LA GERMANIA NON FA PIÙ PAURA E NE HA MOLTA
La Germania ha paura. Una gran paura. L’ultima volta che ha affrontato la Spagna, due anni fa a Siviglia, ha perso 6-0. E domani sera a Doha la posta è ancora più alta: la nazionale che ha vinto il Mondiale del 2014 annichilendo il Brasile a casa sua rischia di uscire di nuovo al primo turno. Cose mai viste. Impensabili. In Russia i tedeschi erano finiti quarti in un girone con Svezia, Messico e Corea del Sud. Joachim Löw aveva guadagnato troppo credito per poter essere allontanato e ha finito col trascinarsi penosamente fino all’Europeo, chiudendo con la sconfitta contro l’Inghilterra negli ottavi. Doveva andar via dopo il set incassato dalla Spagna, ma non era chiaro chi potesse sostituirlo. La scorsa estate è stato scelto Hansi Flick, che nella sua prima stagione col Bayern aveva vinto il triplete. Il cambio però non ha portato a grandi progressi. E per questo ora i tedeschi hanno paura. La nazionale sembra riflettere le difficoltà che sta attraversando il Paese, con i grandi problemi generati dalla distribuzione del gas, i treni che arrivano in ritardo e gli attriti sociali in pericolosa crescita. Anche nella squadra di Flick ci sono problemi simili, di rapporti, si parla di contrasti tra i giocatori del Bayern e quelli del Borussia, e d’infrastrutture: la mancanza di un centravanti, i due terzini che vanno male come i treni della Deutsche Bahn, l’eccessivo credito concesso alle stelle del Bayern, l’acciaccato Neuer su tutti, ma anche Kimmich e Muller. Intoccabili, da Flick, che in nazionale non ha fatto altro che sposare e riproporre il blocco del suo Bayern, ma anche dalla stampa. Che sta contribuendo a creare un clima assai complicato attorno alla nazionale: la Bild questa settimana ha lanciato un sondaggio sull’opportunità di ritirare la squadra dal Mondiale per protesta nei confronti del governo del Qatar.
Il tema dei diritti umani, simbolizzato dalla fascia di capitano con la scritta “One Love” proibita ai giocatori ma indossata in tribuna a Doha dal Ministro dell’Interno Nancy Faeser, ha finito col travolgere la squadra oltre che dividere l’opinione pubblica. Altre nazionali, come l’Olanda, si sono espresse prima del torneo e poi si sono concentrate sul calcio. Thomas Müller ha chiesto di fare la stessa cosa ma nel camp della Germania il dibattito è più vivo che mai. E toglie energie a una squadra in riserva. Mercoledì notte dopo la sconfitta col Giappone la squadra si è riunita d’urgenza ed stata programmata una conferenza stampa di Flick per il giorno dopo. Ieri hanno parlato Brandt e Havertz, e il tema è sempre lo stesso: il timore che vive una nazionale abituata a incuterlo. Paradossalmente domani la Germania rischia di uscire per mano della Spagna, un modello che negli ultimi anni ha cercato di scimmiottare nel gioco e nel modulo, con tanto di “falso nueve”. La Germania ha perso la strada, e ha paura di non saperla ritrovare. Chi l’avrebbe mai detto?
La nazionale riflette i problemi del Paese: attriti sociali e il tema dei diritti umani divide