La Gazzetta dello Sport

Il romanzo delle rimonte DIFESA E SOLIDITÀ COME NEL 2015-16 ALLEGRI ALLA RICERCA DELLO STORICO BIS

In otto turni la Juve è passata dall’8° al 2° posto. Anche sette anni fa iniziò la striscia a -10 dal Napoli, ma Spalletti va più veloce di Sarri

- Di G.B. Olivero

La rimonta è quasi un genere letterario per tanti motivi e in particolar­e perché si associa perfettame­nte a uno degli insegnamen­ti più importanti dello sport: il concetto di non mollare mai riassume bene l’essenza dello spirito agonistico. Così, quando si intravede un possibile tentativo di rimonta, l’attenzione viene catturata facilmente. Vale in tanti ambiti: ad esempio la Formula 1 e la MotoGp, dove il concetto di sorpasso e controsorp­asso è naturale; nel tennis, dove le partite su cinque set offrono spazio a improvvisi recuperi; nel basket. E nel calcio, ovviamente. Il percorso della Juve, con otto vittorie consecutiv­e senza subire reti, sta facendo sognare i tifosi bianconeri e preoccupar­e gli altri. In effetti dopo il 9° turno Allegri era ottavo e adesso è secondo, insieme al Milan. Ci sarebbero tutte le caratteris­tiche per parlare di rimonta, visto che nelle ultime otto giornate i bianconeri hanno staccato l’Inter di 5 punti, il Milan di 7, la Roma di 12, la Lazio di 13. Solo che il Napoli, ossia la vera squadra da rimontare, non si è mostrata molto disponibil­e: appena 3 le lunghezze recuperate da Allegri a Spalletti e così i 7 punti di distacco restano un discreto muro da scalare. Però ci sono alcuni fattori da considerar­e: innanzitut­to il calendario, che offre a una Juve non bella ma ormai quadrata la possibilit­à di affrontare la trasferta di Napoli venerdì con entusiasmo e consapevol­ezza. E poi la ritrovata solidità, che sarà messa a dura prova al ma che ha consentito ai bianconeri di risalire in classifica e che riporta con la memoria alla storica rimonta del 2015-16.

Le analogie Proprio la tenuta difensiva è stata la prima mossa, adesso come sette anni fa. E’ il mantra di Allegri, ma anche un modo logico di affrontare la crisi. Se sei in difficoltà, parti dalle basi: non prendere gol, ritrova certezze e poi in qualche modo riuscirai a segnare. Nel 2015-16 il grande rivale fu proprio il Napoli e curiosamen­te il distacco era praticamen­te lo stesso: 10 punti al 10° turno nel 2015 (e 11 dalla Roma capolista), 10 anche in questa stagione dopo 9 giornate. Dopo la sconfitta di Sassuolo e la grande arrabbiatu­ra di Buffon e del gruppo storico, la Juve cambiò marcia vincendo faticosame­nte il derby e poi progressiv­amente chiuse le strade verso la sua porta. Contro quella Juve divenne impossibil­e non solo segnare, ma anche tirare. Buffon festeggiò il record di imbattibil­ità (973’) e il Napoli non riuscì a tenere l’incredibil­e ritmo imposto dai bianconeri: 15 vittorie consecutiv­e, poi un pareggio, altri 10 successi e un bilancio di 27 vittorie, un pari e una sconfitta nelle ultime 29 partite. Il Napoli mantenne due punti di vantaggio a fine andata, restò davanti fino allo scontro diretto del 25° turno che giocò alla pari, ma il gol di Zaza fu la sentenza. Il campo sembrava in discesa per una Juve troppo più forte non solo di quel Napoli, ma anche di tutti gli avversari: scudetto vinto con tre giornate di anticipo e 9 punti di margine alla fine.

Le differenze Quella netta suMaradona, periorità tecnica (per dire: la Juve fu finalista di Champions la stagione precedente e quella seguente) adesso non c’è nonostante Spalletti abbia scaramanti­camente detto domenica che Allegri ha la squadra più forte. Probabilme­nte è vero che la rosa bianconera sia la più lunga e competitiv­a, ma è un discorso puramente teorico perché Pogba non si è mai visto, Chiesa poco, Di Maria pure e tanti altri giocatori sono stati o sono tuttora fuori per infortunio. Con le prime 8 vittorie di fila, nel 201516 Allegri rubò a Sarri ben 8 punti, quest’anno a Spalletti ne ha portati via solo 3: la grande differenza, almeno per adesso, è il rendimento del Napoli. Ecco perché è particolar­mente importante lo scontro diretto di venerdì: una vittoria bianconera potrebbe minare le certezze della capolista, che ha reagito da grande squadra alla prima sconfitta stagionale rimediata contro l’Inter.

Altre rimonte Nella storia della Juve non mancano altri sorpassi, ricordati però per il clamoroso finale e il crollo degli avversari più che per un distacco elevato durante il campionato. Nel 1966-67 la Juve di Heriberto Herrera supera all’ultimo turno l’Inter di Helenio Herrera grazie alla papera di Sarti a Mantova. Nel 1972-73 la fatal Verona toglie il titolo al Milan e lo consegna ai bianconeri. Nel 2001-02 l’Inter di Cuper si butta via all’Olimpico contro la Lazio, mentre la Juve di Lippi trionfa a Udine. Oggi lo striscione del traguardo è ancora molto lontano e la Juve non può pensare allo sprint: prima deve rimontare il Napoli.

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