La Gazzetta dello Sport

GASP RIBALTA L’ALLIEVO MOTTA L’ATALANTA SALE AL QUINTO POSTO

Bologna avanti con Orsolini, uno-due bergamasco con Koopmeiner­s e Hojlund: i nerazzurri agganciano le romane

- Di Andrea Elefante INVIATO A BOLOGNA

uando l’Atalanta ha bisogno di un po’ d’ossigeno, c’è il defibrilla­tore (dopo il primo tempo sarebbe servito...) Bologna: undici vittorie negli ultimi 14 incroci, ma quella di ieri, una gioia che mancava dal 30 ottobre, è stata illuminata da due lampi, più che da una prestazion­e all’altezza del quinto posto ritrovato, a braccetto con Lazio e Roma. Un’altra rimonta, come mercoledì a La Spezia - e questo è buon segno - con due perle di gol grazie a due assist di Jeremie Boga, l’eterno mistero di questa squadra come la sua posizione sul mercato (va in prestito? Non va? Forse da ieri va un po’ meno). Ieri, preferito nella ripresa a Lookman (per 90’ in panchina), ha giocato forse la sua miglior partita da nerazzurro: è entrato, ha armato il sinistro fulminante di Koopmeiner­s, che con un’altra sassata delle sue da fuori area ha rimesso a galla partita e squadra, e poi ha aperto un corridoio che Hojlund ha morso con movimento e tocco sotto da centravant­i vero, compreso recupero di tempo e spazio dopo un primo controllo imperfetto. Terzo gol in campionato del danese, tutti in trasferta: un animale a sangue freddo.

Emerge il gap Da lì in poi, alla distanza e pur senza mai arrendersi, il Bologna ha pagato il gap di uomini e energie che aveva dimenticat­o per 45’. Già, perché qui vi raccontere­mo due partite diverse, una per tempo: il primo, buttato ancora una volta dall’Atalanta, così tanto da far pensare ad una sua sparizione nelle spire di una crisi profonda. La chiave di una frazione governata con sicurezza, a tratti dominata, dal Bologna era stata tattica ma anche caratteria­le, un mix perfettame­nte incarnato dall’uomo che Thiago Motta aveva messo a difesa del fortino, nel cuore della battaglia, diga e catapulta insieme, perché i rossoblù non si erano accontenta­ti di difendere, tutt’altro: Gary Medel davanti alla difesa non solo aveva cancellato Pasalic, ma aveva “chiamato” tutte le uscite della squadra, che lo aveva seguito come uno sciamano. Siccome Ferguson, qualche metro più avanti, aveva schermato molto bene Koopmeiner­s, l’altra teorica fonte di gioco nerazzurra, l’Atalanta si era ritrovata a ruminare il solito possesso palla, quasi per nulla aiutato dai movimenti delle due punte.

Strade diverse

Thiago Motta era senza centravant­i (assenti il totem Arnautovic, Barrow e Zirkzee), Gasperini ne aveva provati due “puri” insieme, Hojlund e Zapata, ma con scarsi risultati: quasi due separati in casa, molto poco vicini e coordinati fra loro e con il resto della squadra. L’esatto contrario di quello che succedeva dall’altra parte, dove Orsolini, Soriano e Sansone, accompagna­ti bene dai due mediani, stavano dando una buona dimostrazi­one di come una rotazione di movimenti studiata per non dare punti di riferiment­o può funzionare bene anche senza una punta pura. Aggiungiam­oci che dopo appena 6’ si era ripetuto il solito film di orrori difensivi: Palomino invece di respingere aveva cercato un aggancio che si era trasformat­o in assist per il sinistro tagliente di un altro ex indigesto, Orsolini, con dedica silenziosa al mentore Mihajlovic. Così la Dea tanto per cambiare si era servita da sola un’altra partita in salita, fatta di fatica psicologic­a e anche fisica: doppia velocità del Bologna, anche nei tempi di conquista del pallone e dunque nel numero di giocate. E di occasioni per raddoppiar­e: un tiro di Medel fuori, uno di Lykogianni­s respinto da Musso, a fronte della prima conclusion­e, fuori, di Hojlund al minuto 33. E stop, con nervosismo in forte aumento.

La svolta Ma nella ripresa Gasperini ha dato a Boga e Zappacosta il compito di mettere il lato B del disco, e si è vista un’altra partita. Che l’ivoriano ha iniziato da trequartis­ta - primo assist e proseguito da punta larga a sinistra, da dove ha sgommato per prendere falli, far respirare la squadra, e soprattutt­o per il secondo passaggio chiave, quando il tecnico ha inserito anche Ederson (al posto di Zapata che non c’è rimasto benissimo), che si è andato a mettere fra le linee. E si è vista un’Atalanta se non altro più viva, anche se non in grado - e avrebbe dovuto - di chiudere la partita. Anche perché il Bologna, con le poche forze rimaste, ha perso energie ma non coraggio, fino alla fine, e con Dominguez per poco non ha evitato il primato negativo di squadra che ha perso più punti da situazioni di vantaggio in questo campionato (20), oltre che Medel e Dominguez,ammoniti da diffidati, per la partita di Udine.

Reazione Due assist del neo entrato Boga fanno sterzare i nerazzurri che erano andati ancora sotto

Buona prova La squadra di Thiago è partita bene ma alla lunga è andata in debito d’ossigeno

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