La Gazzetta dello Sport

La tradizione contro la novità Ma l’Australia è in missione

Da una parte ci sono ben 28 trionfi contro lo zero del Canada, ripescato non senza polemiche. Hewitt può vincere anche da c.t.

- Di Riccardo Crivelli

La tradizione contro il fresco blasone. L’Australia giocherà oggi la 49a finale di Coppa Davis, il Canada la seconda. Dal 1907, anno del primo successo, i giocatori dell’altro emisfero hanno trattato l’Insalatier­a come un gingillo di casa, sollevando­lo 28 volte, dietro solo alle 32 degli Stati Uniti. I canadesi, invece, sono stati finalisti nel 2019, la prima edizione della Davis nuova versione, perdendo contro la Spagna, ma la maturazion­e di due grandi talenti come AugerAlias­sime e Shapovalov promette di lasciarli ai vertici per anni. La squadra di capitan Dancevic, peraltro, approda all’ultimo atto da ripescata, e non senza polemiche pregresse: a marzo, nei playoff, senza le sue giovani stelle che avevano piuttosto sdegnosame­nte rifiutato la convocazio­ne, era stata travolta 4-0 dall’Olanda; perciò, quando l’Itf decise che fosse proprio il Canada con una wild card a prendere il posto della Russia campione esclusa causa guerra, in molti si chiesero se fosse giusto premiare chi aveva snobbato così palesement­e l’impegno.

Il leader Pensieri al vento: nel primo pomeriggio, a Malaga, per classifica il Canada affronterà la finale da favorito, nonostante i precedenti sfavorevol­issimi: 9-1 per gli avversari. Però l’Australia

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