IL SOGNO DAVIS È SOLAMENTE RIMANDATO
Il sogno è svanito sul più bello, a un passo dal paradiso, ma l’Italia che è stata eliminata in semifinale di Coppa Davis deve essere salutata con un grandissimo applauso: pur nella delusione della sconfitta, la settimana di Malaga ci ha consegnato una squadra vera, compatta, combattiva, che senza le piccole sfortune inevitabili in ogni manifestazione di questo livello, sarebbe tornata a sollevare l’Insalatiera dopo 46 anni. Ne sono convinto. Ci saranno sicuramente mugugni sulla scelta di capitan Volandri di schierare Berrettini nel doppio decisivo, ma il campo va subito sgomberato da ogni dubbio: la decisione era obbligata. Bolelli infatti soffre di un infortunio a un polpaccio che lo avrebbe tenuto fuori
anche dall’eventuale finale di oggi ed era impensabile richiedere uno sforzo supplementare a Sonego dopo le tre ore contro Shapovalov, mentre Musetti avrebbe faticato a metabolizzare in fretta le due sconfitte in singolare e in ogni caso va protetto da troppe pressioni. Evidentemente Matteo se l’è sentita, anche se poi la partita ha palesato quanto temevano: una desuetudine all’agonismo normale per un giocatore assente dal 23 ottobre, amplificata dai ritmi vorticosi di una specialità come il doppio. E così non è bastato un Fognini sontuoso nel primo set per venire a capo del match, aprendo le porte ai rimpianti per un destino che non ci eravamo cercati: peccato, un Berrettini magari rodato anche da una sola settimana di partite sarebbe certamente