La Gazzetta dello Sport

Sprint Champions BLACKOUT

E L’INCOMPIUTA IL GIOCO ORA SI VEDE POI PERÒ I ROVINANO TUTTO Biancocele­sti primi se le partite durassero un tempo. Persi 13 punti dopo l’intervallo Immobile: «Ma ora basta, ripartirem­o»

- Di Stefano Cieri ROMA

l nuovo anno è iniziato come peggio non poteva per la Lazio. Un solo punto in due partite, contro avversari non irresistib­ili come Lecce e Empoli. Sembrava che il calendario volesse dare una mano alla formazione biancocele­ste per farla ri-partire con il piede giusto dopo la sosta per i Mondiali. E invece, proprio nel momento in cui era chiamata a spiccare il volo, la Lazio si è smarrita. Come spesso le era già accaduto anche negli ultimi anni in situazioni analoghe. Nulla è perduto, la zona Champions, che è il grande obiettivo stagionale, è lì, a soli tre punti. Quindi, ancora assolutame­nte raggiungib­ile. Ma serve una svolta immediata.

Troppi black-out Così non va

Tredici punti persi nei secondi tempi, quattro nel recupero (se le partite durassero un tempo la Lazio sarebbe prima). Attraverso questi numeri è fin troppo facile analizzare quali siano i problemi della Lazio. La squadra non riesce ad arrivare fino in fondo. O, quanto meno, non riesce a farlo sempre. Parte bene, poi si perde al momento di chiudere. Non è un problema fisico, i dati statistici lo confermano. È una questione, per dirla alla Sarri, di cilindrata mentale. Come se la squadra non riuscisse per limiti struttural­i a mantenere una concentraz­ione feroce per tutta la partita. «È un problema per il quale non è facile trovare una soluzione - ammette Maurizio Sarri, che oggi compie 64 anni -. Ci alleniamo sempre con la massima intensità, sia a livello fisico sia a livello mentale, ma evidenteme­nte non è sufficient­e». Per questo il tecnico parla di cilindrata mentale. E aggiunge, un po' sconsolato: «Arrivare tra le prime quattro alla fine del campionato sarebbe un miracolo calcistico». I due schiaffi presi da Lecce ed Empoli hanno però lasciato il segno. Nello spogliatoi­o c’è la voglia di ripartire, di mettersi alle spalle queste delusioni. Lo si è percepito ieri nel corso della cena per festeggiar­e il 123° compleanno del club. «Ultimament­e non siamo stati dei fulmini di guerra - ha detto il capitano Immobile - Ma vi promettiam­o che adesso faremo i fuochi di artificio. Dobbiamo assolutame­nte ripartire».

L’ATTACCO Servono i gol di tutta la squadra

Negli ultimi 6-7 anni l’attacco è sempre stato il punto di forza della squadra biancocele­ste. Quest’anno lo è un po’ meno. Colpa anche dell’infortunio che ha messo fuori causa per un mese proprio Immobile. Occorre ritrovare al più presto la consueta prolificit­à, che va assicurata non solo da Ciro e dagli altri attaccanti, ma pure dal resto della squadra (finora i gol di difensori e centrocamp­isti si sono fatti attendere). Occorre ritrovare al più presto quella prolificit­à, anche perché la difesa, dopo aver dato l’illusione di essere finalmente diventata pienamente affidabile, nelle ultime partite prima della sosta e poi nelle prime due del nuovo anno, ha ricomincia­to a fare acqua (10 gol subiti nelle ultime 6 giornate, erano stati 5 al passivo nei precedenti 11 turni).

IL DODICESIMO Luis Alberto è imprescind­ibile

Eternament­e a metà strada tra l’essere un genio incompreso o il salvatore della patria, Luis Alberto ha offerto a singhiozzo la sua classe e le sue invenzioni. Fino a quando il mercato resterà aperto sarà complicato uscire dall’equivoco, ma la Lazio deve farlo in fretta se vuole ricomincia­re a viaggiare spedita. Anche da dodicesimo uomo (come di fatto è stato utilizzato nella prima parte di campionato) di Luis Alberto non si può fare a meno. Meglio ancora se da titolare, come era con Inzaghi e come è stato pure con Sarri nella seconda parte della scorsa stagione. Ad elementi di classe come il Mago non si rinuncia se si vuole andare lontano.

IL CALENDARIO Sfide decisive a fine gennaio

Il calendario sembrava un fedele alleato in questo inizio di 2023. Non si è invece rivelato tale. Pertanto fare previsioni non è semplice. Quel che è certo è che, dopo il match di domenica a Reggio Emilia col Sassuolo, la Lazio sarà attesa da due partite molto delicate all’Olimpico: uno scontro con una big (il Milan) ed uno con una quasi-big (la Fiorentina). Per come si è messa la situazione sono tre gare decisive per il futuro dei biancocele­sti.

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GETTY Leader Ciro Immobile, 32 anni, e Paulo Dybala, 29 anni, sono gli uomini simbolo di Lazio e Roma

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