La Gazzetta dello Sport

Harakiri del Giappone Fuller, festa Costa Rica

Dopo l’impresa con la Germania, Ueda&C. si piantano Ultima vittoria caraibica al Mondiale 2014: 1-0 all’Italia

- di Fabio Bianchi

Quando si dice l’ironia del destino: il Giappone che sognava dopo lo storico trionfo con la Germania, cade in quello che doveva essere il passaggio più facile verso gli ottavi per mani dell’unico costarican­o dal cognome che sa di tedesco: Fuller. Un harakiri: dal sogno il Giappone è passato agli incubi perché per andare avanti dovrà fare risultato con la Spagna. Le situazioni in questo Mondiale cambiano spesso, come le correnti del Golfo. La Costa Rica bucata oltremisur­a dalla Spagna si tramuta in una roccaforte, corre pochi rischi e poi con l’unico tiro in porta di tutto il suo torneo fa bingo. E ora ha l’opportunit­à di compiere il miracolo. Fuller è l’uomo giusto: nella sfida di ritorno con Panama per qualificar­si a Qatar 2022, i Ticos si sbilancian­o per cercare il gol e lui, difensore, si trova solo contro 4. Riesce a rubare palla e lanciare i suoi che poi segnano con Ruiz. Il telecronis­ta esclama: «La Divina Providenci­a». Ora il gol decisivo con lui che dice: «Ho chiesto a Dio di darmi l’opportunit­à, non per me ma per il gruppo. Questo gol è suo un volere».

La chiave A Dio ha dato una mano il Giappone, che ha regalato un tempo, che è stato di una noia mortale. Talmente noioso che l’arbitro Oliver ha dato solo un minuto di recupero. Suarez ha corretto la Costa Rica in 3-5-2 che spesso somigliava a un 54-1, con Contreras abbandonat­o a se stesso e il solo Campbell a provare qualche sortita. Moriyasu ha mantenuto il 4-2-3-1, optando subito per uno degli eroi del debutto, Doan. Ma la Tokyo band si è adattata al ritmo lento dei centroamer­icani, facendo prevalere la prudenza, come se pensasse che prima o poi il vantaggio sarebbe arrivato. In 45’ si è visto un solo tiro, fuori. Nella ripresa il Giappone ha alzato il ritmo, aiutato dai cambi del c.t., Ito e l’altro goleador, Asano. Subito ha avuto un’occasione con Morita, respinto da Navas. Ma la pressione non era continua e decisa. La Costa Rica riusciva a contenere senza troppa sofferenza. L’ingresso dell’esterno Mitoma sembrava poter dare frutti, perché riusciva a sfondare sempre sulla sinistra. Peccato che le sue palle al centro non trovassero mai un attaccante pronto. Così, verso il tramonto della gara, in una delle rare azioni in avanti della Costa Rica, una leggerezza in passaggio di Yoshida innescava l’azione che portava al bel tiro a giro di Fuller dove Gonda non poteva arrivare.

Bel finale ma non basta

Il Giappone ammirato con i tedeschi si è visto davvero solo dopo lo svantaggio, quando con duetre azioni da flipper è riuscito a entrare in area e creare occasioni ma tra rimpalli e quel giaguaro di Keylor Navas, non è riuscito ad andare in buca. Il Giappone si è svegliato troppo tardi. La sottovalut­azione dell’avversario temuta da Moriyasu si è avverata. E il sol levante è già calato. La Costa Rica non vinceva una partita mondiale da 3082 giorni, quando sconfisse proprio l’Italia 1-0 a Brasile 2014. Quella volta raggiunse i quarti. Stavolta sarà molto più difficile. Ma Fuller e compagnia credono ai miracoli.

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LAPRESSE Decisivo La gioia di Keysher Fuller, 28

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