PRONTO ALL’IMPRESA SE ARRIVA AGLI OTTAVI POI SI DIVERTIRÀ»
L’ex Inter e la partenza lenta della “Celeste” «I nostri campioni meritano un grande finale Non capivo i problemi di Bentancur alla Juve»
Sono passati dodici anni, ma guardandolo non si direbbe. Diego Forlan potrebbe giocare ancora adesso: magro, in forma, pronto a scattare. Nel 2010, al Mondiale sudafricano, Diego vinse il Pallone d’oro come miglior calciatore. Con i suoi 5 gol trascinò l’Uruguay al quarto posto: «Ogni tanto ci ripenso: ne ho giocati tre, ma quello resterà per sempre il “mio” Mondiale. È stata un’avventura incredibile». Forlan è in Qatar come commentatore televisivo.
3Diego, cosa si aspetta dall’Uruguay?
«A ogni Mondiale noi ci presentiamo con lo stesso piano: superare la prima fase e poi divertirci. È così anche questa volta. Il girone è difficile ed equilibrato, ma la prima partita è stata positiva anche se non abbiamo vinto. Ci siamo andati vicini e abbiamo dimostrato di essere in buona condizione. Nelle prossime due gare dovremo dare il massimo sapendo che, se passeremo agli ottavi, poi inizierà un altro Mondiale».
3Per l’Uruguay, comunque vada, è la fine di un’epoca con tanti giocatori all’ultimo torneo.
«Sono grandi campioni. E hanno l’esperienza per gestire bene queste pressioni. Sicuramente vorranno chiudere in bellezza».
3Il Mondiale è iniziato con le sconfitte di Argentina e Germania. Si aspetta altre sorprese?
«In realtà non le considero tali. O meglio: è chiaro che Argentina e Germania erano nettamente favorite, ma tutte le squadre che sono qui hanno un potenziale importante. Il Giappone lo conosco bene: so quanto sono organizzati e lo scrupolo con cui hanno preparato il torneo».
3 Guardando dalla tribuna queste partite, non ha un po’ di malinconia degli anni in cui giocava?
«Eh sì. Non sono un nostalgico, però è bello ricordare il passato, i bei momenti. Il Mondiale del 2010 resta indimenticabile, ma tutte le avventure con l’Uruguay le porterò per sempre dentro di me. In quelle occasioni il nostro gruppo diventava davvero unito. Non si tratta di essere amici o di uscire a cena insieme, ma di fare tutto il possibile per la nostra nazionale e il nostro Paese».
3 Sicuramente proverà molta nostalgia Oscar Tabarez.
«Il Maestro manca a tutti. Purtroppo una striscia di risultati negativi ha spinto la federazione a fare una scelta diversa. Tabarez ha anche alcuni problemi di salute di cui mi dispiace molto. Negli anni ha svolto un lavoro eccezionale, che nessuno potrà mai dimenticare».
3 Si aspettava la crescita di Bentancur?
«Eccome. Mi stupivo piuttosto che a volte avesse qualche problema alla Juve. Ma nella carriera di un calciatore capita di vivere un momento difficile e, in quel caso, cambiare squadra può servire. Sicuramente gli insegnamenti di Conte saranno stati preziosi per lui, ma non si può dimenticare che Rodrigo da giovane giocava senza problemi nel Boca Juniors: mica succede per caso, devi avere qualità importanti per riuscirci».
3 In Qatar l’Italia non c’è.
«E mi dispiace. Sembra impossibile che la nazionale campione d’Europa non sia qui. Invece è così, addirittura per la seconda volta consecutiva. È successo anche all’Uruguay, che ha saltato il Mondiale nel 1994 e nel 1998. In Italia ci sono tanti giocatori bravi e quindi sono sicuro che al prossimo ci sarete. Il calcio è così».
3 L’Inter la segue ancora?
«Certo, ogni tanto sento Zanetti, Samuel e Milito. Sono stato solo un anno all’Inter e ho avuto tanti infortuni. Mi è spiaciuto non poter dare di più, però quel club mi è rimasto nel cuore».
3E, a parte il commentatore al Mondiale, cosa fa Diego Forlan?
«Sono il proprietario insieme a mio fratello di una squadra di Serie C, poco fuori Montevideo. Sto portando avanti il progetto che comprende il settore giovanile e il calcio femminile. Poi, se arriverà la chiamata per una panchina, vedremo».
Ci manca il maestro Tabarez, ma abbiamo l’esperienza per gestire le pressioni
Sono stato solo un anno e ho avuto infortuni. Mi è spiaciuto non aver dato di più, ma l’Inter rimane nel cuore