La Gazzetta dello Sport

LA CARICA DI LUKAKU Romelu è pronto «Nessuno vuole la Coppa più di me»

L’interista oggi partirà dalla panchina ma il c.t. del Belgio dice: «Potrà entrare»

- Di Davide Stoppini

«Nessuno lo vuole più di me». L’urlo di Romelu attraversa il campo di allenament­o di Abu Samra, 90 chilometri a sud ovest di Doha, al confine con l’Arabia Saudita, il ritiro dorato e isolatissi­mo del Belgio. Hotel a cinque stelle sulla spiaggia di Salwa, i rumori del Mondiale molto lontani, eppure la voglia di Lukaku arriva fortissima ovunque. Arriva al punto lo staff medico del c.t. Roberto Martinez ha dovuto frenarlo. Nessuno la vuole più di lui, questa Coppa del Mondo. Ci siamo, finalmente. Oggi contro il Marocco Rom va in panchina, pronto all’uso. Martinez è prudente: «Di sicuro non giocherà, al massimo potrà entrare». E fa tutta la differenza del mondo.

Numeri L’infortunio al bicipite femorale è roba per l’archivio, ormai. Lukaku sta bene al punto di anticipare i programmi iniziali, che prevedevan­o la sua disponibil­ità solo per l’ultima partita del girone, quella contro la Croazia. Romelu c’è già. E c’è comunque. Un passaggio, della conferenza di vigilia di Martinez, è significat­ivo: «In un Mondiale ogni giocatore un ruolo preciso, anche quando le circostanz­e gli impediscon­o di essere in campo». Perché Lukaku è la guida dei Diavoli Rossi. E’ il miglior marcatore di sempre della nazionale, con 68 gol: il secondo in classifica neppure si vede, è Hazard a quota 33, meno della metà. Rom è un giocatore che tatticamen­te sposta tutto, per il Belgio: Martinez non ha modo di sviluppare il suo gioco, perché nessuno come l’interista è in grado di liberare metri in ampiezza e in profondità per Hazard e soprattutt­o De Bruyne. La partita con il Canada, fortemente criticata in patria, ne è la prova.

Leader Ma Lukaku è di più. E’ leader. Un paio di episodi lo raccontano perfettame­nte. Lo spogliatoi­o ha eletto una specie di consiglio dei saggi, può essere definito così, ovvero quei giocatori di riferiment­o per ogni cosa, sia per i compagni sia per lo stesso allenatore. Quattro calciatori, oltre al capitano Hazard. Bene: tra i quattro c’è Lukaku, con Vertonghen, Witsel e De Bruyne. E poi, servisse altro, si può raccontare quanto Romelu sia stato “presente” nel gruppo anche lontano dal campo, quando si allenava a parte, quando vedeva i compagni correre e lui temeva – perché sì, un po’ di timore c’è stato – di saltarlo questo Mondiale. Lukaku si è fatto guida dei più giovani, in un momento delicato per la nazionale. Il Belgio è in una fase di passaggio da una generazion­e calcistica a un’altra: per dire, il giovane Onana oggi può rubare il posto a uno tra Witsel e Tielemans. Questa Coppa del Mondo capita proprio in mezzo, a questa transizion­e. Il rischio di ballare tra un ultimo canto e la delusione è palese. E Romelu sta facendo da tramite, tra i vecchi e i nuovi. Si è messo a disposizio­ne, con colloqui approfondi­ti e consigli diffusi.

Meno forti

Il Belgio tutto, in fondo, è a caccia di una serenità che la prestazion­e con il Canada, al netto della vittoria, non è riuscita a garantire. Così Eden Hazard, uno dei più criticati (un giornalist­a marocchino gli ha pure chiesto se fosse ingrassato): «Quattro anni fa eravamo più forti, ma possiamo ancora vincere le partite: abbiamo il miglior portiere al mondo (Courtois, ndr) e uno dei migliori centrocamp­isti (De Bruyne, ndr)». De Bruyne che è stato protagonis­ta della lite con Alderweire­ld, durante il primo match: «Non c’è alcun problema tra di loro – ha dovuto chiarire Martinez -. Hanno giocato insieme più di 70 partite, è necessario che riflettano prima di agire». Magari il saggio Lukaku potrà dare un consiglio.

 ?? GETTY ?? Sorrisi in campo Romelu Lukaku, 29 anni, può tornare a sorridere. L’attaccante del Belgio è tornato in buone condizioni e oggi potrebbe debuttare nel Mondiale
GETTY Sorrisi in campo Romelu Lukaku, 29 anni, può tornare a sorridere. L’attaccante del Belgio è tornato in buone condizioni e oggi potrebbe debuttare nel Mondiale

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