Harry ancora a secco Ora il centravanti preoccupa Southgate
Superato il problema alla caviglia, non quello del gol: l’attaccante del Tottenham non segna più
Altro che numeri, altro che Rooney. Harry Kane è un carro armato che non si muove e non si sblocca. Cambia la faccia dell’Inghilterra, non quella dell’attaccante del Tottenham. Siamo al passo del gambero: la mossa in avanti era il recupero dall’infortunio alla caviglia che lo aveva tenuto in dubbio fino alla vigilia. I due passi indietro sono invece figli di un’altra partita senza reti nel curriculum. Strano per lui, strano pure per l’Inghilterra, rimasta appesa al primo set rifilato all’Iran lunedì scorso, che per una sera si è scoperta nuda lì davanti. Strano perché Kane non è tipo che lascia per strada troppi appuntamenti. Non lo è mai stato. Tanto che quando al minuto 93 sulla testa gli è capitato il pallone della vittoria, in pochi avrebbero scommesso su un errore.
Addio media
Errore, così è stato. Come pure dopo pochi giri di partita, su un’assistenza al bacio di Saka. Kane fermo al palo, il Mondiale in Qatar che si fa in salita almeno per lui. E un numero che comincia probabilmente a essere un peso, molto più che un obiettivo. Perché al centravanti mancano giusto 2 gol per agganciare Rooney a quota 53 reti, così da diventare il miglior marcatore di sempre dell’Inghilterra. Wayne l’ha pure incoraggiato, nei giorni scorsi: non è servito, almeno non ancora. Ripassare, please. Magari contro il Galles, nell’ultima gara del girone. Nel frattempo c’è da riaggiornare una media che tanto bene suonava, prima dell’arrivo a Doha. Kane era attaccante da un gol a partita, in una fase finale di una Coppa del Mondo, frutto delle 6 reti in 6 gare in Russia nel 2018. Di più: con l’Inghilterra aveva una media di 0,68 reti ogni 90 minuti, il migliore attaccante al mondo. Ecco perché due gare a secco, contro Iran e Stati Uniti, hanno il sapore di una preoccupazione vera per il c.t. Southgate. Ecco pure perché bastava farsi un giro sui social, dopo la partita, per capire quanto i tifosi inglesi non fossero felici della sua prestazione. Eppure è rimasto in campo fino in fondo, segnale evidente di come il c.t. volesse spingerlo al gol, volesse anche regalargli più minuti possibili per trovare la migliore condizione. Kane è apparso lento. Ha girato spesso a largo dell’area di rigore. E ha fatto male anche lì, perdendo 12 palloni: peggio di lui, nell’Inghilterra, solo Shaw (14). «Ma un pareggio non è la fine del mondo – ha commentato lui -, ora pensiamo alla prossima partita. Certo, sappiamo tutti, io per primo, di poter giocare meglio. Ma è un pareggio al Mondiale: chi pensava che dopo la prima partita avremmo schiacciato tutti, era fuori strada. Siamo in una buona posizione nel girone, anche se non è stata la nostra miglior prestazione». Eufemismo. I quotidiani inglesi on line ieri sera già pungevano, nonostante una qualificazione a portata di mano. Serve un’altra Inghilterra, per pensare in grande. Serve un altro Kane.