Senegal, prima gioia Un tris per sperare Qatar già eliminato
Finalmente un successo per il continente, Dia-gol Ora l’Ecuador per gli ottavi. Padroni di casa deboli
Il Mondiale del Qatar è durato sei giorni. La sconfitta col Senegal e seguente il pareggio tra Olanda ed Ecuador hanno fatto fuori la nazionale di casa, preparata in laboratorio e all’ufficio passaporti ma incapace di giocare a calcio come si deve. Dopo l’imbarazzante 2-0 con l’Ecuador all’esordio ieri nella sfida tra campioni d’Asia e d’Africa è arrivato un 3-1 definitivo.
La partita Il Qatar ha iniziato a giocare quando era sotto 2-0 e quindi con un piede e mezzo fuori dal Mondiale, una fiammata che ha portato al gol del ghanese Muntari (nessuna parentela con Sulley) e a due grandi parate di redenzione di Edouard
Mendy che contro l’Olanda aveva regalato due gol agli avversari. Il Senegal è sceso in campo con un coraggioso 4-2-4 e ha segnato intorno all’intervallo: prima con Boulaye Dia, servito in maniera sciagurata da Khoukhi, un algerino naturalizzato che è parso sinceramente inadeguato, e poi con Diedhiou, l’attaccante in più schierato da Cisse per coprire l’infortunio di Kouyate. Fino a quel momento il Qatar era stato imbarazzante. Si è improvvisamente ritrovato ma dopo aver accorciato le distanze approfittando della confusione in difesa generata da un doppio cambio di Cisse è stato trafitto definitivamente da Dieng, servito Iliman Ndiaye: due ragazzi di ventidue anni partiti in panchina.
Koulibaly e l’Africa
Il Senegal ha portato all’Africa la prima vittoria in questo Mondiale, dopo gli 0-0 di Marocco e Tunisia e le sconfitte di Ghana e Camerun, oltre allo stesso Senegal. «Ci voleva — dice Kalidou Koulibaly in zona mista —. Nei giorni scorsi abbiamo tifato per le altre nazioni africane e finalmente abbiamo ottenuto questo successo: che serva di esempio, ora tocca anche agli altri fare lo stesso. Spero che vincano anche loro perché è importante che il calcio africano possa progredire». L’ex giocatore del Napoli ha approfondito la sua riflessione sul tema: «È normale che ci siano delle difficoltà. Per quanto riguarda il Senegal non siamo così abituati a giocare in un Mondiale, e quindi con l’Olanda siamo entrati in campo con un po’ di ansia e di timidezza. L’Olanda il Mondiale l’ha disputato tante volte, come il Portogallo, la Francia, l’Inghilterra. Nazionali abituate a giocare a questo livello mentre per le squadre africane già solo qualificarsi è molto difficile, abbiamo appena cinque posti per cinquantadue Paesi, sono pochissimi. Il solo fatto di arrivare al Mondiale qui ti rende felice, è un successo. Spero che in futuro il numero di squadre africane presenti al Mondiale possa aumentare». Battendo il Qatar il Senegal ha conquistato il diritto a giocare la sua seconda finale dopo quella vinta ieri. Sarà martedì contro l’Ecuador: i Leoni del Teranga per arrivare agli ottavi devono vincere, ai sudamericani basta anche il pareggio. Il Qatar del catalano Felix Sanchez invece chiuderà questo suo triste Mondiale contro l’Olanda.