CON CONTE UNA MACCHINA DA GOL CHE FIRMÒ IL TITOLO MA ORA È UN RICORDO
Antonio lo volle fortemente e con lui Romelu era insostituibile: 65 partite di A da titolare e in 52 occasioni ha giocato 90’
L eggenda narra che il suo nome fu fatto già al primo appuntamento con il club. Quando Antonio Conte incontrò l’Inter, aveva già in mente l’uomo che avrebbe griffato la sua avventura in nerazzurro e intorno a cui costruire la sua squadra da scudetto: Romelu Lukaku. Quel che è successo nel biennio seguente, è già diventato storia: 72 presenze in due campionati, 65 volte titolare, 52 partite da novanta minuti e sei volte sostituito ben oltre l’80’, a risultato praticamente chiuso. Ecco cos’era Lukaku per Conte: un totem, l’insostituibile centravanti con cui andare all’assalto di ogni avversario, il primo uomo da mandare in pressione con ferocia, per inviare chiaro il messaggio alla controparte. L’Inter di Conte si sentiva sicura, trascinata dalla fisicità di Lukaku, perché era stata costruita attorno alle qualità del belga, devastante e dirompente in campo aperto. Anche Conte provò nei primi mesi a imporre palleggio e manovra avvolgente, ma optò presto per l’inversione a U: baricentro più basso e ricerca immediata della profondità una volta riconquistata palla. E nel gioco verticale, con ampio spazio da attaccare, nessuno sembrava in grado di poter arginare la strapotenza fisica di Big Rom.
Coccole e lavoro Certo, la situazione era diversa e anche il compito inserire Lukaku nel nuovo ingranaggio nerazzurro fu più semplice. Conte fece di tutto per portarlo a Milano, addirittura si spese pubblicamente durante la tournée asiatica, nei giorni in cui la Juventus sembrava essersi inserita con successo nell’affare col Manchester United. Va da sé che una volta sbarcato sul pianeta Inter, Lukaku si sia sentito subito al centro del progetto, sicuro di essere il nuovo faro della squadra. Conte lo ha coccolato, certo, ma anche fatto allenare come mai prima, riuscendo a trasformare Romelu in un’arma devastante. E Lukaku ha ripagato, griffando lo scudetto 2020-21 con 24 reti e permettendo a Conte di scrivere ancora un pezzo di storia, stavolta nerazzurra.
Il precedente Con l’ex allenatore coccole ma pure duro lavoro: il suo rendimento è stato sempre al top