FRANCIA GIÀ AVANTI LA SPAGNA E L’IDEA DELLA BELLEZZA
Durante il Mondiale anche i giudizi, come le partite, corrono su un filo. Le certezze di oggi possono trasformarsi in problemi domani e questo perché ogni sfida è una battaglia, l’esito non è mai sicuro, tutti danno l’anima e pure i più piccoli possono mettere in crisi i più forti. Dopo che si è chiusa la prima giornata di ogni girone devo ammettere che la squadra che mi ha impressionato di più è stata il Brasile. Nel secondo tempo ha travolto la Serbia. La Seleçao fa un calcio positivo, di possesso, domina il campo e là dietro ha una difesa solida allevata nel nostro campionato: Danilo, Alex Sandro, Marquinhos e Thiago Silva. Ho sgranato gli occhi davanti alla prodezza di Richarlison, mica facile vedere un gol simile, e allora mi sono ricordato di quello che mi aveva detto Ancelotti qualche tempo fa. Lui lo ha allenato all’Everton e me ne aveva parlato benissimo. Carletto, i giocatori, li sa giudicare: difficile che sbagli.
Belle trame di gioco le ha mostrate anche la Francia, dove mi ha fatto piacere vedere la crescita di Rabiot, centrocampista con personalità. In generale, però, è tutta la squadra di Deschamps che ha dato una dimostrazione di forza, superando il problema dell’infortunio di Benzema con l’inserimento di Giroud che sta attraversando un ottimo momento di forma.
Non so se la Francia possa arrivare fino in fondo, ma ha le qualità per riuscirci. In un torneo come il Mondiale c’è tempo per recuperare. L’Italia dell’82 pareggiò le prime tre partite tra mille polemiche e poi vinse il titolo. La mia Nazionale nel 1994 fece una sconfitta, una vittoria e un pareggio nel girone iniziale e poi arrivammo in finale. Penso soprattutto alla Germania, battuta all’esordio dal Giappone, ma che a me era piaciuta parecchio. Per trequarti di partita ha giocato benissimo, la manovra scorreva fluida, i passaggi erano sempre rasoterra, le distanze tra i reparti corrette. I tedeschi hanno sbagliato tanti gol e poi è capitato che due errori siano stati fatali, tuttavia hanno le risorse per risollevarsi. E domani contro la Spagna dovranno dimostrare di aver assorbito la botta e di possedere la personalità per andare oltre i guai.
In generale ho ammirato squadre compatte, unite. E devo fare i complimenti a chi fa le riprese televisive: finalmente si vedono immagini in campo largo, di modo che si possano valutare i movimenti dei singoli e dei reparti e si ha un’osservazione complessiva del gioco. Ovvio che, tra le nazionali meno quotate, quella che mi ha stupito maggiormente sia stata l’Arabia Saudita, vittoriosa sull’Argentina di Messi. Lo ha fatto con determinazione e organizzazione, mostrando che il calcio si è evoluto grazie alla globalizzazione e che, per rimanere al passo con i tempi, è
In forma La felicità di Olivier Giroud. A 36 anni l’attaccante del Milan campione d’Italia è ancora uno dei punti di forza della Francia. Ha già segnato una doppietta in questo Mondiale, portando a 51 il numero delle sue reti in nazionale. Ha vinto il Mondiale 2018
necessario rinnovarsi. Al Mondiale, finora, tutte le squadre hanno messo in campo il loro gioco, cosa che nel campionato italiano raramente si vede: qui da noi si aspetta e si riparte, ci si basa sull’errore dell’avversario. Là, invece, ognuno recita secondo il proprio spartito. Una lezione che andrebbe imparata in fretta, perché senza spartito non c’è musica, e noi non l’abbiamo ancora capito...
Uno stile culturale ispira Luis Enrique Ritmo e idee: il Brasile è partito benissimo Portogallo discontinuo
La Spagna dei giovani si è divertita contro un avversario abbastanza debole, ora vedremo come saprà affrontare la Germania. La nazionale di Luis Enrique parte da un principio: la bellezza è
una qualità importante e va sempre ricercata. Cercano di giocare bene perché sanno che, giocando bene, è più facile arrivare alla vittoria. Quello degli spagnoli è uno stile culturale. Ammetto che mi aspettavo qualcosa di più dal Portogallo, che ha molto rischiato, non è stato sempre padrone del gioco e questo, alla lunga, può diventare un problema. Se si vuole andare lontano in un Mondiale bisogna sapersi imporre con le idee, con la velocità, con il ritmo. E ribadisco: per ora chi più di tutti ha dimostrato di possedere queste qualità è stato il Brasile.