La Gazzetta dello Sport

Gli spaccaNa

Venerdì la sfida al Maradona coi due assi a lungo assenti in questi mesi: Allegri sta valutando se impiegarli insieme dall’inizio o se alternarli

- Di Filippo Cornacchia TORINO

a Juventus esibirà i primi veri “colpi” di gennaio anche al Maradona. Uno è campione del Sudamerica e del Mondo, l’altro è campione d’Europa. Non sarà ancora la squadra progettata in estate, in sede di mercato, ma in attesa di Pogba (zero minuti stagionali) e degli altri infortunat­i (Vlahovic, Cuadrado, Bonucci, De Sciglio), i bianconeri venerdì andranno a Napoli con Angel Di Maria e Federico Chiesa. Per il Fideo e il figlio d’arte non è il debutto assoluto, ma per certi versi è un po’ come lo fosse. Massimilia­no Allegri è riuscito a scalare la classifica, dall’ottavo al secondo posto in 85 giorni e con il Mondiale in mezzo, ma finora ha potuto utilizzare poco e niente la classe smisurata dell’ex Paris Saint Germain e la potenza dell’azzurro. Di Maria è fermo al gol nell’esordio di agosto contro il Sassuolo e agli sprazzi da fuoriclass­e mostrati tra un infortunio muscolare e l’altro: appena 11 presenze tra campionato e Coppe, 457 minuti in tutto. Chiesa, reduce dal grave infortunio ai legamenti del ginocchio di dodici mesi fa (9 gennaio 2022), sta ritrovando la miglior forma a suon di prestazion­i. Dopo i tre spezzoni prima della pausa per il Qatar, ecco gli spunti incoraggia­nti di Cremona e l’assist per il gol di Danilo contro l’Udinese (per l’ex viola 5 presenze, 122 minuti in tutto tra campionato e coppe). Una giocata, quella con cui ha servito il brasiliano a porta vuota (stop di petto e immediato tocco a centro area), che è valsa il prezzo del biglietto dei 40mila dell’Allianz Stadium almeno quanto alcune magie del visionario Di Maria.

I primi “colpi” Al Maradona, nello stadio intitolato al grande Diego, Allegri partirà dai suoi due “spaccaNapo­li” per provare ad assestare un colpo alla corsa scudetto. Non sarà decisiva – e probabilme­nte è davvero così visto che mancano ancora troppe giornate e troppi punti di qui a giugno – però è sicurament­e una grande occasione per i bianconeri. Danilo e compagni hanno recuperato 3 punti al Napoli, 5 all’Inter e 7 al Milan grazie alle ultime 8 vittorie consecutiv­e, tutte maturate senza incassare reti. Uscire dal Maradona con un trionfo significhe­rebbe completare la “fase 1” della rimonta avendo più che dimezzato il distacco dalla capolista: i 10 punti di ottobre, adesso sono 7 e in caso di successo juventino diventereb­bero 4. Il campionato, a quel punto, sarebbe molto più che riaperto.

Il piano allo studio Allegri è un pragmatico e non si avventura in pensieri del genere. «Dobbiamo mantenere un profilo basso», ripete da giorni. Più che pensare a come cambierebb­e la classifica in caso di vittoria, il “Conte Max” sta studiando come giocarsi lo scontro diretto. Dagli undici iniziali ai cambi, sempre più determinan­ti nelle ultime uscite, al miglior impiego possibile per Di Maria e Chiesa. La decisione finale verrà presa in extremis, probabilme­nte dopo la rifinitura di giovedì alla Continassa, ma la sensazione è che Allegri non calerà subito sul tavolo i suoi due assi. Di Maria potrebbe partire titolare, in coppia con uno tra Moise Kean o l’ex Napoli Arkadiusz Milik. Mentre Chiesa potrebbe spaccare la partita nella ripresa con i suoi strappi, magari partendo largo nel 35-1-1 come nelle ultime due uscite. Tutto (o quasi) dipenderà dalla condizione dei diretti interessat­i (Di Maria, contro i friulani, è uscito per crampi nella ripresa dopo 4’ di convivenza con Chiesa) e dal tipo di partita che immaginerà Allegri. L’impiego contempora­neo del campione del Mondo e del campione d’Europa non è da escludere a priori, anche se in quel caso il “Conte Max” avrebbe un “cambio di peso” in meno da spendere nella ripresa. Dubbi mai così benedetti dopo mesi di scelte spesso forzate e imposte dall’infermeria.

La duttilità di Fede Massimilia­no Allegri si gode la crescita di Chiesa, il suo mix di tecnica e strappi e l’abilità dell’ex Fiorentina nel riuscire a fare la differenza in modi e posizioni diverse. Un po’ seconda punta, come da esibizioni pre Mondiale, ma sempre di più quinto di centrocamp­o offensivo nel 3-5-1-1 della svolta autunnale. Federico contro la Cremonese ha sfrecciato a destra, mandando in tilt a più riprese il sistema d’allarme dei grigioross­i, mentre contro l’Udinese ha confeziona­to l’assist decisivo per Danilo dalla sinistra. Senza dimenticar­e l’opzione di poterlo schierare anche come ala nell’eventualit­à di un passaggio in corsa al 4-3-3 o al 4-4-2.

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