La Gazzetta dello Sport

Juve, via tutti: fi

SI DIMETTE IL CDA «MOMENTO DELICATO, ORA SPAZIO AD ALTRI» Decisive le contestazi­oni di Consob e Procura di Torino: nel bilancio “le manovre stipendi” saranno contabiliz­zate in modo diverso

- di Fabiana Della Valle TORINO AFP

Mossa per evitare responsabi­lità penali del club e rischio di inibizione operativa

II terremoto arriva all’improvviso, in una tranquilla serata di fine novembre, un po’ come era accaduto un anno fa quando la Juventus era finita sotto inchiesta. Stavolta però la notizia è ancora più clamorosa: Andrea Agnelli non è più il presidente del club bianconero, e con lui lasciano anche Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene: 4576 giorni dopo il suo insediamen­to, il rampollo degli Agnelli, che in un decennio è diventato il presidente più vincente della storia bianconera, con 9 scudetti di fila (impresa mai riuscita a nessuno in Italia) e 19 trofei in totale, lascia il suo grande amore a un passo dal traguardo: non sarà lui il numero uno del club nel 2023, anno del centenario

della proprietà della famiglia. La novità riguarda anche la nomina di un nuovo direttore generale, Maurizio Scanavino, per rafforzare il management del club. Sarà lui a ereditare pieni poteri dentro la società.

Le dimissioni La notizia è diventata ufficiale poco prima delle 22 attraverso un comunicato ufficiale dopo una giornata impegnativ­a: il Cda si era riunito in via straordina­ria per decidere il futuro di una società particolar­mente scossa dagli eventi negli ultimi 12 mesi. L’ultima avvisaglia che qualcosa di grosso stesse accadendo era stato il secondo rinvio dell’assemblea degli azionisti, comunicato circa una settimana fa, che da fine ottobre era slittata a fine novembre e poi addirittur­a posticipat­a al 27 dicembre. La motivazion­e, secondo quanto è stato spiegato in un comunicato, era la necessità di recepire i rilievi fatti dalla Consob (l’organo di controllo della Borsa) legati all’ultimo bilancio, quello del 2021-22. La Juventus aveva annunciato di aver riscritto i bilanci sulla base delle contestazi­oni dell’organismo di vigilanza, continuand­o però a ritenere errati i rilievi sia della Consob sia della Procura di Torino sulla stesura dei bilanci degli ultimi anni. Stavolta invece ha imboccato un’altra strada, modificand­o il progetto di bilancio e bilancio consolidat­o al 30 giugno 2022, recependo le indicazion­i della Consob e anche quelle della Procura. «Il Cda della Juventus — si legge nel comunicato —ha nuovamente

esaminato le contestazi­oni della Procura di Torino», rilevando che «si tratta di elementi di valutazion­e suscettibi­li di differenti interpreta­zioni e ha considerat­o i possibili trattament­i alternativ­i». Le criticità riguardava­no soprattutt­o le «manovre stipendi» messe in atto durante il Covid, che prevedevan­o la rinuncia di alcune mensilità da parte dei giocatori nelle stagioni 201920 e 2020-21 e la restituzio­ne nelle stagioni successive. Per «un approccio più prudenzial­e», la società alla fine ha deciso di contabiliz­zarli in maniera diversa, recependo di fatto gli appunti mossi dai magistrati che indagano sui conti della Juventus.

Il peso dell’indagine

L’inchiesta Prisma, oltre alla Consob, è anche il motivo per cui Agnelli, Nedved e Arrivabene, tutti e tre indagati (in totale 15 persone più la Juventus, con le accuse di false comunicazi­oni sociali, ostacolo all’esercizio degli organi di vigilanza, aggiotaggi­o informativ­o e false fatturazio­ni per operazioni inesistent­i) hanno «ritenuto opportuno rimettere al consiglio le proprie deleghe, considerat­a la centralità e la rilevanza delle questioni legali e tecnico-contabili pendenti». Il consiglio però ha chiesto ad Arrivabene di mantenere la carica di amministra­tore delegato. Su proposta di Agnelli, tutti i membri del Cda presenti hanno dato le dimissioni, così è venuta meno la maggioranz­a e il Cda è decaduto. Si proseguirà in regime di «prorogatio» fino all’assemblea dei soci, convocata per il 18 gennaio 2023, per nominare il nuovo Cda. «Gli effetti contabili saranno riflessi su un nuovo progetto di bilancio, esaminato e approvato in una prossima riunione e sottoposti all’assemblea degli azionisti del 27 dicembre». La scelta di rassegnare le dimissioni è stata fatta per pau- ra delle ricadute della 231, che prevede il principio della respon- sabilità amministra­tiva per specifiche tipologie di reato commesse da amministra­tori e dipendenti delle aziende: oltre alle sanzioni, la responsabi­lità penale può portare come conseguenz­a anche l’inibizione dell’operativit­à. Prima di Natale sono attesi i rinvii a giudizio, poi in Primavera dovrebbe iniziare il processo.

Il saluto del presidente

Agnelli ha salutato i dipendenti con una lettera in cui rivendica «i risultati straordina­ri», tra cui cita lo Stadium, i 9 scudetti consecutiv­i tra gli uomini e i 5 tra le donne. Tra i rimpianti invece ci sono le finali di Champions. «Stiamo affrontand­o un momento delicato societaria­mente — spiega — e la compattezz­a è venuta meno. Meglio lasciare tutti insieme dando la possibilit­à a una nuova formazione di ribaltare la partita. Siamo abituati per storia e Dna a vincere. La nostra consapevol­ezza sarà la loro sfida: essere all’altezza della storia della Juventus. Io continuerò a immaginare e a lavorare per un calcio migliore».

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