Brilla il Messi iraniano, l’oppositore del regime che non doveva giocare
La punta del Leverkusen ha rischiato l’esclusione per motivi politici, ma il c.t. Queiroz ha tenuto duro
Non è il 2006 e quei due non sono Lippi e Gattuso. Ma quando al 108’ (ormai si dice così) l’arbitro ha fischiato la fine, Azmoun è andato da Queiroz e gli ha preso il collo che sembrava quasi strangolarlo. La telecamera non smetteva di inquadrarli. Il c.t. ha avuto un secondo di smarrimento, poi ha cominciato a ridere, infine i due si sono abbracciati. Proprio come Gattuso e Lippi a Berlino. Quella era la coppa del mondo, ma questo successo, per l’Iran, è una coppa del mondo. «A volte perdi la dignità, l’onore, ma ovviamente nella prima partita il nostro orgoglio sanguinava. Questa è stata un’opportunità per rialzarci», ha detto il c.t. che ha dato una maglia da titolare ad Azmoun, in panchina inspiegabilmente al debutto. Sardar Azmoun, il Messi iraniano come lo chiamano a Teheran, è stato uno dei grandi protagonisti del 2-0. Tutti straordinari, ma lui, Gholizadeh, Rezaeian e Ezatolahi di più.
Contro il regime
Azmoun compirà 28 anni il 1° gennaio. Dal 2013 gioca all’estero, Rubin, Rostov, Zenit, dopo la crisi è andato in Germania, al Leverkusen. È al suo secondo Mondiale. Attaccante centrale moderno, alto, potente, un lottatore di buona tecnica, parte in velocità e punta dritto la porta. Il terzo marcatore di sempre della nazionale, 41 gol, ma primo per coraggio. S’è esposto pubblicamente contro il regime e la convocazione è stata in dubbio fino all’ultimo. Sembra che Queiroz abbia resistito a forti pressioni, lui se l’aspettava: «Essere cacciato dalla Nazionale sarebbe un piccolo prezzo da pagare rispetto anche a un solo capello delle donne iraniane. Non ho paura di essere imprigionato. Vergogna a voi per aver ucciso il popolo così facilmente e viva le donne dell’Iran. Se questi assassini sono dei musulmani, che Dio faccia di me un infedele». Il suo gol più bello. Ed è qui per farne altri.
Rap e dribbling Ramin Rezaeian è uno dei veterani. 32 anni, due Mondiali e corre ancora come un ragazzino. Le sue discese a destra moltiplicavano il potenziale offensivo. Da giovane è stato in Europa, nell’Ostenda, ora gioca per il Sepahan in Iran. In passato è stato anche in Qatar. L’asse destro con Ali Gholizadeh ha sventrato il Galles. Ramin partiva da dietro, Ali scattava e si accentrava. Ha colpito un palo, un gol gli è stato annullato per fuorigioco. Gholizadeh ha 26 anni e dal 2018 gioca in Belgio, Charleroi. Ha sfoggiato un dribbling in velocità impressionante. Alle sue spalle, a far girare tutto, Saeid Ezatolah, 26 anni, il regista: faccia d’attore, ha inciso canzoni rap, è il più giovane ad aver segnato in nazionale a 19 anni e 42 giorni. Visione, fisico, ritmo. Un play modernissimo. Di proprietà del Vejle, in Danimarca, è andato in prestito all’Al Gharafa in Qatar. E’ tornato a luglio al Vejle. L’impressione è che dopo il Mondiale lascerà la Danimarca.