SFIDA SALVEZZA Lazovic fa per due Il Verona si rialza, la Cremonese affonda
I gialloblù risolvono la pratica già nel primo tempo Alvini, che ora rischia, chiede scusa: «Noi mai così male»
Troppo scontato dire di cambiare vita quando cambia l’anno, eppure all’Hellas riesce la più classica delle svolte da proverbio. Che poi sia la frase di una sola settimana o l’avvio della risalita, non si può sapere ora. I segnali però si erano già visti a Torino, il Verona è ancora vivo e lotta insieme ai suoi tifosi. La seconda vittoria in campionato non porta soltanto al sorpasso sulla Cremonese e all’aggancio alla Sampdoria, ma fa incamerare fiducia, morale e anche appetibilità sul mercato. Un successo mancava dal 4 settembre, proprio contro la Samp e in un altro scontro diretto i gialloblù non sbagliano, mentre gli avversari proprio non ci sono.
Il protagonista Le storie del mercato sono lunghi romanzi e hanno capitoli inattesi. Darko Lazovic è fra i cosiddetti uomini che possono fare cassa: ha richieste in Serie A, Monza in prima fila, è a Verona da tanto tempo, la partenza sarebbe un naturale vantaggio per entrambi, senza che si parli di tradimento. Nell’attesa, il serbo gioca anche più avanti, da trequartista di sinistra, e se a Torino si era mangiato un gol da tre punti, ieri invece ha deciso il derby della disperazione (o della speranza) tra ultima e penultima. Due reti in un nemmeno mezz’ora, tra il 9’ e il 26’, per la sua prima doppietta in A dopo 219 presenze. Con questo bottino l’Hellas, che manca poi il tris con Kallon, am
ministra fino alla fine, perché nella ripresa la partita diventa più equilibrata ma senza spaventare troppo il Bentegodi. Era dallo scorso 4 aprile che il Verona non usciva dal campo senza gol al passivo. Altro dato che sarà sottolineato e affiancato alla parola rinascita.
Alvini rischia L’Hellas davanti punta sempre su Djuric, in senso anche pratico. Prima e unica punta, il centravanti è il terminale del gioco lungo, ma funziona anche il sistema sulle fasce, con Doig a tratti travolgente, come nella costruzione del 2-0, e Dapaoli accorto, in modo da favorire le entrate anche di Kallon: suo l’assist per il compagno di linea Lazovic, che nelle reti ha intuizioni da attaccante vero. La Cremonese parte con un attacco diverso, con Zanimacchia esterno e non trequartista e Buonaiuto dall’altra parte, quasi a voler replicare il disegno del Verona. Ma nella ripresa Alvini cambia tutto il reparto facendo entrare Okereke, Felix, Tsadjout e Ciofani, senza che nasca la rimonta. La Cremonese della prima parte è terribilmente brutta, sconclusionata, senza idee davanti e con una difesa mobile (anche 3+1) che dietro che non dà sicurezza. Alvini («E’ la nostra peggior prestazione, dobbiamo chiedere scusa»), ultimo e senza vittorie, rischia la panchina. Sulla piazza sono liberi specialisti in salvezza come Iachini, Ballardini e Semplici, però la situazione è davvero critica.
L’omaggio Il 4 ottobre 1981, Gianluca Vialli giocò qui al Bentegodi la prima partita da titolare della sua lunga e brillante carriera, dopo tre spezzoni da subentrato tra Serie C e B. Correva sull’ala, aveva 17 anni e tre mesi, fu il migliore in campo. Quel VeronaCremonese finì 1-1. Ieri la squadra ha indossato una maglia speciale a ricordo del suo attaccante, con la foto di Gianluca in mostra. Molti avevano gli occhi lucidi.