KYLIAN È IMPRENDIBILE DUE GOL ALLA DANIMARCA CAMPIONI GIÀ AGLI OTTAVI
Le reti del 10 spianano la strada ai Bleus che danno spettacolo Dimostrazione di forza con Dembelé, Theo e Griezmann
uando il gioco si fa duro, Mbappè vola leggero. Lui è un ghepardo e il campo è la sua savana. Non c’è cacciatore che tenga, non c’è trappola che resista se Kylian il ghepardo ha fame e voglia di correre. Sulle sue movenze, la Francia si fa accompagnare felice agli ottavi di finale. I campioni in carica infilano due vittorie di seguito, sono la prima squadra qualificata aritmeticamente, e da prima del gruppo se alla terza giornata non capita l’impensabile. Al di là della vittoria di corto muso, i bleus regalano una prova di forza contro una Danimarca ben organizzata, attenta, anche pericolosa nella reazione, che l’aveva battuta ben due volte in Nations League. Ma il Mondiale è un’altra cosa, è la savana che conta davvero, e il ghepardo con due gol di una rapidità impressionante ristabilisce le gerarchie. Attorno a lui corrono predatori in forma, Dembelè su tutti, ma anche Griezmann e Rabiot, che non fanno sentire l’assenza di Benzema. Tanto per capire il super livello. Il leone Deschamps, per ora, può sonnecchiare tranquillo.
La chiave Non è stata una passeggiata e il risultato lo testimonia, ma la Francia è stata nettamente superiore. La Danimarca era un’altra rispetto alla scialba partita pareggiata con la Tunisia. Così, finalmente, è nata una gran bella partita, e il fatto che fosse la prima volta che si incrociavano due squadre europee non è stato un caso. Il massimo del divertimento si ha quando la grande qualità si abbina alla strategia. Hjulmand ha provato a ripetere gli exploit di Nations: squadra corta, alla ricerca del massimo equilibrio, tesa a non dare spazi per i velocisti. E con Nelsson preferito a Kjaer, che non stava bene. Il baricentro basso della Francia, pronta a scatenarsi, l’ha costretta forse a stare più alta di quel che avrebbe voluto. Nella prima parte del primo round ha tenuto palla e provato qualche sortita, ma la difesa sistemata con Kounde copriva. Dopo un po’ di «riscaldamento», la Francia ha acceso il turbo dalla fasce. Non solo Mbappè, c’era appunto un Dembelè in gran spolvero che ogni volta che entrava in azione creava grandi pericoli: dribbling e cross per la zuccata di Giroud, un invito a Rabiot su cui Schmeichel ha sfornato la prodezza, una gran palla arretrata per la sassata (alta) di Mbappè. Che poco prima aveva servito Kounde
per il tiro a colpo sicuro salvato a porta vuota da Hojmberg. Insomma, una sporta di occasioni. Che si sia andati negli spogliatoi sullo 0-0 è stato un caso.
Ecco Mbappè Per scardinare l’assetto danese serviva che il ghepardo si mettesse a correre davvero. E Mbappè si scaldato subito bruciando tutti in 40 metri e tirando alto e poi, dopo l’occasione di Griezmann, superbo nelle rifiniture, ha costruito con Theo Hernandez
1. Kylian Mbappé esulta dopo il decisivo gol del 2-1 2. La sua rete dell’1-0 3. Il raddoppio
una triangolazione da play station per battere Schmeichel. Apprezzabile la reazione della Danimarca che per dieci minuti ha aggredito i bleus trovando il pari con Christensen e «rischiando» il vantaggio con un bel tiro al volo di Lindstrom. Ma sono state le uniche fiammate. La Francia, che aveva già cambiato Giroud toccato duro con Thuram, e inserito Coman per un Dembelè che aveva dato tutto, passata la paura ha ricominciato a macinare gioco fino allo scatto (felino davvero) del fenomeno del Psg che anticipava sia Kristensen che Schmeichel sul bellissimo cross di Coman.
Squadra totale
Il Mondiale resta il terreno di caccia preferito della Francia. Da quello conquistato è alla sesta vittoria consecutiva, mai successo nella sua storia. L’ultima non è per niente banale, perché la tosta Danimarca non perdeva una gara mondiale dal 2010. Rispetto alla squadra campione in Russia, non ci sono Kantè e Pogba tra i grandi, in compenso c’è un Theo Hernadez fedele alla causa, che centellina le scorribande tanto davanti se la cavano più che bene, e un Tchouameni che in mezzo è un colosso. In più c’è un Rabiot non più ribelle che è sempre più incisivo. Ma fare paragoni è un esercizio di stile inutile. Tanto Deschamps dove pesca, pesca, ha un serbatoio di qualità da far invidia a chiunque, tranne forse al Brasile. Quello che si può dire è che questa Francia sembra più solida in campo e compatta fuori. E la leadership, senza Benzema, è chiara e indiscussa: Kylian Mbappè brucia l’erba e miete record. Con il ghepardo, gol e spettacolo sono assicurati.