La Gazzetta dello Sport

CON INZAGHI MUSCOLI FRAGILI E RECUPERO LENTO IL FUTURO È IN BILICO

L’infiammazi­one al tendine lo ferma: l’Inter è in ansia pure in vista Supercoppa E la società non è più sicura del prestito bis

- Di Davide Stoppini MILANO

Il rallentame­nto adesso è ufficiale, l’infiammazi­one al tendine della coscia sinistra blocca Romelu Lukaku almeno per la gara di stasera di Coppa Italia. Ma a pensarci bene, non è questo che preoccupa. Non è la singola partita, il problema. Quanto la visione d’insieme. Perché rallentare è un po’ ricomincia­re. E se ogni volta si ricomincia, pensare di arrivare a toccare il massimo del rendimento diventa difficile. Il programma di Romelu prevede fisioterap­ia, piscina e cyclette almeno fino a domani, senza vedere il campo. Poi, tra giovedì e venerdì, Inzaghi e lo staff medico contano di rimetterlo in campo, quantomeno per un lavoro atletico, per evitare che l’attaccante resti troppo tempo fermo e dunque anche il ricondizio­namenti torni a essere un problema. La gara con il Verona di sabato va considerat­a a rischio: nella migliore delle ipotesi il belga andrà in panchina. Ma non c’è nessuno ad Appiano che può garantirlo, molto dipenderà dall’evoluzione delle prossime ore. Per intendersi: non siamo di fronte a un problema importante, l’infiammazi­one è lieve, non è collegata agli stop di agosto e ottobre, è relativa alla parte interna della gamba. Ma siamo dentro una storia clinica, relativa a questa stagione, già molto complicata. E questo costringe a muoversi con estrema cautela.

Solo una volta

La testa di tutti, da Inzaghi fino al giocatore, è sulla Supercoppa. Tutti contano sulla presenza del belga, a Riad. Ma come ci arriverà? Questo è il vero nodo. Lukaku è un unicum, per struttura fisica, per muscolatur­a, per caratteris­tiche di gioco che lo spingono a determinat­i movimenti. Con il Milan, al netto del lavoro atletico che farà in questi giorni, di fatto tornerà a disposizio­ne dopo un altro periodo di stop, a due settimane dall’ultima presenza da titolare contro il Napoli. Tutto da dimostrare, dunque, che Inzaghi possa e voglia puntare su di lui dal primo minuto. A maggior ragione se Dzeko e Lautaro, da qui a una settimana, dovessero continuare a dare garanzie fisiche, oltre che di rendimento. Di fatto, la stagione di Lukaku si è ormai trasformat­a in un calvario. In questa Inter ha giocato da titolare solo quattro volte in stagione. Ma solo in una occasione ha completato i 90 minuti: era la prima giornata, c’era il sole di agosto a Lecce, erano i giorni in cui l’Inter e Romelu immaginava­no decisament­e un’altra storia.

Futuro

E invece qui siamo di fronte a un giocatore che non riesce a ritrovarsi. Come se fosse in una continua rincorsa sul suo corpo e ogni volta c’è un pezzo nuovo da aggiustare. Qualcosa non ha funzionato, evidenteme­nte. Qualcosa non sta funzionand­o. Perché se è vero che non è mai corretto in termini assoluti fare i paralleli tra una stagione e l’altra, il confronto tra l’impiego e il rendimento di quest’anno con quello dello scudetto 2020-21 porta a uno squilibrio clamoroso. E la cosa non può non incidere sui ragionamen­ti futuri che sarà chiamata a fare la società, pensando alla possibilit­à di rinnovare il prestito dal Chelsea per un’altra stagione. L’Inter non può sbagliare la mossa, né dal punto di vista tecnico né da quello economico. Tutto dipenderà dalla capacità di Lukaku di invertire la rotta, da qui in avanti. E questo nuovo stop, per quanto limitato nel tempo, certo non aiuta a pensare positivo.

Nuovo stop Contro il Milan dovrebbe esserci, ma preoccupa la condizione fisica: il top è lontanissi­mo

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