GASP RIBALTA L’ALLIEVO MOTTA L’ATALANTA SALE AL QUINTO POSTO
Bologna avanti con Orsolini, uno-due bergamasco con Koopmeiners e Hojlund: i nerazzurri agganciano le romane
uando l’Atalanta ha bisogno di un po’ d’ossigeno, c’è il defibrillatore (dopo il primo tempo sarebbe servito...) Bologna: undici vittorie negli ultimi 14 incroci, ma quella di ieri, una gioia che mancava dal 30 ottobre, è stata illuminata da due lampi, più che da una prestazione all’altezza del quinto posto ritrovato, a braccetto con Lazio e Roma. Un’altra rimonta, come mercoledì a La Spezia - e questo è buon segno - con due perle di gol grazie a due assist di Jeremie Boga, l’eterno mistero di questa squadra come la sua posizione sul mercato (va in prestito? Non va? Forse da ieri va un po’ meno). Ieri, preferito nella ripresa a Lookman (per 90’ in panchina), ha giocato forse la sua miglior partita da nerazzurro: è entrato, ha armato il sinistro fulminante di Koopmeiners, che con un’altra sassata delle sue da fuori area ha rimesso a galla partita e squadra, e poi ha aperto un corridoio che Hojlund ha morso con movimento e tocco sotto da centravanti vero, compreso recupero di tempo e spazio dopo un primo controllo imperfetto. Terzo gol in campionato del danese, tutti in trasferta: un animale a sangue freddo.
Emerge il gap Da lì in poi, alla distanza e pur senza mai arrendersi, il Bologna ha pagato il gap di uomini e energie che aveva dimenticato per 45’. Già, perché qui vi racconteremo due partite diverse, una per tempo: il primo, buttato ancora una volta dall’Atalanta, così tanto da far pensare ad una sua sparizione nelle spire di una crisi profonda. La chiave di una frazione governata con sicurezza, a tratti dominata, dal Bologna era stata tattica ma anche caratteriale, un mix perfettamente incarnato dall’uomo che Thiago Motta aveva messo a difesa del fortino, nel cuore della battaglia, diga e catapulta insieme, perché i rossoblù non si erano accontentati di difendere, tutt’altro: Gary Medel davanti alla difesa non solo aveva cancellato Pasalic, ma aveva “chiamato” tutte le uscite della squadra, che lo aveva seguito come uno sciamano. Siccome Ferguson, qualche metro più avanti, aveva schermato molto bene Koopmeiners, l’altra teorica fonte di gioco nerazzurra, l’Atalanta si era ritrovata a ruminare il solito possesso palla, quasi per nulla aiutato dai movimenti delle due punte.
Strade diverse
Thiago Motta era senza centravanti (assenti il totem Arnautovic, Barrow e Zirkzee), Gasperini ne aveva provati due “puri” insieme, Hojlund e Zapata, ma con scarsi risultati: quasi due separati in casa, molto poco vicini e coordinati fra loro e con il resto della squadra. L’esatto contrario di quello che succedeva dall’altra parte, dove Orsolini, Soriano e Sansone, accompagnati bene dai due mediani, stavano dando una buona dimostrazione di come una rotazione di movimenti studiata per non dare punti di riferimento può funzionare bene anche senza una punta pura. Aggiungiamoci che dopo appena 6’ si era ripetuto il solito film di orrori difensivi: Palomino invece di respingere aveva cercato un aggancio che si era trasformato in assist per il sinistro tagliente di un altro ex indigesto, Orsolini, con dedica silenziosa al mentore Mihajlovic. Così la Dea tanto per cambiare si era servita da sola un’altra partita in salita, fatta di fatica psicologica e anche fisica: doppia velocità del Bologna, anche nei tempi di conquista del pallone e dunque nel numero di giocate. E di occasioni per raddoppiare: un tiro di Medel fuori, uno di Lykogiannis respinto da Musso, a fronte della prima conclusione, fuori, di Hojlund al minuto 33. E stop, con nervosismo in forte aumento.
La svolta Ma nella ripresa Gasperini ha dato a Boga e Zappacosta il compito di mettere il lato B del disco, e si è vista un’altra partita. Che l’ivoriano ha iniziato da trequartista - primo assist e proseguito da punta larga a sinistra, da dove ha sgommato per prendere falli, far respirare la squadra, e soprattutto per il secondo passaggio chiave, quando il tecnico ha inserito anche Ederson (al posto di Zapata che non c’è rimasto benissimo), che si è andato a mettere fra le linee. E si è vista un’Atalanta se non altro più viva, anche se non in grado - e avrebbe dovuto - di chiudere la partita. Anche perché il Bologna, con le poche forze rimaste, ha perso energie ma non coraggio, fino alla fine, e con Dominguez per poco non ha evitato il primato negativo di squadra che ha perso più punti da situazioni di vantaggio in questo campionato (20), oltre che Medel e Dominguez,ammoniti da diffidati, per la partita di Udine.
Reazione Due assist del neo entrato Boga fanno sterzare i nerazzurri che erano andati ancora sotto
Buona prova La squadra di Thiago è partita bene ma alla lunga è andata in debito d’ossigeno