La Gazzetta dello Sport

SAN SIRO È GRANATA Juric esulta: «Toro capolavoro E l’espulsione è stata esagerata»

Adopo dalla Viterbese al Milan: «Il gol più importante della mia giovane carriera» I compliment­i di Cairo

- Di Mario Pagliara MILANO

Ha corso, ha lottato, ha sofferto. Ci ha messo un grandissim­o cuore, il Toro, e alla fine ha fatto festa spinto da un ragazzo venuto su dal settore giovanile. Michel Adopo è il volto da copertina della notte di San Siro, in mezzo a un Toro eroico capace di firmare un’impresa dopo aver giocato per sessantaci­nque minuti in dieci uomini. In quella corsa pazza verso Tatarusanu c’è tutta la storia di Adopo, di questo ragazzone parigino nato nel 2000 e arrivato al Torino (dal Torcy) quando era ancora nella categoria Allievi. Di lui parlavano tutti un gran bene, e ha fatto presto – all’epoca – a conquistar­si un posto in mezzo a quella fantastica nidiata cresciuta nel vivaio granata. Quella di cui, per capirsi, hanno fatto parte anche Buongiorno, Singo, Gemello, oggi tutti in prima squadra. Quando sbarcò a Torino fu preceduto da un paragone pesante: «Sarà il Pogba del futuro», dicevano di lui gli agenti che lo accompagna­rono in quel viaggio che gli ha cambiato la vita. Ha faticato tanto ad emergere, in mezzo anche un anno (il precedente) in prestito alla Viterbese in Serie C. «È il gol più importante della mia piccola carriera, senza dubbio e lo dedico alla mia famiglia – racconta sorridendo Adopo -. Siamo stati bravi perché ci abbiamo sempre creduto, abbiamo combattuto e ci abbiamo sempre creduto». Quest’anno su di lui ha puntato la società condividen­do la scelta con Juric: sempre fuori dal mercato, sin dall’estate. Si è allenato tanto e spesso nell’ombra, raccoglien­do minuti e mangiandos­i le occasioni quando capitavano. Questa notte di San Siro la ricorderà per sempre.

I compliment­i di Cairo

Nel dopo partita, quando è cominciata la festa granata, nello spogliatoi­o è entrato il presidente del Torino, Urbano Cairo, per compliment­arsi con tutti i calciatori e con tutti i tecnici. «Il presidente è molto contento, come siamo davvero tutti molto felici – conferma l’allenatore del Torino, Ivan Juric -. Abbiamo fatto una grande partita e fin quando siamo stati undici contro undici abbiamo giocato alla pari. Dopo, quando siamo rimasti con l’uomo in meno, siamo stati molto ordinati e giusti. I ragazzi sono stati davvero splendidi. I gol poi sono nati da due ragazzi che arrivano dal Catanzaro (Bayeye per l’assist, ndr) e dalla Viterbese (l’ultima società di Adopo)».

Rodri all’antico Dal giovane Adopo al veterano Rodriguez. Con Lazaro infortunat­o e Aina ancora in infermeria, Juric ha ripescato la soluzione di scorta sulla sinistra dalla storia della sua carriera. Così Ricardo Rodriguez è tornato ad occupare la posizione di esterno sinistro, dove era stato impiegato nella parte finale della sfida di domenica a Salerno per sostituire l’infortunat­o Lazaro. Con la nazionale svizzera gli capita ancora di giocare sulla sinistra, ma come esterno di una difesa a quattro. L’abitudine della fascia sinistra, Rodri, però l’aveva smarrita con il Toro almeno da tre stagioni. Come è andata? Ha spinto meno, ma coperto tanto. E ha aggiunto un contributo di sostanza e di esperienza alla squadra.

Esami per Aina

Juric ha appena recuperato Singo, l’infortunio di Lazaro è invece recente e sarà fuori per diversi mesi: il Torino prende la strada della terapia conservati­va per curare il suo ginocchio destro. «Lazaro proseguirà con la terapia conservati­va senza intervento chirurgico - ha detto il direttore operativo granata Alberto Barile -. Tra poco rientrerà in gruppo Aina e, come esterno, può giocare anche Ro

Michel Adopo, 22 anni, francese cresciuto nel Torino e tornato in granata dopo due stagioni alla Viterbese: è al primo gol stagionale

driguez che ha grande esperienza internazio­nale in quel ruolo». Nelle prossime ventiquatt­ro ore sono attese novità su Aina: il nigeriano è fermo in infermeria da tre mesi per un problema muscolare. Intorno alle sue condizioni inizia a circolare un cauto ottimismo: l’ecografia delle prossime ore scioglierà gli ultimi dubbi. Juric incrocia le dita e ci spera.

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Francese a segno

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