La Gazzetta dello Sport

Minivan anziché bus Gruppetti e tutti in nero L’ultras cambia pelle

- Di Pierluigi Spagnolo MILANO

Dalle stazioni ferroviari­e alle autostrade, con gli autogrill diventati teatro degli scontri, com’è successo domenica scorsa tra napoletani e romanisti, a Badia al Pino, lì dove nel 2007 morì Gabriele Sandri. Dai grandi pullman ai minivan, per spostarsi più liberament­e. E niente giubbotti colorati ma “total black”. Il controvers­o mondo degli ultras, a oltre mezzo secolo dalla sua nascita, cambia ancora pelle e modalità di viaggio. Quando il tifo estremo si spostava in treno, negli Anni 80 e 90, l’irruenza scivolava lungo i binari, con “incroci pericolosi” tra affollati snodi ferroviari (Bologna e Milano, soprattutt­o) o desolate stazioni di campagna. Come il 6 giugno del 1993, quando un migliaio di ultras sampdorian­i (partiti da Genova e diretti a Brescia) e quasi 600 rivali del Milan (verso Marassi, contro il Genoa) si ritrovaron­o faccia a faccia a Pontecuron­e (Alessandri­a). I due gruppi si riconobber­o, tirarono il freno d’emergenza e diedero vita ad una battaglia durata due ore, con pietre, bastoni e i forconi recuperati nelle fattorie vicine. Solo per miracolo non ci furono conseguenz­e gravi. Erano gli anni dei treni speciali, stoppati dopo la tragedia di Salerno (il rogo del 24 maggio 1999, con 4 giovani vittime). «Mai più convogli per i tifosi», impose lo Stato. E gli ultras si adeguarono, scegliendo sempre più spesso di viaggiare in maniera autonoma, tra pullman e auto.

Più “agili”

Nel corso degli anni, soprattutt­o con pullmini e minivan, le auto “9 posti”, da noleggiare anche con poco preavviso, e che consentono libertà di movimento, percorsi alternativ­i, di dare meno nell’occhio. Una tendenza accentuata con l’introduzio­ne della Tessera del Tifoso, in vigore dal 2010-2011, novità osteggiata dagli ultras. Che scelsero così di cambiare modalità di viaggio. Privati dei treni e con sempre meno pullman, bisognava muoversi in piccoli gruppi, da “cani sciolti”. Viaggiare senza preavviso e senza scorta, permetteva di andare in trasferta e comprare il biglietto in settori diversi da quelli destinati agli ospiti, aggirando l’obbligo della Tessera. Anche il Rapporto 2022 del ministero dell’Interno conferma «la tendenza a prediliger­e l’utilizzo di auto e minivan, piuttosto che i pullman». Una svolta che ha «reso più difficolto­so il monitoragg­io e la localizzaz­ione delle tifoserie», si legge nel report del Viminale. Tanto che, prima del Covid, si era persino ipotizzato di ripristina­re i “treni speciali”. Gli scontri più frequenti sono su strade e autostrade, lontano dagli impianti (il 74% dei casi ). In due circostanz­e è finita in tragedia: Matteo Bagnaresi, 27enne ultras del Parma, venne investito il 30 marzo 2008 da un pullman di juventini, che arrivava da Crema ed era diretto a Torino, nel tentativo di lasciare la stazione di Crocetta Nord, vicino ad Asti. E ancora, il 19 gennaio 2020, (Eccellenza Lucana), con Fabio Tucciarell­o, 39 anni, della Vultur Rionero, investito dall’auto di un ultras del Melfi. Nessuna vittima, per fortuna, in tanti altri casi, ma la lista degli “incroci pericolosi” sulle strade delle trasferte è lunga, con padovani e vicentini che si picchiano in un autogrill vicino a Rimini, il 22 settembre 2019, con l’autostrada bloccata da baresi e leccesi a Cerignola, il 23 febbraio 2020.

Come gli inglesi Le nuove regole di viaggio vanno di pari passo con il rinnovato look degli ultras, che spesso rinunciano a sciarpe vistose e sgargianti colori sociali, per vestirsi “casual”, mutuando una tecnica adottata dagli hooligans britannici dalla seconda metà degli anni Ottanta, per sfuggire al giro di vite voluto da Margaret Thatcher, alle leggi speciali della “Lady di Ferro”. Dal casual, nel giro di qualche anno, si è passati al “total black”, al vestirsi di nero, con felpe e giacconi che rendano il gruppo una macchia indefinita. E più difficolto­se le identifica­zioni, in caso di incidenti. Secondo il Viminale, «sono 445 i gruppi ultras attivi nel nostro Paese, di cui 171 con una connotazio­ne politica» (di destra, nella maggior parte dei casi). Nella stagione 2021-22 le tifoserie di Napoli, Genoa e Lazio sono quelle che «hanno dato luogo al maggior numero di criticità», secondo il Viminale, quasi sempre lungo le strade, lontano dagli stadi. Dai treni ai pullman, ai minivan, dunque. In futuro, “incroci pericolosi” potrebbero verificars­i più spesso nei dintorni degli aeroporti importanti. La nuova tendenza del tifo, infatti, è di viaggiare su voli low cost, per seguire la squadra in poche ore.

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