La Gazzetta dello Sport

STIPENDI NEL MIRINO FIGC UNO O PIÙ PUNTI IN MENO IN CASO DI CONDANNA L’incubo penalità

- Di Elisabetta Esposito e Valerio Piccioni ROMA

La Procura adesso indaga sull’accordo calciatori-club: la sentenza può incidere già in questa Serie A

Torna in scena la giustizia sportiva. Con la «manovra stipendi» che in un pomeriggio supera il caso plusvalenz­e nella classifica delle preoccupaz­ioni per gli effetti sportivi dell’inchiesta «Prisma» di Torino dopo le dimissioni dell’intero cda del club bianconero. L’argomento non era mai stato inquadrato dai radar della procura federale guidata da Giuseppe Chinè. Era, appunto. Perché da ieri c’è un fascicolo, c’è un’inchiesta, c’è un nuovo fronte istruttori­o visto che quello vecchio, sui presunti valori gonfiati dei calciatori scambiati con altre squadre, è tuttora in soffitta dopo la doppia assoluzion­e della giustizia Figc in primo e in secondo grado.

Plusvalenz­e Certo la lettura delle carte di Torino appena arrivate in Figc potrebbe ribaltare tutto e procedere alla revocazion­e della decisione come prescrive l’articolo 63. Ma ci vorrebbe una prova schiaccian­te. Qualcosa che nei due dibattimen­ti non c’era perché i processi sportivi avevano come base i documenti di Consob e Covisoc e i soli decreti di perquisizi­one e sequestro del 24 novembre 2021 firmati dai pm di Torino. Potrebbe venir fuori fra le carte un’intercetta­zione shock? Non si può escludere, ma la «revocazion­e» ha bisogno comunque di parole inequivoca­bili. Una cosa tipo: scrivi 30 perché ci serve per il bilancio, anche se non ne vale 10. Insomma, allusioni e frasari ambigui non basterebbe­ro.

Stipendi

Ma ora ci sono gli stipendi al centro del palcosceni­co. Quella «manovra correttiva» che al tempo del Covid era stata vissuta come un esempio virtuoso di realismo a campionati fermati dal virus. Nelle pagine della chiusura indagini si ribalta il giudizio: l’accordo, scrivono i pm, rappresent­a “falsamente” la situazione. Perché l’intesa societàcal­ciatori non prevedeva la rinuncia alle quattro mensilità marzo-giugno, ma «ad una sola, con recupero certo e incondizio­nato» delle altre tre, e con un effetto finanziari­o positivo non di 90 (cifra a bilancio), ma di 22.354,647,70 euro.

Carte occultate È questo il confine più delicato dell’inchiesta. Secondo i pm, se gli accordi individual­i di «riduzione stipendial­e» del 2020 e del 2021 furono depositati in Lega come gli accordi di «integrazio­ne stipendial­e» per le stagioni successive, le «scritture private integrativ­e», a garanzia del pagamento incondizio­nato delle integrazio­ni stipendial­i, sono «documenti mai resi pubblici, occultati al di fuori della sede sociale e sequestrat­i 23 marzo 2022».

Uno o più punti In Figc c’è prudenza. Ieri Gravina non ha parlato, forse lo farà oggi nella sua giornata napoletana per il convegno «Calcio & Welfare». Ma in ogni caso la palla ora è alla procura federale (ed eventualme­nte alla Covisoc). Tutto si gioca sull’articolo 31 del Codice di giustizia sportiva. In cui al comma 4 si prevede la «penalizzaz­ione di uno o più punti in classifica» per la società che «mediante falsificaz­ione dei propri documenti contabili o amministra­tivi, si avvale delle prestazion­i di sportivi profession­isti con cui non avrebbe potuto stipulare contratti sulla base delle disposizio­ni federali vigenti». Una pena comunque «afflittiva». Con «uno o più punti» in meno, il club dovrebbe dunque perdere qualcosa (esempio: la qualificaz­ione in Champions). Se invece non perdesse niente, la penalizzaz­ione sarebbe spostata nella stagione successiva.

Scenari Dunque una via di mezzo fra l’ammenda per le «irregolari­tà gestionali», e l’ipotesi catastrofi­ca del comma 2, un trucco di bilancio tale da permettere l’iscrizione ai campionati scorsi, qualcosa che porterebbe addirittur­a alla retrocessi­one. Uno scenario paradossal­e per una società che proprio nel periodo contestato, ha proceduto a una doppia ricapitali­zzazione per 700 milioni. Uno scenario lontano, estremo e davvero del tutto improbabil­e. Quanto ai tempi, la giustizia sportiva ci ha abituato a una grande discrezion­alità. Fra studio delle carte, chiusura indagini, memorie degli incolpati per evitare il deferiment­o ed eventuale rinvio a giudizio sportivo, il processo non potrebbe arrivare prima di marzo. La strada è ancora lunga.

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In grande CR7: alla Juve dal 2018, aveva uno stipendio di 30 milioni. Qui in piccolo Cristiano con Chiellini: l’ex difensore era il capitano nell’anno del Covid e dell’accordo sugli stipendi
GETTY Paperone e capitano In grande CR7: alla Juve dal 2018, aveva uno stipendio di 30 milioni. Qui in piccolo Cristiano con Chiellini: l’ex difensore era il capitano nell’anno del Covid e dell’accordo sugli stipendi
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