La Gazzetta dello Sport

«Mi salvo a Empoli, studio Hernandez e penso a una big»

Ha perso il padre prima di andare in A «Tutto quello che faccio è per lui»

- Di Fabio Bianchi INVIATO A EMPOLI

Fabiano Parisi va veloce, e non solo in campo. Brucia sullo scatto le categorie come gli avversari: dai dilettanti alla Serie A in un baleno, un salto triplo riuscito talmente bene da essere già un uomo mercato. L’Empoli si conferma una squadra che non solo sa creare giovani ma li sa pescare. Parisi, chiamato a raccontars­i, si conferma un ragazzo con le idee molto chiare: «Il sogno è sempre stato quello di diventare calciatore. Certo, il mio non è stato un percorso breve né facile. Però ci ho sempre creduto e il primo che ci credeva era mio padre».

3Ha accettato 800 euro al mese dall’Avellino dopo la Promozione in C invece di svincolars­i…

«Da sempre tifoso dell’Avellino, giocare per quella maglia mi dava grandi soddisfazi­oni. I soldi per me venivano in secondo piano. Sono importanti certo, ma lo è di più che sia felice dove gioco, come qui all’Empoli».

3 Un altro insegnamen­to di papà Carmine, che non è riuscito a vederla giocare in A.

«È mancato un mese prima, Il destino ha voluto così. Ma io penso che mi guardi da lassù e che sia felice di vedermi dove sognava che arrivassi. Di certo, tutto quello che faccio é anche per lui».

3Messi

dopo un gol alza gli occhi al cielo per la nonna. Lei?

«Io segno poco, dunque lo faccio prima di iniziare. È una specie di rituale, porto lo sguardo al cielo per salutarlo e gli dico: goditi la partita che gioco per te. Lui è sempre stato il mio primo tifoso, mi accompagna­va, ha fatto tanti sacrifici. Se sono qui è soprattutt­o grazie a lui».

Il suo ex allenatore, Capuano, giá diceva che era il miglior esterno sinistro d’Italia, e secondo solo a Hernandez.

3 «Lo diceva anche a me. Abbiamo un rapporto speciale, ci sentiamo ancora dopo ogni mia partita. Credo sia un allenatore di grandissim­o livello (ora è al Taranto, ndr.), mi ha aiutato molto sotto l’aspetto tattico».

3Theo un modello?

«Anche, ma non ne ho uno in particolar­e. Studio tutti, anche quelli del passato coi video, come Roberto Carlos. Mi piace Jordi Alba».

3Adesso lei, classe 2000, fa gola alle big. Altro salto?

«Ora no. Mi fa piacere l’interessam­ento di tante squadre, ovvio, ma sono concentrat­o sull’Empoli e la salvezza. Ogni giorno lavoro duro e cerco di diventare più bravo. Riparliamo­ne a giugno, dopo aver salvato l’Empoli, a cui sono molto riconoscen­te».

Ok, ma in futuro dove si vede, in una big qui o in Premier?

3

«Non fa differenza. L’unica cosa importante sarà che la squadra dove vado creda davvero in me. Perché a me interessa giocare».

3Segna poco ma con Zanetti sta cambiando: già due gol, il suo record in C è 4.

«Sì, l’esperienza di un anno in più di A mi ha aiutato, poi con

Zanetti i terzini sono molto piu alti, hai più possibilit­à di segnare. Io gioco per la squadra, ma lavoro per migliorare negli ultimi 30 metri ed essere più decisivo con gli assist».

3 A proposito di Theo, come lui si accentra spesso per creare gioco. Tattica richiesta o iniziative sue?

«E’ un movimento che chiede il mister e lo faccio volentieri: da ragazzo ho giocato anche da mezzala e trequartis­ta, non ho paura di entrare nel campo, anzi mi viene automatico farlo».

3Mancini

l’ha già chiamata, questo è il turno di Baldanzi. Il prossimo dell’Empoli chi sarà? «Ci sono tante giovani, anche Cambiaghi e Fazzini sono giocatori importanti che possono dare una grande mano all’Empoli e all’azzurro».

3L’Italia deve ripartire per europei e soprattutt­o Mondiali. Pronto a dare il contributo?

«Sarebbe un sogno partecipar­e ai mondiali. In Qatar tifavo per l’Argentina, tifo Messi, mi emoziona vederlo giocare. Io cercherò di migliorare sempre per farmi trovare pronto se Mancini mi dovesse chiamasse. Devo meritarlo facendo bene a Empoli».

3Fuori dal campo che fa?

«Guardo film con la mia ragazza, gioco alla PlayStatio­n con gli amici e studio: sono al terzo anno di Scienze Motorie. Mi preparo per il dopo, come vuole mia mamma che mi ha sempre detto di studiare e come sarebbe piaciuto anche a mio padre».

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su Eziolino Capuano
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su Jordi Alba

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