Il c.t. predica calma e fiducia: «Non cambiamo tutto per una gara»
Sarà una partita a scacchi, tra due argentini che sono stati anche compagni di squadra, nel Newell’s Old Boys, stagione 1994-95. Lionel Scaloni aveva 17 anni, Gerardo “El Tata” Martino 33. Entrambi con sangue italiano nelle vene: il tecnico dell’Argentina con antenati di Ascoli Piceno, quello del Messico con nonni partiti da Ripacandida (Potenza). È il Tata a far capire che sarà una partita molto tattica. «L’Argentina di Scaloni all’inizio giocava soprattutto in ripartenza, ora cerca il dominio, come piace a noi. Ma contro avversari poderosi possiamo anche decidere di aspettare. Sappiamo fare entrambe le cose. Vedremo. Di certo non firmo per il pari. Non stiamo molto meglio dell’Argentina con un punto solo». Aspettiamoci una partita aperta, intensa, calda, ma anche molto ragionata: i c.t. dovranno scegliere quando occupare il centro del ring e quando rifugiarsi all’angolo in attesa del colpo d’incontro.
Scaloni cambia
La promessa di Scaloni: «La sconfitta con l’Arabia non ci cambierà. Giocheremo come sempre, con il nostro stile, la nostra identità, la nostra forza. Una partita sola non può cambiare tutto quello che di buono abbiamo fatto. Capisco le difficoltà psicologiche che hanno trovato i debuttanti. Esordire in un Mondiale con la maglia dell’Argentina non è come esordire con un’altra maglia». Alla luce di questo proclama, non ci aspettiamo una rivoluzione nella formazione, nonostante il tonfo storico. Solo ritocchi. Di sicuro al centro della difesa non ci sarà Cristian Romero, in grande difficoltà all’esordio. L’ex juventino ha giocato solo 8 partite in Premier, l’ultima il 19 ottobre. Presentarlo in campo è stato un azzardo. Contro il Messico ci sarà Lisandro Martinez che ha disputato un ottimo avvio di stagione nel Manchester United. A rischio anche i due terzini, tra i primi colpevoli tatticamente contro l’Arabia, perché non hanno aiutato la squadra a rialzarsi e a uscire dal pressing. Alle spalle di Molina e Tagliafico spingono Montiel e Acuna. Quasi certa anche l’esclusione del Papu Gomez, a vantaggio di un centrocampista. Il casting comprende: Enzo Fernandez del Benfica, entrato benino nella ripresa per l’affannato Paredes. Potrebbe essersi meritato la conferma. Nella finale di Coppa America contro il Brasile, al Maracanà, era stato invece Guido Rodriguez, solido mediano del Betis a sostituire Paredes. Superata una leggera indisposizione, la candidatura di Rodriguez ha ripreso forza. In corsa anche Alexis Mac Allister, centrocampista del Brighton di De Zerbi, che aveva sostituito l’infortunato Lo Celso nel test pre-mondiale con gli Emirati Arabi. L’idea di non stravolgere la squadra per confermare la fiducia nella formazione dei 36 risultati utili consecutivi porterebbe alla conferma di Paredes e De Paul e quindi a un 4-3-3 con il vincitore del casting al posto del Papu. Però le difficoltà atletiche di Paredes sono state notevoli, per cui non c’è da escludete due novità in mediana accanto all’ex udinese De Paul. Nella conferenza stampa di ieri, Scaloni non ha scoperto le carte. Ha regalato solo un bel pensiero per Diego Maradona, nel secondo anniversario della scomparsa: «Oggi (ieri ndr) è un giorno triste, domani (oggi ndr) speriamo di regalare allegria a Diego che ci seguirà da lassù».
Speriamo di regalare allegria a Diego che ci segue da lassù
La sconfitta alla prima? Terremo comunque il nostro stile... Scaloni sull’Argentina che affronterà oggi il Messico