MA SIAMO SICURI CHE I MILANISTI TIFINO FRANCIA?
Il calcio senza tifo? Forse esiste in altre galassie, non su questa terra. Se non abbiamo in campo la “nostra” squadra e vogliamo egualmente assistere ad una partita, è scontato che finiremo per simpatizzare con una delle due contendenti. Fossimo stati in Qatar con la nostra nazionale, quasi tutte le attenzioni sarebbero state assorbite dagli azzurri, attutendo per un paio di settimane gli amori sfrenati per i rispettivi club. Ma non è così e mentre il grande pubblico in Italia segue con malinconico distacco il Mondiale, il pensiero corre al dopo, al campionato che riprenderà nel 2023. In che condizioni torneranno i nostri eroi? È vero che se qualcuno di loro arriverà fino in fondo, magari anche trionfando, l’adrenalina delle vittorie compenserà la fatica? Il pessimismo cosmico, tipico del supporter in astinenza, dà risposte univoche: questo campionato del Mondo prosciugherà ogni energia per mesi. Aiuto. Tutto è possibile, ma scommetteremmo che i tifosi del Milan abbiano partecipato solo per un attimo al dramma umano degli infortunati Lucas Hernandez e Benzema. Subito dopo si sono mangiati le mani per il carico di stress caduto sulle spalle di Theo e Giroud, diventati titolarissimi della Francia, per di più di successo. Per non parlare di Leao: spremitura agonistica a parte, ogni gol e assist ne mette ancor di più in discussione il prolungamento del contratto. Crescono i club europei in agguato, come si può resistere ad un’offerta sui 150 milioni? Su un altro versante, non crediamo proprio che gli interisti si metteranno le mani dei capelli se il Belgio uscirà presto: del tutto preferibile che Lukaku resti sano per riprendersi definitivamente ad Appiano Gentile. Tremano anche gli juventini, per un Rabiot che sta esplodendo, ma anche per i suoi brasiliani: visto – tocchiamo ferro – che cosa è accaduto a Neymar? Ansia pure per Kostic, Vlahovic o Di Maria, accidenti alle esigenze di Serbia o Argentina. E se Brozovic e Lautaro non andassero a cercarsi rogne, non sarebbe meglio, ancora per il popolo nerazzurro? Le preoccupazioni maggiori sono caricate proprio sui tifosi delle tre portaerei del calcio italiano, Juve, Milan e Inter, che danno il maggior numero di giocatori al mondiale. Per un altro motivo ancora: il Napoli, che sta dominando in campionato, è molto meno esposto su questo versante, a partire dal gioiello Kvara, la cui Georgia è fuori dai giochi come noi. Già stanno marciando a ritmo folle gli uomini di Spalletti, mormorano sulle altre sponde del tifo: se tutti saranno freschissimi dopo il Mondiale, come si fa a riprenderli? Non chiamateli particolarismi: il calcio vive di faziosità, di sogni e incubi. Se l’Italia di Mancini ha tradito, con più o meno sfiga, le cose realmente importanti per il cuore restano quelle che vedremo dal 4 gennaio in poi.
Il dibattito è aperto: meglio che i nostri idoli vadano in fondo o tornino prima?