La Gazzetta dello Sport

Che tristezza quei tifosi “finti” e tutti uguali

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Se il calcio negli anni ha perso progressiv­amente la propria anima autentica, venduta al Diavolo del business, almeno ha conservato una zona franca, non commerciab­ile: la passione dei tifosi. A maggior ragione per la Nazionale che rappresent­a la nostra identità. Per questo mette tristezza incrociare a Doha tifosi che indossano maglie diverse, ma hanno gli stessi lineamenti asiatici, lavoratori chiamati a riempire gli stadi dopo averli costruiti. Immigrati che invece di lavare i piatti o piazzare mattoni, battono tamburi e urlano nomi di cui storpiano la pronuncia. Meno male che ci sono anche le parrucche arancioni di olandesi veri e il tifo autentico, passionale, del popolo argentino, il più numeroso in Qatar.

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