OGGI NASCE LA SUA SQUADRA «IDEE CHIARE, CRESCEREMO»
A Zurigo si presenta la svizzera Q36.5. «Ora sono consulente Manager? Chissà». Vinokourov l’ha chiamato: «Corri ancora»
on chiude la porta a un futuro da team manager, ammette che un ‘sondaggio’ sulla possibilità che tornasse sui suoi passi dopo il ritiro è stato fatto, conferma di non avere intenzione di lasciare il proprio mondo. Intanto, oggi è un giorno importante per Vincenzo Nibali (che ha superato il Covid preso senza sintomi a fine anno): a Zurigo si presenta la Q36,5, nuovo team Professional di licenza svizzera — team manager Douglas Ryder — di cui lo Squalo è consulente, oltre che ambassador (del marchio).
3Nibali, niente “numero sulla schiena” nel 2023, dopo una carriera da pro’ cominciata nel 2005. Che sensazioni prova?
«Sono tranquillissimo. Non sento ci sia qualcosa di strano. Ho assorbito bene il fatto di non correre più… e basta (ride, ndr). Non mi ci sono fasciato troppo la testa, ho chiuso un capitolo senza né rimorsi né rimpianti. Contento e cosciente di quanto fatto».
3Qualcuno ha cercato di convincerla a cambiare idea?
«Sì, me l’avevano chiesto. Ma la cosa non andava nella direzione che avevo deciso di prendere».
3Siamo più espliciti: il suo ex team manager, Alexander Vinokourov, si è fatto vivo?
una battuta per telefono. Non so se fosse uno scherzo o una cosa seria. Ma forse qualcosa di vero c’era, perché ne aveva parlato pure con mio fratello Antonio in ritiro (rimasto all’Astana, ndr) “Oh, perché tuo fratello non continua…”».
3Quante volte va in bici?
«Tra novembre e dicembre, poco. Ma ho passato la prima settimana dell’anno in Sicilia, il tempo era stupendo e sono andato in bici tutti i giorni. Minimo 2 ore, massimo quasi 4. Alternato tra strada e mtb. Mi diverto, mi rilasso, mi piace. E poi in forma bisogna tenersi…».
3Già che ci siamo: quanti chili ha preso dopo il ritiro?
«Circa 6-7. Sono sui 71-72 chili. Una volta mi sono pesato vestito e sono arrivato a 74. La stagione l’avevo chiusa a 66 chili. Il minimo, credo sia stato al Tour 2014 che ho vinto: 63. E forse, nell’ultima settimana del Giro 2013».
3 Resta la suggestione della gara Cape Epic in mountain bike a marzo? «Per adesso sì, e c’era l’idea di fare un’altra gara prima, in Spagna, a fine febbraio».
3Veniamo alla Q36.5: perché non si è legato a un team già esistente, magari World Tour?
«Anzitutto perché è un progetto tutto nuovo. Ed è sempre una bella sfida, un qualcosa che costruisci piano piano. Il primo ap«Sì, proccio è stato con Ivan Santaromita, il mio ex compagno. Poi ho conosciuto personalmente Luigi Bergamo (l’imprenditore di Q36.5, abbigliamento ciclistico, ndr). Mi è piaciuto il modo in cui si è esposto, con le idee molto chiare. Una persona che si è messa in gioco, ha investito tanto, credendo nella sua azienda e in particolare nel ciclismo come brand principale».
3L’ambizione qual è?
«Arrivare nel World Tour. Abbiamo un orizzonte temporale di almeno 5-6 anni».
3Lei che cosa fa?
«Il consulente. Mi vengono chiesti pareri a livello atletico, dirigenziale, di gestione. Sarò anche al ritiro in Spagna di gennaio con tutta la squadra».
3 Organico giovane, 24 corridori: su chi puntate anzitutto?
«Matteo Moschetti, velocista venuto dalla Trek-Segafredo, può essere un uomo importante. Avevamo parlato anche con Cees Bol, ma ha seguito Cavendish all’Astana. Speriamo negli inviti per alcune corse di primo piano, tra cui un grande giro».
3La prima gara?
«Il Saudi Tour, in Arabia Saudita, dal 30 gennaio».
3In futuro, si vede team manager di una squadra?
I corridori Moschetti il leader, debutto il 30 gennaio al “Saudi Tour”. Aspettando l’invito per un grande giro
«Sono cose che vengono un po’ alla volta. Ma perché no? Mi piacerebbe, certo che sì».
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