Foden e Grealish gli anti-Galles Rampa di lancio per i City boys
Il c.t. pensa ai ragazzi di Guardiola Dubbi sul modulo e sugli uomini
Più Guardiola per tutti. Sembra uno slogan, una pubblicità progresso, di quelle che vanno sempre di moda. E un po’ è così anche adesso, perfino per gli inglesi che il calcio l’hanno inventato e che dal 1966 aspettano che torni a casa. Nel 2021 lo slogan portò fortuna, ma solo fino alla finale contro l’Italia di Mancini. E adesso in Qatar viene riproposto sulle magliette dei tifosi, con l’unica accortezza di aver aggiornato l’anno: “2022, it’s coming home”. L’ottimismo impera, insomma, però la partita con gli Stati Uniti ha un po’ annacquato l’entusiasmo. E come spesso accade nel calcio, quando piovono critiche a bagnarsi è l’allenatore. Gareth Southgate è abituato alla situazione, guarda avanti senza curarsi di quanto si dice di lui, però qualche riflessione dovrebbe farla. Avere una rosa profonda e non sfruttarla bene è un peccato. Finora Southgate ha lasciato in disparte Alexander-Arnold (zero minuti) e Phil Foden (19’, a punteggio acquisito contro l’Iran). Soprattutto il mancato utilizzo del giocatore del City nella sfida con gli Usa è stato sorprendente. Se Alexander-Arnold paga, in modo oggettivamente incomprensibile, la maggiore propensione offensiva a discapito delle chiusure difensive, non è chiaro il motivo per cui Foden sia stato fin qui ignorato. Mount contro gli americani è stato deludente e oggi ci si aspetta di vedere Phil in campo.
Avanti con Harry
La partita con il Galles conta in modo relativo, nel senso che gli inglesi passerebbero agli ottavi anche perdendo con tre gol di scarto. Ma il primo posto nel girone va salvaguardato e comunque le brutte figure non sono ammesse mai, tanto meno in un derby. Così Southgate farà qualche cambio, ma non troppi: «Al Mondiale non ha molto senso fare un uso eccessivo del turnover, non siamo qui per permettere ai calciatori di collezionare presenze, ma per vincere e andare avanti. Per fortuna con me ci sono 26 professionisti intelligenti, che capiscono queste cose, anche se poi ovviamente chi non va in campo ci resta male». Kane dovrebbe essere confermato, con il duplice scopo di far crescere la sua condizione (cosa che avviene più facilmente giocando) e di aiutarlo a sbloccarsi: il gol è la medicina migliore, anche perché consentirebbe al capitano di avvicinarsi a Rooney nella classifica cannonieri di sempre della nazionale inglese o addirittura di raggiungerlo. Per adesso Kane è a quota 51 e Rooney due gradini più su. Comunque, a precisa domanda sull’utilizzo del centravanti, Gareth Southgate ha risposto con un giro di parole che dimostra la sua indecisione: «Harry sta bene, la caviglia e il piede sono migliorati. Ho praticamente tutta la rosa a disposizione, questo rende le scelte difficili, ma è ciò che ogni allenatore si augura». In pratica, l’allenatore inglese non ha risposto.
I cambi Comunque qualche novità in formazione ci sarà, a partire proprio da Foden. Ma a cambiare potrebbe anche essere il modulo e non sarebbe una novità visto che l’Inghilterra di Southgate ha già giocato sia con la difesa a tre sia con la difesa a quattro. Henderson potrebbe far rifiatare Bellingham a centrocampo in entrambe le soluzioni. In caso di conferma del 42-3-1 Foden prenderebbe il posto di Mount e forse Grealish quello di Sterling. Dopo l’allenamento di ieri, però, si parla con insistenza della possibilità che Southgate viri sul 3-4-3 grazie al recupero di Walker che giocherebbe insieme agli intoccabili Stones e Maguire. In questo caso Trippier e Shaw si alzerebbero sulla linea dei mediani Henderson e Rice, mentre il tridente offensivo sarebbe composto da Foden, Kane e uno tra Sterling e Grealish. Le soluzioni sono così tante che forse ingarbugliano lo stesso Southgate. Ma ciò che può davvero fare la differenza al Mondiale sono le sostituzioni durante la gara: quelle che il c.t. inglese non ha fatto con gli Usa e che gli hanno attirato molte critiche.
Southgate su Kane «Harry sta bene, la caviglia e il piede sono migliorati. Ho quasi tutta la rosa a disposizione»
E sul turnover Ciò che può fare la differenza sono i cambi, quelli che il c.t. inglese non ha fatto con gli Usa