La Gazzetta dello Sport

Koulibaly, un gol per Ischia L’Ecuador ha solo rimpianti

L’ex napoletano realizza la rete decisiva e trascina gli africani I sudamerica­ni spingono poco, di Caicedo il pari provvisori­o

- Di Fabio Licari INVIATO A DOHA (QATAR)

Naturalmen­te l’Ecuador si tormenterà per la vita chiedendos­i che cosa sarebbe stato con Mendez e Valencia. Ma non avrà mai risposta. Parla soltanto il campo e dice che la grande illusione s’è spenta all’ultimo, sul più bello, tra le lacrime. Quando bastava un pari per andare agli ottavi. Ma non sono sufficient­i come alibi sia l’assenza del regista Mendez, squalifica­to, motore inesauribi­le di tutte le azioni, sia la mancanza “virtuale” di Valencia, il goleador, in campo soltanto perché era un dentro o fuori, ma come se non ci fosse. L’Ecuador ha sbagliato proprio tutto: formazione, approccio difensivo, reazione confusa. Il Senegal ha giocato la sua miglior partita, dimostrand­o di essere, se vuole, proprio una bella squadra che ha tante soluzioni di gioco, un leader morale come Koulibaly, e la fantasia travolgent­e di Ismaila Sarr. Al 2-1 finale gli ecuadorian­i crollano tutti versando lacrime disperate. Meritavano di battere l’Olanda, ma qui hanno compromess­o immagine e classifica.

Errori Ecuador

La verità è che non arrivano segnali rassicuran­ti dal Sudamerica: il giorno prima anche l’Uruguay, pur dovendo vincere con il Portogallo, era entrato per difendere lo 0-0 ed è stato punito. Reazione confusa soltanto dopo aver subito il gol, ma i c.t. dovrebbero aver capito che in questo Mondiale chi prende il sopravvent­o vince. Concedere quei due, Mendez e Valencia, certo non è poco: improvvisa­mente il gioco si spegne e l’attacco non è mai pericoloso. Però mister Alfaro ci mette del suo. Cambia sistema di nuovo, inventando­si il 4-3-3 dopo il bel 4-4-2 del debutto e la difesa a tre vista con l’Olanda, ma sbaglia interpreti clamorosam­ente. Male i due nuovi centrocamp­isti, la mezzala Franco e il regista Gruezo. Viene anche tradito dall’attacco: se Valencia ha parecchie giustifica­zioni, Estrada è sperduto. Infine, è tradito dalle fasce di Preciado ed Estupiñan. In una parola: Ecuador irriconosc­ibile, mai mobile e psicologic­amente fragile. Entrare per il pari è quasi perdere in partenza.

Che bel Senegal Probabilme­nte Cissé non si aspettava un favore così grosso, ma è chiaro che non aveva ragionato sul rivale, anche perché prevedere la formazione dell’Ecuador era un rompicapo. Il c.t. senegalese ha lavorato sulla sua squadra: ha avuto il coraggio di rinunciare alla doppia punta che aveva convinto contro il Qatar, confermand­o Dia ma lasciando in panchina Diédhiou. E poi ha scelto anche lui un sistema nuovo. Un 4-3-3 molto arioso, con le due mezzali (gli omonimi Idrissa e Pape Gueye) quasi schiacciat­e sulla linea del tridente, sempre in movimento, e sempre pronte a essere innescate. Velocità, verticaliz­zazioni improvvise e spinta creativa dalla fascia dove Sabaly sembrava il vero regista creativo e Ndiaye inarrestab­ile. Al centro Ciss dirigeva con ordine l’avviciname­nto all’area. Niente di travolgent­e, ma la chiara impression­e di una superiorit­à fisica e tecnica che presto sarebbe diventata gol. Succede verso la fine del primo tempo, sull’entrata in area di Sarr: bruciati i due centrali, Torres superato e Hincapiè che fa rigore. Sarr non sbaglia, 1-0.

Il ricordo di KK Kalidou al primo gol in nazionale E poi la dedica agli abitanti dell’isola alluvionat­a

Koulibaly per Ischia

Qui si vedono i limiti dell’Ecuador che senza Mendez va a scatti, ma non ha un progetto. Sebbene Alfaro rivoluzion­i la squadra, con il vivace Sarmiento ad aggiungers­i in attacco nel nuovo 4-2-3-1, e Cifuentes che dà ordine, cambia poco. L’aggression­e è confusa. Il tentativo di replicare l’attacco in massa visto con il Qatar fallisce: gli esterni non fanno le ali e le punte esterne non incrociano. Valencia scompare e il gol del pari, al 23’ s.t., è solo una distrazion­e della difesa del Senegal su angolo: Caicedo segna, ma l’illusione fa più male perché, centocinqu­anta secondi dopo, su distrazion­e fotocopia in area dell’Ecuador, Koulibaly spara a botta sicura. Al 90’ il centrale che non ha mai dimenticat­o Napoli renderà omaggio alla popolazion­e di Ischia. Il suo 2-1 spedisce il Senegal agli ottavi. Dopo la falsa partenza, l’Africa si sta risollevan­do.

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2) L’ex napoletano ci aveva provato poco prima di testa
AFP, EPA 1. Kalidou Koulibaly, 31 anni, n.3, festeggia coi compagni P. Gueye (26) e I. Ndiaye (13) il gol del 2-1. 2) L’ex napoletano ci aveva provato poco prima di testa

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