Acciacchi e gerarchie il croato non si ritrova Se parte può riaprirsi la pista Ziyech
Ante Rebic è quel giocatore che ondeggia sempre ai confini del mercato milanista: non è mai stato un incedibile e il suo nome finisce sempre nella lista dei “sacrificabili”, poi il vento cambia, Ante trova il modo di rilanciarsi e di far cambiare idea sul suo conto. In questa stagione l’attaccante croato sembrava essersi portato avanti col lavoro: subito titolare alla prima di campionato contro l’Udinese (Giroud non era al meglio) e subito una doppietta, proprio come quella, sempre ai friulani, che aveva fatto scoccare la scintilla col Diavolo tre anni fa. Quella partenza lanciata, però, si è rivelata un’illusione ottica, perché Rebic è scivolato presto in seconda fila: gli altri, Giroud e Leao, a prendersi la ribalta e lui ad accontentarsi delle briciole. Tra un acciacco e l’altro, poi, come gli capita ormai da due stagioni a questa parte. E così in casa rossonera si interrogano: aspettare che il cannoniere del primo Milan di
Pioli torni al top e ritrovi l’ispirazione dei bei tempi (dura, oggi siamo a 3 gol in 14 presenze tra A e Champions), o guardarsi intorno per investire su profili diversi? Le due cose potrebbero andare a braccetto in questo mercato, se qualcuno si facesse avanti per Rebic. Magari dalla Bundesliga, là dove il croato si è rilanciato dopo le prime esperienze deludenti tra Fiorentina e Verona (la scorsa estate il Wolfsburg aveva chiesto informazioni...). Arrivato dall’Eintracht nello scambio con André Silva e riscattato nel 2020, Rebic è costato relativamente poco (restano circa 4 milioni a bilancio): dalla sua cessione il Milan può quindi ricavare un tesoretto da reinvestire subito. Possibilmente per arrivare ad Hakim Ziyech, oggetto del desiderio mai veramente tramontato dall’orizzonte rossonero. La fascia di competenza è diversa da quella di Rebic — Ziyech è un mancino che gioca a destra —, ma la “dittatura” di Leao a sinistra, specialmente ora che per il rinnovo del portoghese si respira fiducia, può spingere i dirigenti del Portello a rafforzare il lato “debole”. L’ostacolo è il solito: l’ingaggio di Ziyech, troppo alto per gli standard milanisti. A meno che il marocchino non accetti di guadagnare una somma simile a quella di chi può lasciargli il posto: l’ingaggio di Rebic non arriva a 4 milioni...