L’Olanda per ritrovare se stessa
Con il Qatar Van Gaal cerca il gioco: «Dobbiamo saper comandare di più»
Il calcio totale non abita più qui. Il talento c’è ancora, ma è spruzzato qua e là, mischiato a giocatori più che altro solidi e confuso in una tattica che punta all’essenziale. La generazione dei Cruijff e dei Neeskens, ma anche quella successiva dei Seedorf e dei Robben, non si ritroverebbe di sicuro. E nemmeno i loro tifosi, abituati troppo bene nella storia. Così, l’Olanda questa sera staccherà contro il Qatar il biglietto per gli ottavi di finale senza soddisfare nessuno, o quasi, Nemmeno il suo guru, Louis Van Gaal.
Cinismo oranje
La sua nazionale finora ha conquistato 4 punti con tre tiri in porta. Due per la vittoria contro il Senegal, l’altro per l’1-1 con l’Ecuador. Un cinismo chirurgico. Che però non è bastato a superare i sudamericani. E meno male per l’Olanda che il talento sopraffino di Cody Gakpo (due reti per lui), 23enne del Psv, ha un po’ depistato le critiche sul gioco. La tradizione dei grandi attaccanti è offuscata dalla presenza in campo di Vincent Janssen, 28enne dell’Anversa, con tutto il rispetto molto lontano dai Van Persie, per restare al recente passato, o dai Kluivert per andare un po’ più indietro. E il gioiello dell’Ajax Bergwijn è sembrato finora un pesce fuor d’acqua. Il gioco, beh, a essere buoni è da rivedere. Van Gaal ha dei buoni alibi, tra giocatori rimasti a casa per infortunio e altri fuori forma, ma quando dice che questa squadra «ha più qualità di quello che ho portato al terzo posto nel 2014», lo obbligherebbe a un atteggiamento diverso. Se ci crede davvero. Invece l’Olanda gioca puntando molto sulla forte difesa e su una manovra spartana che attende i coriandoli di Frenkie de Jong e del già citato Gakpo.
Si cambia? Come detto, Van Gaal è consapevole sia del malcontento pubblico sia del fatto che per «arrivare in fondo», come ha dichiarato lui stesso, deve cambiare qualcosa. Ieri in conferenza stampa qualcosa ha ammesso davanti ai giornalisti: «La squadra mi è piaciuta contro il Senegal, con l’Ecuador invece abbiamo fatto un passo indietro nel possesso palla. Dobbiamo comandare di più il gioco, dobbiamo e possiamo giocare meglio. Finora non ci siamo riusciti anche per la cattiva condizione di alcuni giocatori». Tra questi ci sono anche gli esterni, l’interista Dumfries e Blind, finora frenati dagli avversari e da se stessi. Ancora Van Gaal: «Facciamo pochi cross? Vero, ma miglioreremo». Poi c’è il problema attacco. Forse per la prima volta, con il Qatar partirà titolare Depay. Su di lui il santone si sbilancia: «Non stiamo correndo rischi con Memphis, abbiamo bisogno di lui per diventare campioni del Mondo. Quanto giocherà col Qatar? Devo decidere, ma darà il suo contributo». Forse per la prima volta ci sarà spazio anche per Xavi Simons, il baby talento (2003) ex Psg e compagno di squadra di Gakpo al Psv, atteso da tutti per dare un bello scossone alla qualità di gioco.
Ciao Qatar
Contro gli oranje in cerca del salto di qualità andrà in onda l’ultima recita dei padroni di casa del Qatar, che nonostante i soldi spesi e il reclutamento in ogni dove di giocatori da far crescere, hanno fallito. Il c.t. spagnolo Sanchez parla di «esperienza comunque positiva contro squadre di un altro livello. Chiederò ai miei giocatori di giocare per divertirsi». Il problema è che i qatarini si divertono poco con il calcio. Da stasera ancora meno.