco e si perde tempo per ogni cosa: punizioni dal limite, calci d’angolo, rigori, proteste assortite, Var, rimesse laterali, sostituzioni. Escluso che l’arbitro possa tenere a mente tutto ciò, anche perché gli si richiede una massa di compiti incredibile, compreso il prendere nota degli ammoniti con taccuino e matita (magari sotto la pioggia): cose grottesche nel 2022. Prevedere ufficiali di campo come accade nel basket, con compiti di cronometristi e di supporto «notarile» agli arbitri non può essere un problema. E basterà collegare il cronometro ufficiale ai tabelloni da stadio, perché ogni spettatore possa rendersi conto di quanto rimane da giocare. Per uno sport che muove miliardi di dollari o euro e milioni di tifosi, questa innovazione sarebbe quasi una banalità dal punto di vista tecnico-logistico e dei costi.
Fatto questo passo, a mio avviso imprescindibile, mi chiedo perché non dovrebbero essere permessi almeno un paio di time-out ai tecnici, la cui possibilità di incidere sulla partita a gioco in corso è attualmente molto limitata e costringe gli allenatori a urla controvento che praticamente nessuno sente. Aver inventato l’area tecnica (peraltro molto limitata) in cui i «mister» possono almeno muoversi è un’ammissione di colpa, senza aver riparato il danno. Perché mai non si può intervenire in corsa per discorsi motivazionali o tattici, che fra l’altro renderebbero più avvincente la trama?
Infine un’altra proposta: perché i giocatori sostituiti debbono uscire dalla partita definitivamente? A che logica risponde? Anche in questo caso tutto sarebbe più emozionante e imprevedibile con cambi in corsa, secondo le esigenze del momento. Se abbiamo digerito il divieto ai portieri di raccogliere con le mani un retropassaggio volontario di un compagno e le cinque sostituzioni, potremmo ben accogliere anche queste novità. Tutto troppo simile al basket? Certo, è una tendenza che è in corso da anni, dal pressing ai blocchi e agli «schemi». Ed è normale che sia così: sono due sport concettualmente simili. Il calcio è molto più complesso, ma evolvendosi non può che puntare in quella direzione. Accade da mezzo secolo.
Il direttore di gara ha tanti compiti delicati, che potrebbero essere svolti da uno staff