La Gazzetta dello Sport

Kramaric bis ribalta Davies Il Canada è già eliminato

A segno anche Livaja e Majer Ora basta un pari col Belgio

- Di Luca Bianchin

Lo schermo del Khalifa Internatio­nal Stadium, alle 18.58 di Doha, ha mandato l’immagine di un bambino canadese, foglia d’acero sulle guance, che piangeva. Ha aspettato una vita e, al suo primo Mondiale, è già eliminato dopo due partite. Un secondo dopo, sullo stesso schermo, Luka Modric sorrideva da padre della patria: la Croazia ha vissuto un brutto quarto d’ora ma è ancora viva. Di più, anche con uomini diversi ha qualcosa dello spirito del 2018 e questo basta per andare a giocarsi gli ottavi di finale nella partita contro il Belgio, che somiglia a uno spareggio per il secondo posto. Per il primo dipenderà dalla resistenza del Canada contro il Marocco, che al momento è primo a 4 punti, gli stessi dei croati.

Canada al 2026 Prima di parlare della Croazia, due parole sul Canada. Il bambino può smettere di piangere perché tra quattro anni tutto il mondo verrà a casa sua: il Mondiale 2026 sarà quello dell’organizzaz­ione congiunta Canada-Stati UnitiMessi­co e tutti sono qualificat­i di diritto. I quattordic­enni italiani stanno decisament­e peggio. La squadra per ora beh, non è ancora pronta. E’ andata in vantaggio dopo due minuti, il gol più veloce del Mondiale, con una bella giocata: cross da destra di Buchanan, siesta non autorizzat­a di Juranovic e anticipo di testa di Alphonso Davies, l’uomo giusto per la prima esultanza di un canadese a un Mondiale. Da lì in poi, però, è stata solo Croazia. C’è un’altra partita da giocare ma la scena che chiude il Mondiale canadese è il grande cerchio in mezzo al campo, tutti abbracciat­i e Borjan, il portiere, a parlare da leader. E’ probabile che il Canada un giorno sarà più forte di così e ripenserà a Doha come a un rito di passaggio.

Doppio Krama La Croazia invece ha altri pensieri. Non sarà pronta a tornare in finale però ha spirito, il solito grande centrocamp­o e forse un assetto definitivo per l’attacco. In mezzo, quando la situazione si è fatta grigia, Modric, Brozovic e Kovacic hanno preso il comando. No panic. La Croazia è uscita dai gorghi con loro tre al timone. Davanti Perisic ha dato due assist e Kramaric ha capito che a volte, per risolvere un problema, devi cambiare punto di vista. Da 9, contro il Marocco, era stato il peggiore. Dalic lo ha messo a destra – in realtà quasi seconda punta, il suo ruolo preferito – e ha piazzato LIvaja in area. Kramaric, rinato, ha segnato due gol e ritrovato il sorriso. Alla fine, lo abbracciav­ano tutti.

Generazion­e Gvardiol Gli altri due gol, di peso specifico diverso, sono stati di Livaja e Majer. L’ex interista ha fatto il secondo. Lovro, che studia da Modric, l’ultimo, nel recupero. Messaggio al mondo: la nuova generazion­e croata avanza e il grande capo rischia di diventare Josko Gvardiol, ancora impeccabil­e al centro della difesa con la sua maschera protettiva. I siti croati, nell’attesa, si godono questo 4-1 e usano toni trionfalis­tici, pure eccessivi. Un tabloid ha ripescato una lettera in cui Kramaric, a 11 anni, diceva di voler giocare in nazionale. Ora è uomo e forse l’uomo decisivo.

 ?? LAPRESSE ?? Andrej Kramaric Andrej Kramaric, 31 anni, attaccante dell’Hoffenheim, festeggiat­o da Brozovic e Perisic dopo il primo gol della Croazia
LAPRESSE Andrej Kramaric Andrej Kramaric, 31 anni, attaccante dell’Hoffenheim, festeggiat­o da Brozovic e Perisic dopo il primo gol della Croazia

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