La Gazzetta dello Sport

L’ora dell’uomo-jet È UN NUOVO «A ME LA COPPA MA PER VINCERLA TIRERÒ IL FRENO»

Domme e un obiettivo: «Su alcune piste dovrò limitare i rischi. Io, Jacobs, Bagnaia: l’Italia va veloce, forse siamo un po’ pazzi»

- Di Paolo Marabini TEMPO DI LETTURA

inalmente, era ora». Domme scalpita. C’era pure lui in pista a Soelden il 23 ottobre, nel gigante d’apertura, ma per rompere il ghiaccio. La sua stagione, di fatto, scatta oggi a Lake Louise, nella “sua” discesa. E come è lontano il morale sotto gli scarponi di nove mesi fa, dopo l’Olimpiade da dimenticar­e. Basta sentirlo parlare e Dominik Paris sembra un altro, rigenerato da tante novità.

3Domme, dopo Pechino sembrava quasi volesse smettere...

«Ero frustrato, semplice. È stata una stagione difficile, ho fatto fatica. Sicurament­e s’è sbagliato qualcosa già in sede di preparazio­ne. E un po’ di colpa la do anche al fatto che abbiamo lavorato solo sui ghiacciai: mi ha fatto più male che bene. Quello è un fondo tutto uguale, io invece amo la neve invernale, mi piace variare».

3Una discesa e due superG: in che condizioni si presenta a questo primo weekend di velocità?

«Sono soddisfatt­o del lavoro svolto finora e i test mi hanno dato risposte incoraggia­nti. Ma la gara è un’altra cosa. Comunque, rispetto a un anno fa, sono ben più avanti. Mi sento molto meglio. Anche mentalment­e».

In che senso?

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«Lavorare con uno staff personale era quello che mi serviva. Mi ha semplifica­to un po’ le cose, mi ha dato più tranquilli­tà e reso tutto più divertente».

3In

questi giorni festeggia 30 anni sugli sci. Che ricordi ha del primo Domme?

Ride: «Ho fatto solo questo per tutta la vita... Ricordi? So che mi divertivo molto. Per la verità non ho mai smesso di divertirmi».

3A

proposito di ricorrenze: sono dieci anni dal primo trionfo.

«Già. La discesa di Bormio: stesso tempo di Reichelt, 1/100 davanti a Svindal...».

3 Dicono che lei dalla Stelvio potrebbe scendere a occhi chiusi. «Se è per questo, giù dalla Stelvio gli occhi ti si chiudono da soli... Battute a parte, diciamo che conosco a memoria ogni centimetro, questo sì».

Perché le piace così tanto?

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«Perché è una pista tosta, esigente, che ti richiede il massimo. O attacchi o perdi. Lì sfidi la pista prima degli avversari».

3Ha

vinto un po’ ovunque, anche a Lake Louise, nove anni fa. Le mancano giusto il Lauberhorn di Wengen e la Saslong della Val Gardena.

«Mi mancano, sì. E sarebbe ora di colmare la lacuna. Ci riprovo».

E c’è pure la Coppa di discesa.

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«È il mio grande obiettivo. E per centrarlo dovrò cambiare atteggiame­nto, essere più calcolator­e. Io sono sempre sceso per puntare al massimo risultato. Vuol dire correre dei rischi: basta un errore e, da primo, ti ritrovi ventesimo. Ora cambierò strategia, in alcune gare sarò più prudente per incassare punti sicuri. La Coppa si vince così, l’ha dimostrato Feuz».

Dopo tanto tempo non sarà facile violentare la sua indole.

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«Se da dieci anni mi sfugge, perché non provare a cambiare?»

3Lei

ha vinto soprattutt­o in discesa (17 volte su 21), ma i trionfi più prestigios­i sono arrivati dal superG: titolo iridato e Coppa del Mondo. Come lo spiega?

«È successo nel 2019, quella stagione è stata la mia migliore: volavo, mi giocavo tutto al limite. Diciamo che mi poteva andar bene anche in discesa, ma è andata diversamen­te».

Dopo l’infortunio al ginocchio del gennaio 2020, in superG ha stentato. Come mai?

«Ho preferito concentrar­mi sulla

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discesa anche per capire le risposte del ginocchio. In superG avrei fatto più fatica a tornare al top, ma adesso penso di esserci».

3Jacobs, Paris, Bagnaia: l’Italia regno della velocità?

«La velocità ce l’abbiamo dentro. Forse perché noi italiani siamo un po’ più pazzi degli altri...».

3 Facciamo un gioco: Jacobs sugli sci e lei sui 100 metri.

«Jacobs sugli sci non ce le vedo. Ma io sui 100 ancora meno. Farei più fatica che a scendere per due minuti giù dalla Stelvio».

3Lei

è un ottimo cuoco. Tre avversari che inviterebb­e a cena? «Feuz, Kilde e Mayer. Il menu? Di sicuro carne e buon vino».

Sono loro quelli da battere per la Coppa di discesa?

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«Ce ne sono diversi. Crawford, per esempio. Odermatt? Non può che migliorare anche in discesa. Intanto non vedo chi gli possa sfilare la Coppa assoluta».

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 ?? PENTAPHOTO ?? Quindicesi­ma stagione Dominik Paris, 33 anni, ha già alle spalle 14 stagioni in Coppa del Mondo
PENTAPHOTO Quindicesi­ma stagione Dominik Paris, 33 anni, ha già alle spalle 14 stagioni in Coppa del Mondo

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